Catalogue Record n: 1000196838-0

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Catalogue Record n: 1000196838-0 
Scheda catalografica n: 1000196838-0 
ita 
1000196838-0 
2022-06-23 21:57:48.810778 
ICCD13718823 
Nel 1817 il governo pontificio romano fece della Rocca Albornoz, la sede di un bagno penale, le cui necessità connesse all’uso carcerario, ne fecero costruire nuovi fabbricati e trasformare dei ambienti originari. A causa di queste trasformazioni, anche la Camera Pinta subì un'alterazione dell'ambiente originario con la costruzione di tramezzi, realizzati per ottenere due celle, una guardiola e una controsoffittatura. Nel 1860, la Rocca, vide confermato dal governo italiano l'uso carcerario che ebbe fine solo nel 1982 quando fu trasferita come proprietà al Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Gli interventi di restauro della Camera Pinta cominciano nel 1986, quando fu eseguita la prima fase di messa in luce degli affreschi completamente scialbati; l’intervento, invece, di ripresentazione estetica è stato eseguito tra l’agosto del 1994 e settembre 1996 sotto la direzione di Giordana Benazzi, con la cooperativa COO.BE.C di Spoleto. Gli affreschi fino alla completa scopritura furono nascosti, a causa del cambio di destinazione d'uso dell'ambiente, da diverse stesure di scialbatura pesante. Gli stessi lavori riportarono alla luce, tracce dell'originario soffitto a travature lignee, caratteristica, che lo distingue dagli altri ambienti. (Benazzi, 1996, p.29).(http://polomusealeumbria.beniculturali.it) Dalle analisi delle fasi costruttive elaborate dalla COO.BE.C di Spoleto per la Camera Pinta, al termine del restauro si sono evinte tre fasi: durante la prima fase, risalente alla fine del sec. XIV fino alla metà del sec. XV, la destinazione d’uso dell’ambiente era destinato a quello di Camera del Governatore, diviso da un arco a pieno centro con porta di accesso dal Salone d’Onore. L’ambiente era dotato di un bagno, di un armadietto e di due ampie finestre. Il soffitto era composto da travi di legno. La decorazione pittorica si è in parte sovrapposta alla decorazione precedente come nel caso dell’affresco de il “Bagno nella Fontana” (lato sud, parete est). Durante la seconda fase costruttiva, dalla metà del sec. XV al sec. XVIII, la camera del Governatore viene divisa in due parti da un setto posto sotto l’arco centrale e la porta di accesso dal Salone d’Onore viene dotata di un portale di pietra. Il soffitto viene demolito e vengono costruite a luogo di questo due volte, una a botte e una a padiglione. Gli affreschi risultano in parte scialbati e viene dipinta una Madonna di cui rimane il cartiglio che dal 1997 si identifica con “Dama che intreccia un serto di fiori e foglie” (spazio di risulta dell’arco centrale e parete ovest). Le finestre vengono ampliate. Nella terza e ultima fase che va dal XIX al XX sec., l’uso dell’ambiente diviene carcerario. Non esiste più l’accesso dal Salone d’Onore ma viene realizzata una scala che collega il mezzanino della stanza sottostante con ingresso nel Cortile delle Armi. Le due finestre vengono adeguate alle grate carcerarie. Viene aperta una nuova finestra (lato sud, ambiente ovest) e il camino (lato sud, parete est) viene demolito. Note ICCD: Aggiornamento ICCD per correzione coordinate georeferenziazione 

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