Susini Clemente - 1754/1814
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Susini Clemente - 1754/1814
Susini, Clemente - 1754-1814
Susini Clemente (1754/1814)
Susini, Clemente (1754-1814)
Clemente Michelangelo F. Susini nacque il 18 dicembre 1754 nel “popolo” di San Lorenzo a Firenze, da Lorenzo e Maria Annunziata Vernaccini, diciassette anni dopo l’estinzione della dinastia dei Medici, regnante Francesco Stefano di Lorena, consorte dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Il giovane Susini avviò presto gli studi artistici, diventando esperto, oltre che nella ceroplastica, nella pittura su vetro, nell’incisione in rame e nella lavorazione della scaiola. Nel 1771 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dimostrando un ottimo profitto; nel 1772 lavorava già nello studio del noto scultore Pompilio Ticcianti (1706-1777), quando fu notato da Francesco Piombanti, segretario delle RR Fabbriche, che lo presentò a Felice Fontana. Questi, che stava allora organizzando, col pieno supporto del Granduca Pietro Leopoldo, l’officina di ceroplastica del Regio e Imperiale Museo di Fisica e Storia Naturale (detto La Specola), lo assunse come assistente modellatore dello scultore livornese Giuseppe Ferrini e aiuto settore. Fontana assunse poi il dissettore Antonio Matteucci e il pittore Claudio Valvani che, almeno inizialmente, realizzò disegni e tabelle esplicative. La procedura per la realizzazione dei modelli era lunga e complessa. A differenza delle cere bolognesi che di solito contenevano lo scheletro, i modelli fiorentini ne sono privi. Nel 1782 Clemente Susini fu nominato modellatore capo in seguito al licenziamento di Ferrini, riconosciuto colpevole di aver truffato il museo per aver sottratto argento alle lamine usate per i modelli. Prima che Ferrini lasciasse Firenze, Susini aveva collaborato con lui nella realizzazione della famosa statua smontabile di donna gravida in grandezza naturale (1,64 metri di lunghezza) nota in seguito col nome di Venere dei Medici. Tale statua, replicata per lo Josephinun, fu la prima di numerose altre “Veneri” presenti non solo a Vienna ma anche a Budapest, Pavia e Bologna, tutti i preparati eseguiti a La Specola furono fedelmente copiati dal cadavere. Nel 1780, in seguito alla visita a La Specola di Giuseppe II (1741-1790) di Asburgo-Lorena, fratello maggiore del Granduca Pietro Leopoldo, in compagnia di Giovanni Alessandro Brambilla (1728-1800), suo chirurgo personale e consigliere, l’imperatore austriaco aveva ordinato un tal numero di modelli che Pietro Leopoldo pose il veto alla richiesta sulla base del fatto che avrebbe interferito con l’attività del Museo. La commissione fu poi accettata, sia pure molto a malincuore dallo stesso Fontana, che organizzò un secondo laboratorio nella propria abitazione, assunse molti collaboratori (oltre 200) e fu coadiuvato da Clemente Susini e da Paolo Mascagni, che ebbe il ruolo di supervisore del progetto. Nel lasso di circa un lustro vennero prodotte ben 1192 cere, che raggiunsero Vienna tra il 1784 e il 1788. Dal 1782 al 1785 Susini, sotto la direzione di Mascagni, realizzò diverse statue di linfatici per La Specola che non sono firmate; tra le 12 dello Josephinum, il solo modello 191 presenta l’iscrizione con la sua firma sotto l’ascella sinistra. Dal 1784 fu affiancato da un secondo modellatore: il suo allievo Francesco Calenzuoli (1769-1849). In aggiunta ai lavori anatomici, realizzò diverse opere di carattere religioso e ritratti di personaggi come il direttore del Museo degli Uffizi Giuseppe Pelli. Dal 1799 fu assunto dall’Accademia di Belle Arti di Firenze dove insegnò disegno dal vero e ricoprì l’incarico di esaminatore. Nei quarant’anni di lavoro al Museo della Specola, egli effettuò o sovrintese personalmente alla produzione di oltre 2000 modelli. Oltre alle cere anatomiche per la Specola e per Vienna, Susini produsse altri modelli per commissioni pervenute al Museo, ormai divenuto celebre in tutta Europa. Una carriera fortunata, quella di Susini, che lo portò a lavorare, tra gli altri, per Francesco Boi(1767-1850), professore di Anatomia a Cagliari. Questi gli commissionò molti preparati spediti a Cagliari tra il 1803 e il 1805. Nell’ultimo decennio prima della morte Susini, oltre agli impegni presso l’Accademia delle Belle arti e al suo lavoro a La Specola, realizzò molte cere anatomiche nel Suo Gabinetto d’Anatomia, come risulta dalla commissione per le 24 cere acquistate a partire dal 1814 dal Professore Alessandro Moreschi (1771-1826) e tuttora esposte al Museo Luigi Cattaneo di Bologna. Negli anni finali della vita, la salute di Susini era ormai compromessa poiché affetto da una malattia cronica, ed altrettanto precarie erano le sue condizioni economiche, come dimostrato dal fatto che dopo la sua morte, avvenuta il 22 settembre 1814, il governo del Granduca Ferdinando III concesse alla vedova, Rosa Pieralli, una pensione di sussistenza in riconoscimento del lavoro da lui svolto per quarant’anni al Museo. Dei tre figli avuti dal matrimonio gli sopravvisse di due anni il solo Angiolo. Dopo la sua scomparsa, Susini venne così ricordato nel Chiostro della SS. Annunziata di Firenze: «superò tutti i modellatori in cera e non sarà vinto da alcuno dei posteri». L'Officina del Museo della Specola continuò a divulgare le sue opere in ambito di Anatomia Normale e Patologica tramite i più valenti allievi del maestro, tra cui Carlo Calenzuoli (1769-1847), Francesco Calenzuoli (1796-1829) e Luigi Calamai (1800-1851). Di particolare valore sono le opere conservate presso la Collezione delle Cere Anatomiche 'Luigi Cattaneo" e raffiguranti il sistema linfatico, circolatorio e nervoso periferico
1754/1814
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Susini Clemente - 1754/1814
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Susini Clemente (1754/1814)
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