balaustrata di cappella, coppia - bottega piemontese (terzo quarto sec. XVIII)

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balaustrata di cappella, coppia
balaustrata di cappella, coppia - bottega piemontese (terzo quarto sec. XVIII) 
balaustrata di cappella, coppia - bottega piemontese (terzo quarto sec. XVIII) 
1761-1763 
LA balaustra poggia su uno zoccolo a bordi rilevati, in marmno nero con tarsie policrome. Ogni braccio si compone di tre pilastrini a forma di anfora sostenuti da bassi parallelepipedi e ornati con specchiature cui si sovrappongono motivi di gusto rocaille in marmo giallo inclusi da volutine. I pilastrini sono intervallati da largi setti ornati agli angoli con riccioli vegetali ed incorniciati da grandi volute includenti una conchiglia e un motivo fogliato. I due pilastrini che delimitano internamente i bracci della balaustrata presentano lo stemma 
balaustrata di cappella (coppia) 
00027043 
01 
0100027043 
La balaustra, di notevole pregio, si distingue per la varietà di marmi con cui è realizzata e l'eleganza del disegno, che si vale di soluzini originali e raffinate (si vedano, infatti, i larghi setti arricchiti da volute, fogliami, motivi a conchiglia che sostituiscono i tradizinali balaustrini). Venne compiuta negli anni 1761-83, epoca in cui il vescovo Michele de Villa faceva erigere a sue spese, nella navata sinistra del duomo, la Cappella dedicata a S. Savino, protettore di Ivrea, come ricorda anche una lapide marmorea nell'esterno dell'abside. Ignoti restano, purttroppo, i marmorari che realizzarono l'opera, collegabile ad una nutrita serie di altari e balaustre rintracciabili nella zona canavesana, tra i quali si possono ricordare la balaustra della Parrocchiale di Cicono (A. CAVALLARI MURAT, Tra Serra d'Ivrea Orco e Po, Torino 1976, p. 296, fig. 22) di disegno somigliantissimo alla nostra, per quanto di proporzioni più massicce; quelle di S. Ulderico di Ivrea, realizzata insieme all'altare dai marmisti Pellagatta e Marchesa nel 1776 (L, MALLE' , Le arti figurative in Piemonte, Torino s.d. (ma 1962), p. 142) e della Parrocchiale di Piverone (1776) di Francesco Olgiati di Viggiù (E. BORATTO, Piverone nella storia del Piemonte, Asti 1937, V. I, pp. 212-213). Sulla balaustra si veda G. BOGGIO, Il Duomo di Ivrea, Ivrea 1926, p. 182; sugli stemmi U. DALLARI, Motti araldici di antiche famiglie italiane, Bologna 1918, p. 41; A. DI RICALDONE, Genealogie e armi gentilizie subalpine, Roma 1975, p. 153 
LA balaustra poggia su uno zoccolo a bordi rilevati, in marmno nero con tarsie policrome. Ogni braccio si compone di tre pilastrini a forma di anfora sostenuti da bassi parallelepipedi e ornati con specchiature cui si sovrappongono motivi di gusto rocaille in marmo giallo inclusi da volutine. I pilastrini sono intervallati da largi setti ornati agli angoli con riccioli vegetali ed incorniciati da grandi volute includenti una conchiglia e un motivo fogliato. I due pilastrini che delimitano internamente i bracci della balaustrata presentano lo stemma 
balaustrata di cappella 
Ivrea (TO) 
0100027043 
balaustrata di cappella 
proprietà Ente religioso cattolico 
marmo/ intarsio/ scultura 
marmo giallo/ intaglio 
marmo nero/ sagomatura/ intaglio/ modanatura 
bibliografia di confronto: Cavallari Murat A - 1976 
bibliografia di confronto: Dallari U - 1918 
bibliografia di confronto: Boratto E - 1934 
bibliografia di confronto: Di Ricaldone A - 1975 
bibliografia di confronto: Mallè L - 1962 
bibliografia specifica: Boggio G - 1926 

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