portone, opera isolata - bottega piemontese (inizio sec. XVIII)

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portone, opera isolata
portone, opera isolata - bottega piemontese (inizio sec. XVIII) 
portone, opera isolata - bottega piemontese (inizio sec. XVIII) 
1700-1710 
Il portone ha due battenti, ognuno ripartito in quattro pannelli rettangolari, più grandi quelli centrali e di minor dimensione quelli posti alle estremità, decorati con motivi mistilinei 
portone (opera isolata) 
00033534 
01 
0100033534 
La cappella è menzionata per la prima volta nella Visita Pastorale di Girolamo Francesco Miroglio, del 1663: "Visitata la chiesa di S. Bartolomeo alla cascina delle Garavoglie. Si provveda dei candelieri ed una croce d'altare, si abbassi la pietra sacra" (Miroglio). Notizie sulla situazione amministrativa si ricavano da un fascicolo sciolto in data 1689 e 1709: "Non è di patronato di alcuno nè ha redditi ma si mantiene con limosine le quali vengono amministrate dal cappellano il quale ne rende conto al prevosto, non sapendo quando sia stata fondata.. Ancora la Visita Miroglio, nel 1668: "si faccia fare una porta di detta chiesa o accomodare quella che vi è". Infatti, nel 1723 la Visita Pastorale di Pietro Secondo Radicati registra: "La fabrica di questa chiesa è isolata, vi è un portico avanti, la porta è nuova e ben sicura, il pavimento è sodo...a risserva della volta sopra il presbiterio. Le muraglie sono imbiancate. Vi è una picciol sagristia, attigua a cui vi è il campanile. Questa chiesa ha di proprio tre giornate circa di beni alquanto sterili" (Radicati). La situazione generale della cappella sembra che sia stata sempre abbastanza buona, come attesta anche un documento tardo dell'Archivio Parrocchiale, datato 1818, che elenca i vari legati istituiti da privati a favore dell'edificio sacro e come dimostrano gli arredi rimasti e la cura che se ne ha. In base ai dati di stile e alle notizie ricavate dalle Visite Pastorali, la datazione del portale può essere riferita al primo quarto del XVIII secolo, quando i dettami di una produzione che presenta motivi mistilinei, molto diffusa e frequente nell'opera dei "legnamari" attivi nel Seicento e Settecento in zona Bielese-Vercellese, messa in luce in particolare dagli studi del Lebole (cfr. D. Lebole, "La chiesa biellese nella storia e nell'arte, Biella 1962) 
Il portone ha due battenti, ognuno ripartito in quattro pannelli rettangolari, più grandi quelli centrali e di minor dimensione quelli posti alle estremità, decorati con motivi mistilinei 
portone 
Livorno Ferraris (VC) 
0100033534 
portone 
proprietà Ente religioso cattolico 
legno/ intaglio/ verniciatura 
bibliografia di confronto: Lebole D - 1962 

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