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https://w3id.org/arco/resource/Event/0900353812Adescrizione entità di tipo: Event

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mentre l'altare sottostante la Madonna, realizzato nel 1709i. All'inizio del Settecento l'immagine di culto fu infatti spostata dall'altare nel transetto destro, dove era stata collo­ cata prowisoriamente nel 1614 per salvarla dall'umidita, alia prima campata della navata destra, di fronte alia cappelletta quattrocentesca originale. Nell'occasione fu dotata di un nuovo scenografico altare con angeli e cherubini; la collocazione attuale nel transetto sini­ stro e il recupero dell'edicola del Ghini e della mensa del Mazzuoli sono del 1860, mentre i cherubini e un angelo reggicornice superstiti sono oggi esposti nel Museo d'Arte Sacra all'interno del Museo Archeologico e d'Arte della Maremma. Nel transetto di destra e un crocifisso ligneo attribuito al Vecchietta (seconda meta XV secolo) inserito in un'edicola neorinascimentale del 1857 che imita l'edicola simmetrica di Antonio Ghini 
Addossato al lato nord del Duomo è il campanile, costruito, come documenta un'iscrizione posta alia base: nel 1402, ma rialzato di un piano e modificato radicalmente nel 1911 su progetto di Egisto Bellini e direzione dei lavori di Lorenzo Porciatti; nella parte bassa sono murati stemmi ed elementi decorativi di origine non piu identificabile. All'interno le due vetrate quattrocentesche sui lato verso piazza Dante sono attribuite a Benvenuto di Giovanni (1470 circa). Vanno tuttavia segnalate, a seguito dello studio cui sono state sottoposte le vetrate nel 1995 contestualmente al piu recente restauro, le co­ spicue integrazioni di Guglielmo Botti, che nel 18651e rifece in buona parte, e l'intervento d'emergenza per riparare i danni della guerra del 1948 (Fumi Cambi Gado 1996). II fonte battesimale e l'edicola marmorea della Madonna delle Grazie di Matteo di Giovanni (1470) sono entrambi di Antonio Ghini (1470 e 1474) 
Vanno attribuiti alla fase trecentesca la cornice delimita la parte inferiore della facciata e le sculture che rappresentano i quattro evangelisti. Di queste la figura maschile barbuta pasta all'estremita nord sostituisce il simbolo dell'evangelista Matteo, l'uomo, evidentemente perduto, ed e generalmente attribuito allo stesso Sozzo; le altre tre, che riprendono la consueta iconografia dell'aquila, del toro e del leone, tutti alati, sono attribuite ad Agostino di Giovanni che le avrebbe realizzate fra 1325 e 1330. II coronamento della facciata con i lanternini e gli obelischi risale al Cinquecento; nell'Ottocento il paramento murario e stato pressoche integralmente sostituito con nuove pietre e sono state rifatte le decorazioni dei portali e buona parte del rosone, compreso il busto di Cristo benedicente al centro, e del ballatoio 
l'altare maggiore, consacrato nel 1655, si deve a Andreae Vincenzo Betti e Tommaso Redi (Martini 1996); fu poi completato nel 1692 con il ciborio, probabile opera della bottega senese dei Mazzuoli. Oggi fa da sfondo alia cattedra del vescovo e all'altare post-conciliare, secondo il nuovo assetto dato al presbiterio nel 2001 (architetto Alberto Vero). Nell'abside e il coro ligneo (1628-1630) dei maestri legnaioli senesi Uliviero e Giacomo Frittelli. Nella contro­ facciata e la copia di un Crocifisso quattrocentesco di Montepescali, mentre nella lunetta sopra il portale d'ingresso e un rilievo policromo in pietra con Cristo in gloria nella mandoria e angeli che si deve a uno scultore modesto e arcaizzante, diversamente dall'autore dei leoni sottostanti che derivano dai leoni stilofori del portale interno del Duomo di Siena e mostrano una alta qualità. Sia la lunetta che i leoni sono riferibili alla fase decorativa originale (1330-1340) 
L'acquasantiera posta nei pressi dell'ingresso, carat­terizzata dal fusto ad anfora con putti e delfini, e risultata in occasione del restauro degli anni 1994-1995 un assemblaggio antico di due elementi diversi per autore e cronologia. lnfatti il fusto, datato 1506, puo essere attribuito a Lorenzo Marrina e alia sua bottega, mentre Ia vasca, con putti e ghirlande all'esterno e vivaio di pesci all'interno, va riferita a qualche decennia prima (1460-1480) e, in base al confronto con due acquasantiere del Duomo di Siena, puo essere ascritta all'opera di Antonio Federighi. Altre due acquasan­ tiere dovrebbero datarsi entro il Cinquecento. I restauri piu recenti si sono conclusi nel 2003; nell'occasione e stata riaperta una monofora sopra l'abside e sono state messe in opera alcune vetrate moderne in finestre preesistenti 
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