ostensorio architettonico, opera isolata by Balbino Carlo Agostino (primo quarto sec. XIX)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/0100030921 an entity of type: HistoricOrArtisticProperty
ostensorio architettonico, opera isolata
ostensorio architettonico, opera isolata di Balbino Carlo Agostino (primo quarto sec. XIX)
ostensorio architettonico, opera isolata by Balbino Carlo Agostino (primo quarto sec. XIX)
ca 1824-ca 1824
Piede circolare con bordo decorato da fogliette frastagliate in rilievo; decorato da festoni, volute a ricciolo e cherubini. Sulla base sono le lettere CA intrecciate. Nodo a balaustrino a sezione circolare, scanalato con cherubini. Coppa bombata con foglie; campana in vetro con montanti a volute vegetali e motivi di drappi retti da cherubini in alto. Coperchio rialzato con ghirlande di rose e crocetta apicale
ostensorio architettonico (opera isolata)
00030921
01
0100030921
Il punzone dell'argentiere è ascrivibile al torinese Carlo Balbino, documentato come argentiere tra 1798 e 1824 (A. Bargoni, Mastri Orafi e Argentieri in Piemonte, Torino 1976, p. 45, fig. B17; E. Castelnuovo - M. Rosci, Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna. 1773-1861, catalogo della mostra, Torino 1980, vol. II, p. 628). Il punzone con il toro è quello in uso presso l'Ufficio del Marchio di Toribo dal 1824, anno della nuova regolamentazione decimale; l'aquila coronata attesta iinvece il primo titolo dell'argento (950 %) e fu introdotta nel 1824, con successivi provvedimenti fino al 1829 (A. Bargoni, Mastri Orafi e Argentieri in Piemonte, Torino 1976, pp. 16-17, tav. XII 1-4). Balbino è documentato come attivo per il santuario negli anni 1822-1823; si legge infatti nei conti (Vicoforte, Archivio Santuario,Conti (1816-1860): "1822, 9 gennaio - A Balbino orefice in Torino a conto dei lavori ad esso affidati £. 3000"; "1823, 22 luglio - A Balbino orefice in Torino per due grandi lampadari d'argeno coma da nota e quittanza £. 6200". Databile con sicurezza agli anni intorno al 1824 è anche un calice conservato in museo dello stesso argentiere, però molto più semplice e riecheggiante stilemi seicenteschi. Anche riguardo all'oggetto in questione non è dato riscontrare in Archivio la documentazione, sebben ele iniziali "CA" sul piede facciano pensare ad una donazione di Carlo Alberto; la corona sul monogramma è quella del Principe di Carignano (Carlo Alberto divenne re nel 1831. Per i problemi riguardanti la committenza artistica di Carlo Alberto si rimanda a E. Castelnuovo - M. Rosci, Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna. 1773-1861, catalogo della mostra, Torino 1980, vol. I, p. 367). Il partito decorativo dell'oggetto è molto complesso e raffinato, proprio di quest'epoca, con motivi vegetali ancora ispirati ai disegni ed agli argenti del Boucheron. Si possono istituire confronti con altri argenti coevi conservati in sacrestia: il calice dell'argentiere Domenico Biesta (meno raffinato) e l'ostensorio dell'argentiere Duretti, le cui teste di cherubino si staccano allo stesso modo dalla base
Piede circolare con bordo decorato da fogliette frastagliate in rilievo; decorato da festoni, volute a ricciolo e cherubini. Sulla base sono le lettere CA intrecciate. Nodo a balaustrino a sezione circolare, scanalato con cherubini. Coppa bombata con foglie; campana in vetro con montanti a volute vegetali e motivi di drappi retti da cherubini in alto. Coperchio rialzato con ghirlande di rose e crocetta apicale
ostensorio architettonico
Vicoforte (CN)
0100030921
ostensorio architettonico
proprietà Ente religioso cattolico
vetro
argento/ cesellatura/ doratura/ fusione/ sbalzo
bibliografia di confronto: Bargoni A - 1976
bibliografia di confronto: Castelnuovo E./ Rosci M - 1980