santuario, "pietà popolare", Santa Maria di Pozzo Faceto (XVI)
https://w3id.org/arco/resource/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/16iccd_modi_7123272069861 an entity of type: ArchitecturalOrLandscapeHeritage
A pochi chilometri da Fasano, in una zona a vocazione agricola, immersa tra ulivi e masserie, si incontra la frazione di Pozzo Faceto, sviluppatasi attorno all’omonimo Santuario. L’oggetto di culto è un’immagine della Madonna con Bambino, ritenuta una ‘icona bizantina’, ma in realtà un frammento di affresco del maturo XIV secolo (Mignozzi M., La Madonna di Pozzo Faceto: dal mito alla storia in "Osservatorio", aprile, a. XXXVIII, n. 4, 2023, p. 84). Il 1 settembre 2020 la chiesa di Santa Maria di Pozzo Faceto è stata inserita come "Santuario per la Pietà Popolare" nella "Dichiarazione sui Santuari Diocesani presenti nella Diocesi di Conversano - Monopoli (Prot. N. V. - 2020-57)" di Mons. Giuseppe Favale
santuario, "pietà popolare", Santa Maria di Pozzo Faceto (XVI)
santuario, "pietà popolare", Santa Maria di Pozzo Faceto (XVI)
santuario "pietà popolare"
La vicenda storica del rinvenimento dell’effigie della Madonna è avvolta in un alone di mistero leggendario: la Madonna sarebbe apparsa ad alcuni contadini con lo scopo di indicare il luogo in cui scavare un pozzo ("Puteo Faceto") nel quale sarebbe stata rinvenuta l’icona che raffigura la Vergine con il Bambino. In maniera più verosimile l’icona sarebbe stata rinvenuta durante i lavori di scavo del pozzo che si trova all’ingresso del Santuario (l’area antistante l’ingresso dello stesso). Questa ipotesi sembra essere convalidata anche da ciò che realmente si trova al di sotto dell’edificio del Santuario: il corso di una lama e una successione di cavità naturali che potrebbero essere riferite all’insediamento rupestre di "Puteo Faceto". Un diploma del 1195 di Enrico V all’abate di Santo Stefano Palmieri si parla di questo casale denominato "Puteo Faceto". In effetti, il Santuario sorge nei pressi di un solco di lama e al di sotto di esso si sviluppano degli ambienti rupestri. Nel periodo cinquecentesco, si può datare la nascita del Casale, le cui tracce archelogiche (necropoli, cisterna e pozzi) sono state riportate alla luce nel corso di scavi negli anni Settanta e nel 1993 nella piazza Sagrato. Analizzando l’affresco egli denota numerosi tratti di tipo bizantineggiante che rimandano al periodo angioino, consentendo di datare il primo nucleo del santuario tra il XIV e il XV secolo. La primitiva cappella venne costruita al di sopra del pozzo cisterna e in seguito ai lavori di restauro eseguiti sul finire del secolo scorso, nell’angolo N-E si sono individuate delle tracce di bruciato probabilmente connesse all’incendio del Casale documentato nel 1529, quando ci fu il primo abbandono dell’insediamento. Il 1500 fu un anno florido per la struttura che vide, nella prima metà del secolo, un primo ampliamento della cappella con l’aggiunta di una nuova campata e dell’abside. Sul finire del secolo, ad opera del Balì e dell’Università di Fasano viene edificato il primo corpo dell’Ospizio, collocato a destra della cappella. L’Ospizio si sviluppa su due piani, e nel corso del XVII secolo venne ulteriormente ampliato. La costruzione dell’edificio è legata alla situazione politica del tempo e a garantire un ricovero in caso di “incursioni”. L’architetto Giovanni Matichecchia (Il Santuario della Madonna di Pozzo Faceto in Fasano, Oria, Italgrafica edizioni, 1994, pp. 25-38) cita la presenza di numerose lapidi ed epigrafi, ricoperte nel tempo dalla calce, come quella che riporta il nome del benefattore Giovanni Calefati A.D. 1588, probabilmente anno di fondazione dell’Ospizio. La struttura si presenta su due piani, con tre vani con volte a crociera per piano collegati da una scala interna e con accesso alla facciata laterale del Santuario (Il Santuario della Madonna di Pozzo Faceto in Fasano; a cura di Giovanni Matichecchia, Oria, Italgrafica edizioni, 1994, pp. 25-38.; Mastrangelo Marica, Il Santuario della Madonna del Pozzo. La vicenda del ritrovamento dell'immagine della Madonna, fra leggenda e ricostruzione storica legata all'archeologia rupestre, in "l'Osservatorio", a. XXXV, n. 6, giugno, 2020, pp. 98-99)
Da sempre la Pasquetta dei fasanesi si festeggia il Giovedì in Albis, il giovedì dopo Pasqua, in onore della Protettrice "Santa Maria di Pozzo Faceto". Antica stazione di di sosta e ristoro per coloro che con enormi difficoltà, a causa delle incursioni, alla precarietà delle strade ed alla scarsità dei servizi, attraverso la rete viaria per i pellegrini che percorrevano la via francigena del Sud. Ancora oggi è meta di devoti che il giovedì dopo Pasqua accorrono al Santuario. Antica tradizione è quella del cero Pasquale da parte del Sindaco, omaggio dell'intera città di Fasano alla Sua Protettrice (La Pasquetta dei Fasanesi in "La Pasqua a Fasano: tradizioni e religiosità", Fasano, Assessorato alle Attività Produttive Assessorato al Turismo, sd., p. 7)
A pochi chilometri da Fasano, in una zona a vocazione agricola, immersa tra ulivi e masserie, si incontra la frazione di Pozzo Faceto, sviluppatasi attorno all’omonimo Santuario. L’oggetto di culto è un’immagine della Madonna con Bambino, ritenuta una ‘icona bizantina’, ma in realtà un frammento di affresco del maturo XIV secolo (Mignozzi M., La Madonna di Pozzo Faceto: dal mito alla storia in "Osservatorio", aprile, a. XXXVIII, n. 4, 2023, p. 84). Il 1 settembre 2020 la chiesa di Santa Maria di Pozzo Faceto è stata inserita come "Santuario per la Pietà Popolare" nella "Dichiarazione sui Santuari Diocesani presenti nella Diocesi di Conversano - Monopoli (Prot. N. V. - 2020-57)" di Mons. Giuseppe Favale
Santa Maria di Pozzo Faceto
ICCD_MODI_7123272069861
santuario "pietà popolare"
proprietà Ente religioso cattolico