San Cristoforo (dipinto, opera isolata) - ambito piemontese (fine/inizio secc. XVI/ XVII)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/0100023877 an entity of type: HistoricOrArtisticProperty
dipinto, opera isolata San Cristoforo
San Cristoforo (dipinto, opera isolata) - ambito piemontese (fine/inizio secc. XVI/ XVII)
San Cristoforo (dipinto, opera isolata) - ambito piemontese (fine/inizio secc. XVI/ XVII)
1590-1610
A sinistra San Cristoforo, giovane gigante barbuto e muscoloso, si appoggia con la destra al bastone e attraversa il fiume portando sulle spalle il Bambino; questi, con la veste bianca e i riccioli, dà la mano alla Vergine, che appare al centro in alto, tra nuvole e cherubini, con la veste rosa e il mano blu. A destra un santo vescovo barbuto, forse Sant'Eusebio, con la mano destra guantata di rosso indica Cristoforo, mentre con l'altra regge la patena e il bastone pastorale; ha la veste bianca, il ricco mantello in rosso e bianco ornato con motivi a girali, porta sul capo la mitria bianca e dorata. Sullo sfondo un paesaggio di alberi. Le figure hanno vesti ampie e mosse. Predominano i toni caldi. La cornice in legno è ricoperta da una vernice scura
dipinto (opera isolata)
00023877
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0100023877
Il dipinto rappresenta San Cristoforo, protettore dei pellegrini, trovandosi la cappella omonima sulla strada che conduce a Livorno, oggi annessa a una cascina, un tempo probabilmente isolata. La cascina fu danneggiata da un'incendio nel 1852 (Archivio Parrocchiale, 1852); in questa occasione anche la tela potè subire danni, come la probabile bruciatura in basso a sinistra. La venerazione per San Cristoforo nelle campagne è collegata al fatto che il santo viene invocato anche contro la peste e le calamità, diventando indirettamente protettore dei raccolti (Bibliotheca Sanctorum, Roma 1961, v. IV, pp. 350-363). In base ai dati di stile il dipinto sembra riferibile a un esponente della scuola vercellese per l'iconografia tradizionale riconducibili ancora a modelli tardo-gaudenziani, che lo fanno datare alla fine del'500 o all'inizio del'600. Potrebbe anche trattarsi di opera di un esponente della cosiddetta "schola livorneisa" che si riallaccia forse lontanamente a moduli gaudenziani
11 H (CRISTOFORO) 51 : 11 F 5 : 11 H (EUSEBIO)
San Cristoforo
A sinistra San Cristoforo, giovane gigante barbuto e muscoloso, si appoggia con la destra al bastone e attraversa il fiume portando sulle spalle il Bambino; questi, con la veste bianca e i riccioli, dà la mano alla Vergine, che appare al centro in alto, tra nuvole e cherubini, con la veste rosa e il mano blu. A destra un santo vescovo barbuto, forse Sant'Eusebio, con la mano destra guantata di rosso indica Cristoforo, mentre con l'altra regge la patena e il bastone pastorale; ha la veste bianca, il ricco mantello in rosso e bianco ornato con motivi a girali, porta sul capo la mitria bianca e dorata. Sullo sfondo un paesaggio di alberi. Le figure hanno vesti ampie e mosse. Predominano i toni caldi. La cornice in legno è ricoperta da una vernice scura
San Cristoforo
Livorno Ferraris (VC)
0100023877
dipinto
proprietà Ente religioso cattolico
tela/ pittura a olio
legno/ intaglio/ verniciatura
bibliografia di confronto: Bibliotheca Sanctorum - 1961