Sagrestia

https://w3id.org/arco/resource/CulturalPropertyPart/16iccd_modi_3592202809861-part- entità di tipo: CulturalPropertyPart

Sagrestia 
Interno 
Grotta 
Madonna della Croce 
Pavimento 
Tetto 
Il tetto, a capanna, è rivestito di chiancarelle, come anche la cupola dell’altare maggiore, tranne la prima campata del transetto 
Alla chiesetta primitiva si accede attraverso un portale in pietra a sesto acuto e sorge di fronte al boschetto di alberi di fragno, ove esiste, ancora oggi, la grotta e ove ha avuto luogo, fino a qualche decennio fa, l’antico rito propiziatorio della guarigione dell’ernia infantile, detta “guè da Madonne”. L’antico ingresso è ancora oggi visibile sulla facciata laterale destra unitamente alle panche in pietra per la sosta dei pellegrini e un cavalcatoio utilizzato per rendere più agevole la salita a cavallo 
Durante gli ultimi grandi lavori di restauro del 1960 venne sostituito il vecchio pavimento in basole di pietra (1887) con uno in tavelloni di perlato di Sicilia 
L’affresco trecentesco della Madonna subisce varie sovrapposizioni soprattutto durante gli interventi del 1785 e del 1887, quando subisce una manomissione totale. Nel giugno del 1959, appena iniziano i lavori di restauro, affiora la parte inferiore dell’affresco nascosta dal vecchio altare in pietra, ricoperto di calce, smontato per sostituirlo con l’attuale altare in marmo di stile barocco prelevato da una cappella di Matera di proprietà di alcuni marchesi locali, il cui stemma, presente ai lati dell’altare, è quasi simile a quello del marchese di Noci. Grazie alla sostituzione dell’altare, dunque, sappiamo che la Madonna è seduta in trono, ad altezza naturale, e poggia i piedi su un cuscino. Quindi in origine, il dipinto appartiene ad un ciclo pittorico più ampio e complesso di quello che emerge attualmente. Il successivo intervento di restauro del 1999 viene eseguito nell’ottica del ripristino originario dell’opera e restituisce un Bambino biondo, un globo differente e la croce trifogliata. Sul capo della Vergine riaffiora il "velum", uno strato leggerissimo di stoffa che diventa quasi collo di una camicia. Il manto della Vergine è azzurrite e su di esso appaiono stilizzazioni di fiori a lacca. Il trono è molto più ampio: se oggi l’immagine appare ridotta e inquadrata in una cornice in pietra è per motivi di irreversibile degrado. Sono emerse, inoltre, ai lati della Madonna, due volute, elementi architettonici decorativi costituiti da una spirale avvolta su un centro. L’immagine della “Madonna della Croce” è importantissima dal punto di vista iconografico perché si sviluppa di architettura in architettura: il trono è tridimensionale e due anelli alzano un drappo dietro il trono. Dopo questo intervento di restauro, dunque, la Madonna cambia completamente volto e aspetto: appare con il capo velato, le fattezze del Bambino diventano quelle di un ragazzo, spariscono le stelle e come colore c’è un azzurro antichizzato. Il gesto benedicente del Bambino è alla maniera del “Pantokrator” come l’aureola crociata che ha sul capo. Sostenuto dal braccio destro della Madre, il Bambino sorregge, con la sua mano sinistra, un globo sormontato da una croce trilobata. Anche la Vergine ha una croce tra le mani. Sono questi dettagli che attribuiscono da sempre all’immagine - e quindi al sacro tempio - il titolo di "Madonna della Croce". L’ultimo intervento di consolidamento e restauro dell’affresco, più che mai necessario a causa del precario stato di conservazione, viene completato nel mese di aprile del 2020: efflorescenze saline, piccoli sollevamenti, disgregazione materica e umidità superficiale rischiavano di compromettere seriamente la lettura complessiva dell’immagine 
L’interno del Santuario misura 17,40 metri di lunghezza e 8,20 di larghezza. È diviso in tre campate e quattro cappelle separate da solidi pilastri avanzati di cui due sorreggono l’arco trionfale 
Per volontà del Capitolo Collegiale, viene eretta anche la nuova sagrestia. Nella vecchia, invece, sulla pila delle abluzioni rituali dei sacerdoti - databile alla fine del XVIII secolo - si può notare un bassorilievo in pietra raffigurante due teste di angeli con ali dispiegate, incise con striature stilizzate. Tale bassorilievo viene alla luce nel 1960 durante gli ultimi grandi lavori di restauro del Santuario 
Sagrestia 
Interno 
Grotta 
Madonna della Croce 
Pavimento 
Tetto 
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