santuario, diocesano, Santissimo Salvatore (XVIII)
https://w3id.org/arco/resource/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/15iccd_modi_6824223665661 an entity of type: ArchitecturalOrLandscapeHeritage
Il Santuario del Santissimo Salvatore è situato nei pressi di Montella, cittadina in provincia di Avellino, nel territorio della parrocchia di "Santa Maria del Piano". Eretto a 954 metri di altitudine s.l.m., sulla sommità di un monte isolato dal resto della catena montuosa dei Monti Picentini, domina tutta la vallata sottostante è meta di pellegrinaggi, alla devozione del culto si fondono tradizioni e racconti popolari, come bere al pozzo del Miracolo o suonare la grande campana. «Il Santuario è l’orgoglio di tutto il paese, chi vi accorre ogni anno in pellegrinaggio, il 6 di agosto ad adorare il suo protettore da ogni parte del vallo, e dai paesi limitrofi, si corre in pellegrinaggio al Salvatore». S. MARANO, Bellezza ignote, Salerno 1988
santuario, diocesano, Santissimo Salvatore (XVIII)
santuario, diocesano, Santissimo Salvatore (XVIII)
santuario diocesano
Le pochissime fonti documentali a disposizione attestano che tra il 1515 e il 1561 sul monte del Salvatore, a circa novecento metri d’altezza sul livello del mare, laddove ora sorge l’intero complesso, fu costruita una piccola chiesa dall’Università di Montella. I primi dati certi per ricostruire la storia del Santuario del Salvatore risalgono all’anno 1758. Fin da quell’epoca, alcuni sacerdoti si recavano il 6 agosto per la festa della Trasfigurazione del Signore. Il complesso, da secoli è cardine di un’intensa attività spirituale diffusa in Montella, nei Monti Picentini e in alcune diocesi contigue e da operatività legata ai mesi estivi, con fulcro la ricorrenza della Trasfigurazione ricordata il 6 agosto, oggi è vissuta, secondo le necessità, e frequentata in vari mesi dell’anno. È tappa obbligata degli emigranti, soprattutto quelli presenti negli Stati Uniti, che hanno riprodotto nei luoghi del loro attuale quotidiano, immagini, liturgie e tradizioni presenti sul posto originario. L’attuale vigore spirituale è frutto anche della presenza di due presuli: mons. Ferdinando Palatucci e mons. Gastone Mojaisky Perelli. I1 primo, in seguito Vescovo di Nicastro e poi trasferito ad Amalfi-Cava, si interessò dal 1950 della chiesa del Santissimo Salvatore, fu l’artefice della sua ripresa dopo la seconda guerra mondiale e dopo un periodo di abbandono, ne fu rettore e servo instancabile. Mentre mons. Mojaisky Perrelli, dal 1978, dopo essersi ritirato dall'attività pastorale, alla metà degli anni ottanta, visse presso il Santissimo Salvatore di Montella quasi in eremitaggio. Il 6 agosto 1995 fu celebrato il gemellaggio tra la chiesa del Santissimo Salvatore e il Monte Tabor della Galilea. (Dal Decreto di conferma a Santuario Diocesano dell’arcivescovo mons. Pasquale Cascio, 30 settembre 2021 - Prot. N. 24/21 AR)
Nel 1457 papa Calisto III dispose che si celebrasse la festa della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo in ricordo della vittoria cristiana a Belgrado sui Turchi di Maometto II (1456). Nell’occasione venne costruita in Montella una chiesetta dedicata alla Santissima Trinità, che ospitò, a partire dalla metà del Cinquecento, una statua del Salvatore. Secondo la tradizione, la statua si sarebbe rifugiata, fuggendo in più riprese, sulla vetta del monte per proteggersi dalle molestie dei porcari che lanciavano sassi alla sacra immagine e sottraevano l’olio della lucerna votiva, che però continuava miracolosamente ad ardere giorno e notte. In seguito a questi fatti la devozione dei montellesi verso la statua si accrebbe e fu mutato il titolo all’antica chiesa. Il Santuario del Salvatore divenne meta continua di pellegrinaggi, e alla sacra effigie fu attribuita la fine della siccità del 1779; così l’anno seguente iniziò la costruzione di una nuova chiesa, nella quale è degno di menzione il prezioso altare maggiore di manifattura tardo-settecentesca (U. DOVERE, I Santuari della Campania, Napoli 2000, p. 327). Su progetto dell’ingegnere Giuseppe Cianciulli, nell’aprile del 1929, iniziarono i lavori di ampliamento del Santuario e del piazzale. Fu costruita l’ampia scalea, larga oltre 4 metri e costituita da ben 56 scalini. Il cancello che si trova in cima alla scalea fu realizzato dal montellese Salvatore De Stefano. Nel mese di novembre del 1932 iniziarono i lavori per la realizzazione della strada, progettata sempre da Cianciulli. La strada, fu completata anche grazie all’ausilio dei montellesi, fu aperta al traffico nell’agosto del 1938. Dopo aver attraversato il fiume Calore nei pressi del ponte della Lavandaia, di epoca preromana, si snoda fino al Santuario, tra castagneti e boschi, per circa sei chilometri. È di questo periodo, precisamente del’11 agosto 1932, la visita al Santuario di Umberto di Savoia. I danni causati dalla guerra e la particolare esposizione agli agenti atmosferici, fecero sì che alla fine degli anni quaranta le condizioni del Santuario divenissero molto precarie. Un comitato di cittadini prese l’iniziativa di raccogliere offerte per l’esecuzione dei necessari e improcrastinabili lavori di restauro che ebbero inizio nel 1951 e continuarono per diversi anni. I lavori interessarono tutto il complesso, in particolare la chiesa che fu sottoposta a diversi restauri; si costruì il secondo piano che fu completata nel 1956. Nel 1961 furono costruiti la sacrestia e il trono del Salvatore. Nel 1968 fu portata al Santuario l’energia elettrica e nello stesso anno furono terminati anche i lavori di ampliamento del piazzale, sotto il quale si realizzarono alcune cisterne di raccolta delle acque e si ricavarono due ampi saloni per il ristoro dei pellegrini. Nel 1971 si diede inizio ai lavori di ampliamento della strada che furono ultimati nel 1973. Altri lavori di restauro furono eseguiti nel 1979 in occasione del secondo centenario. Sono di quell’anno la porta in bronzo dello scultore p. Tarcisio Musto, frate francescano e le cinque vetrate istoriate, quattro di esse raffigurano episodi e parabole del vangelo la Trasfigurazione, Gesù e la Samaritana, il figliol prodigo e il buon samaritano. La quinta vetrata rappresenta la Madonna della Neve. La Chiesa del Santissimo Salvatore fu colpita dal terremoto del 1980, come tanti altri territori dell’Irpinia: «Gravi lesioni a tutta la parte della facciata sovrastante il porticato, ugualmente dissestata la parete di accesso alla chiesa. Le strutture interne presentano numerose lesioni. Lesionati in chiave la maggior parte degli archi, in particolare quelli del transetto e quelli retrostanti la facciata principale» (MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI, Sisma 1980 effetti sul patrimonio artistico della Campania e Basilicata (Campania) in Bollettino D’Arte, in Supplemento Bollettino D’Arte, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 1982, p. 112). Il 6 agosto 1995 fu celebrato il gemellaggio tra il Santuario e il Monte Tabor di Galilea. In quella occasione fu benedetto il mosaico che si ammira nella navata di sinistra della chiesa raffigurante la Trasfigurazione. Le due porte in bronzo laterali sono state realizzate nel 1997 da Gaetano Marinari, montellese trasferitosi a Milano. Nel 2004 in occasione del 225o anniversario dei fatti miracolosi del 1779 il Santo Padre Giovanni Paolo II ha benedetto la corona restaurata, nell’udienza generale del 30 giugno 2004, realizzata con l’oro e le pietre preziose che tutte le famiglie di Montella avevano offerto nel 1854 (Il Santuario del SS. Salvatore. Note storiche, Montella s.d., pp. 17-21; E. VOLPE, Una stagione segnata dalla Grazia, in Bollettino del Santuario SS. Salvatore, 2005)
Il Santuario del Santissimo Salvatore è situato nei pressi di Montella, cittadina in provincia di Avellino, nel territorio della parrocchia di "Santa Maria del Piano". Eretto a 954 metri di altitudine s.l.m., sulla sommità di un monte isolato dal resto della catena montuosa dei Monti Picentini, domina tutta la vallata sottostante è meta di pellegrinaggi, alla devozione del culto si fondono tradizioni e racconti popolari, come bere al pozzo del Miracolo o suonare la grande campana. «Il Santuario è l’orgoglio di tutto il paese, chi vi accorre ogni anno in pellegrinaggio, il 6 di agosto ad adorare il suo protettore da ogni parte del vallo, e dai paesi limitrofi, si corre in pellegrinaggio al Salvatore». S. MARANO, Bellezza ignote, Salerno 1988
Santissimo Salvatore
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santuario diocesano
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