reliquiario - a ostensorio, serie - bottega piemontese (metà sec. XVIII)

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reliquiario, a ostensorio, serie
reliquiario - a ostensorio, serie - bottega piemontese (metà sec. XVIII) 
reliquiario - a ostensorio, serie - bottega piemontese (metà sec. XVIII) 
post 1755-ante 1756 
Struttura sorgente da uno zoccolo ligneo su cui poggia il fusto con piedini intagliati a voluta e nodo con cornice mistilinea e centinata. La mostra si apre in due lobi laterali con decorazioni a volute ed elementi a conchiglia nella parte inferiore, che inquadrano la teca mistilinea e si restringono in alto a sorreggere il fastigio. Le applicazioni in lamina, mancanti nel reliquiario dei SS. Massimo, Costanza e Innocenza, rifiniscono l'intera struttura con decorazioni fitomorfe e festoncini unghiati. Il reliquiario del Velo reca al centro della teca un frammento di garza nera appoggiato su un cuscinetto rosso e fermato con porzioni di oro e di argento filato. Sul fondo rosa pallido sono applicati gruppi di fiori di stoffa ed il cartiglio dorato. Il retro porta, in corrispondenza della scatola della teca, ha due nastri intrecciati fissati da cinque sigilli vescovili uguali più uno diverso. Continua al campo 'OSSERVAZIONI' 
reliquiario (a ostensorio, serie) 
00030962 
01 
0100030962 
I due reliquiari sono custoditi insieme agli altri presenti nella chiesa nelle due nicchie praticate nelle pareti laterali del presbiterio, protette da inferriate e da ante lignee ora di un'uniforme colorazione bruna ma che nel 1755 erano "dipinte di colore celeste con varij ornamenti di pittura al intorno del muro" (cfr. G. D'Aponte, "Relazione e descrizione della Pianta della Chiesa, Ospedale e Casamenti di ragione della V. Confraternita della S.ma Trinità, 1755, ms.). L'archivio della Confraternita conserva il certificato di autentica delle reliquie dei SS. Massimo, Innocenza e Costanza, rilasciato dal vescovo spagnolo Andujar il 13 luglio 1757, con una sommaria descrizione del reliquiario destinato ad accoglierle: una "thecam ligneam irregularis figurae, intus panno serico rubli coloris copertam, foris vero colore ceruleo pictam, in anteriori parte cristallo munitam". Dello stesso giorno è l'autentica dei "vas sanguinis et capillis" di S. Colomba con una descrizione del reliquiario identica alla precedente, cui segue un analogo certificato emesso questa volta dal cardinale Caracciolo provicario generale del papa il 2 maggio 1757. la "theca ligneam irregularis figurae" va molto probabilmente identificata con i due reliquiari qui presi in esame, tenendo conto anche della sostituzione, avvenuta in epoca relativamente recente, delle reliquie di S. Colomba con quella del Velo della Madonna di Loreto, come testimoniano proprio le vicende di quest'ultima. Il 19 aprile 1751 il frammento del Velo viene collocato "in mediocri theca argentea, formae ovatae, ab una parte crystallo, ex altera vitro munita", ma già nel luglio del 1752 viene concessa licenza ai confratelli di spostarla, "dummodo collocatas in aliquo reliquiario decenter ornato, et non aliter" (per tutti i dati relativi alle licenze e autentiche vescovili sulle reliquie cfr. le carte "Autentiche n. 10 reliquie"). E infatti negli inventari di Luigi e Ottavio Agostino Scorza, rispettivamente del 1755-56 (ma con notizie anche del 1757 e oltre) e del 1782, risulta che il velo è stato sistemato nell'urna reliquiario di S. Felice, mentre quello qui preso in esame, "reliquiario alto di pero verniciato a nero con lastra d'argento e cristallo", custodisce quello di S. Colomba (cfr. Inventari Sforza).. Sistemazione che dovette rimanere stabile fino all'8 gennaio 1913 quando, alla presenza del vescovo Igino Bandi, il Velo trova nuovo assetto "in reliquiario ligneo nigri coloris forme fere quadrangolaris" e le reliquie di S. Colomba "in urna quadrangolari ex ligno nigro confecta". Qui l'identificazione dei due reliquiari con quello "fere quadrangolaris" dell'autentica Bandi, lascia insoddisfatti. E tuttavia che lo scambio sia avvenuto proprio tra la cassa reliquiario di S. Felice con la teca già di S. Colomba sembrerebbe confermato dalla schedatura Valdi del 1928 che documenta proprio questa situazione, rimasta poi invariata fino ad oggi. E' probabile comunque che uno studio dei sigilli possa portare un contributo determinante per la ricostruzione dell'intera vicenda, tanto più che il reliquiario del velo presenta cinque sigilli applicati su nastri recenti e di cui non compare traccia su quello dei SS. Massimo, Innocenza e Costanza. Le notizie fin qui elencate collocano i due reliquiari ala fine del sesto decennio del XVIII secolo. Datazione confermata anche dai caratteri compositivi e stilistici che riprendono formule largamente diffuse nella produzione orafa intorno alla metà de secolo (cfr. "Le botteghe degli argentieri lucchesi del XVIII secolo", catalogo della mostra, Lucca 1981). Va segnalato infine, a testimonianza dell'attenzione e della cura con cui i fedeli circondavano le reliquie, che la spesa di questi due reliquiari fu fatta "dalla nobile signora Maddalena Varesi Montemerlo per scossa del spigolato nelli anni 1755 e 1756 del suo Priorato" (cfr. Scorza, 1755-56) 
Struttura sorgente da uno zoccolo ligneo su cui poggia il fusto con piedini intagliati a voluta e nodo con cornice mistilinea e centinata. La mostra si apre in due lobi laterali con decorazioni a volute ed elementi a conchiglia nella parte inferiore, che inquadrano la teca mistilinea e si restringono in alto a sorreggere il fastigio. Le applicazioni in lamina, mancanti nel reliquiario dei SS. Massimo, Costanza e Innocenza, rifiniscono l'intera struttura con decorazioni fitomorfe e festoncini unghiati. Il reliquiario del Velo reca al centro della teca un frammento di garza nera appoggiato su un cuscinetto rosso e fermato con porzioni di oro e di argento filato. Sul fondo rosa pallido sono applicati gruppi di fiori di stoffa ed il cartiglio dorato. Il retro porta, in corrispondenza della scatola della teca, ha due nastri intrecciati fissati da cinque sigilli vescovili uguali più uno diverso. Continua al campo 'OSSERVAZIONI' 
reliquiario 
Tortona (AL) 
0100030962 
reliquiario a ostensorio 
proprietà Ente pubblico territoriale 
legno/ intaglio/ pittura 
rame/ laminazione/ sbalzo/ argentatura 
filo d'argento 
ceralacca/ impressione 
garza 
filo dorato 
bibliografia di confronto: Botteghe degli - 1981 

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