Positivo
https://w3id.org/arco/resource/AltoAdige/PhotographicHeritage/30011061 an entity of type: MovableCulturalProperty
Positivo
Ed. 1/5,Fotografia in bianco e nero su pannello di legno con l'immagine di una roccia, nella quale sono stati incisi dei segni a forma di V.. "Nell'anno 1967, dopo aver attraversato i territori della poesia sperimentale e della poesia visiva, ho avvertito l'impossibilità di esprimere con la parola la visione del mondo che si era formata in me con la frequentazione della cultura orientale (soprattutto cinese in quel tempo), e della meditazione (allo zen sarei approdato anni dopo, come scoperta di situazioni dello spirito in arte intuitivamente già acquisite). Il consueto andare nella natura, nelle valli nascoste seguendo i sentieri interrotti dei boscaioli (Holzwege, per ricordare Heidegger) o verso l'alto di cime solitarie, ha ispirato i primi interventi sulle rocce, quali tracce meditative, segni di una presenza mite e armonica dell’uomo – 'non azione' (wu-wei, in cinese) -, che la natura stessa non tarderà a riconquistare, nella trasformazione della pietra per la libera opera dell’acqua e del vento, o con l'avanzare di muschi e licheni. Non c'è differenza tra lo spirito di contemplazione della natura e lo spirito di questi interventi che, come nelle icone di Rubliev, tendono a restituire la stessa silenziosa armonia contemplativa che li ha generati. La maggior parte di queste opere sono state scolpite sui monti dell'Alto Adige e del Trentino, in un arco di tempo che va dal 1967 al 1970: di alcune è andata perduta la documentazione. Ho passato lunghi periodi immerso nella solitudine della natura, dove gli unici suoni erano dati dallo scalpello che incideva la roccia, dal vento delle cime, dal canto degli uccelli e, nei boschi vallivi, dai colpi secchi del becco di un picchio alla ricerca di cibo." (Gianpietro Sono Fazion - Non Azione, Museion, Bolzano 2002, pag. 26)
1969/01/01-1969/12/31
Positivo
1436
04
Mantra [ingrandimento],Opere
(BZ)
Positivo
Foto: Augustin Ochsenreiter
legno
fotografato (fotografia in bianco e nero)
Ed. 1/5,Fotografia in bianco e nero su pannello di legno con l'immagine di una roccia, nella quale sono stati incisi dei segni a forma di V.. "Nell'anno 1967, dopo aver attraversato i territori della poesia sperimentale e della poesia visiva, ho avvertito l'impossibilità di esprimere con la parola la visione del mondo che si era formata in me con la frequentazione della cultura orientale (soprattutto cinese in quel tempo), e della meditazione (allo zen sarei approdato anni dopo, come scoperta di situazioni dello spirito in arte intuitivamente già acquisite). Il consueto andare nella natura, nelle valli nascoste seguendo i sentieri interrotti dei boscaioli (Holzwege, per ricordare Heidegger) o verso l'alto di cime solitarie, ha ispirato i primi interventi sulle rocce, quali tracce meditative, segni di una presenza mite e armonica dell’uomo – 'non azione' (wu-wei, in cinese) -, che la natura stessa non tarderà a riconquistare, nella trasformazione della pietra per la libera opera dell’acqua e del vento, o con l'avanzare di muschi e licheni. Non c'è differenza tra lo spirito di contemplazione della natura e lo spirito di questi interventi che, come nelle icone di Rubliev, tendono a restituire la stessa silenziosa armonia contemplativa che li ha generati. La maggior parte di queste opere sono state scolpite sui monti dell'Alto Adige e del Trentino, in un arco di tempo che va dal 1967 al 1970: di alcune è andata perduta la documentazione. Ho passato lunghi periodi immerso nella solitudine della natura, dove gli unici suoni erano dati dallo scalpello che incideva la roccia, dal vento delle cime, dal canto degli uccelli e, nei boschi vallivi, dai colpi secchi del becco di un picchio alla ricerca di cibo." (Gianpietro Sono Fazion - Non Azione, Museion, Bolzano 2002, pag. 26)