ferru 'e prentzare (ferro da stiro, ARREDI E SUPPELLETTILI/ CONTENITORI, RECIPIENTI E OGGETTI DI USO DOMESTICO) - produzione industriale
https://w3id.org/arco/resource/DemoEthnoAnthropologicalHeritage/2000250055 an entity of type: DemoEthnoAnthropologicalHeritage
ferro da stiro
ferru 'e prentzare (ferro da stiro, ARREDI E SUPPELLETTILI/ CONTENITORI, RECIPIENTI E OGGETTI DI USO DOMESTICO) - produzione industriale
ferru 'e prentzare (ferro da stiro, ARREDI E SUPPELLETTILI/ CONTENITORI, RECIPIENTI E OGGETTI DI USO DOMESTICO) - produzione industriale
Prisma piatto a base ogivale munito di manico, costituito da due sostegni ancorati al blocco in ghisa che si incontrano sino a formare l’impugnatura
ferru 'e prentzare (ferro da stiro, ARREDI E SUPPELLETTILI/ CONTENITORI, RECIPIENTI E OGGETTI DI USO DOMESTICO)
D02070023
00250055
20
2000250055
Impossibile stabilire con certezza fabbrica e datazione a causa della illeggibilità del marchio. Risalgono al periodo tra la seconda metà del XIX e la prima metà del secolo successivo l’introduzione e la diffusione dei ferri da stiro di produzione industriale (BIBR: FERRARIO 1990). Questa tipologia interamente in ghisa (o con lieve variante con un manico in ferro ottenuto per fucinatura innestato sul corpo) è prodotto di fonderia. L’utilizzo della ghisa consentiva la realizzazione di ferri in un unico pezzo con colatura in stampo, facilitando la produzione e riducendo allo stesso tempo i costi di produzione. Questo ferro, prevalentemente d’uso familiare viste la semplicità ed anche le ridotte dimensioni della piastra, veniva però anche usato dal sarto (#su mastru ‘e pannu#) che ne sfruttava la maneggevolezza e la sagomatura che permettevano di compiere lavori di stiratura precisi (quali l’insinuarsi nelle pieghe più piccole e scomode, che un ferro più grande non avrebbe potuto stirare). L’oggetto fa parte della collezione del Museo della tecnologia contadina di Santu Lussurgiu (OR), che testimonia l’impegno condotto in Sardegna dall’Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo (UNLA). A livello nazionale, l’azione dell’UNLA si sviluppò attraverso i Centri di cultura popolare (Ccp), strutture educative per gli adulti affidate a maestri elementari esperti, che dal 1948-49 si diffusero in alcune regioni centro-meridionali, tra cui la Sardegna. Il centro di Santu Lussurgiu, piuttosto apprezzato a livello nazionale, si distinse per capacità organizzativa e d’azione, svolgendo un ruolo propulsore per gli altri centri (VDC: SantuLussurgiu_VDC_001). Ciò è in larga parte dovuto alla capacità del suo maestro dirigente, Francesco Salis (1923-2007), grazie al quale prese vita, dopo una prima mostra temporanea, la collezione permanente di oggetti e strumenti (VDC: SantuLussurgiu_VDC_002, SantuLussurgiu_VDC_003). Mentre quasi tutti i Ccp sardi chiusero verso la fine degli anni '70 del secolo scorso, il Centro lussurgese, oggi dedicato alla memoria del Maestro, è tuttora attivo, rivestendo ancora il proprio ruolo socioculturale
Dalle fonti orali è emerso che il modello in descrizione, la cui autonomia d’utilizzo era limitata, necessitava di un utilizzo in coppia. Bisognava, infatti, avere vicino la fonte di calore per riscaldare nuovamente il ferro una volta che la sua piastra si fosse raffreddata. Così, mentre un ferro veniva utilizzato per la stiratura, un altro ferro era posto direttamente a contatto con la fonte di calore per evitare perdite di tempo e di conseguenza abbreviare i tempi di stiratura. Per evitare di scottarsi, il ferro caldo veniva impugnato con una spessa "manopola" di stoffa. Si trattava di un panno ripiegato più volte su sé stesso e poi cucito sino a formare una sorta di piccolo cuscino abbastanza spesso da non sentire il calore
Prisma piatto a base ogivale munito di manico, costituito da due sostegni ancorati al blocco in ghisa che si incontrano sino a formare l’impugnatura
ferru 'e prentzare
Santu Lussurgiu (OR)
2000250055
ferro da stiro
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
forgiatura
fusione a stampo
metallo/ ferro
metallo/ ghisa