calice, opera isolata by Meissonnier Stefano (primo quarto sec. XVIII)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/0100034459 an entity of type: HistoricOrArtisticProperty
calice, opera isolata
calice, opera isolata di Meissonnier Stefano (primo quarto sec. XVIII)
calice, opera isolata by Meissonnier Stefano (primo quarto sec. XVIII)
post 1700-ante 1724
Base circolare con bordo a gradino e fascia bombata a foglie d'acanto rovesciate, seguita da un altro gradino; specchio bombato con motivi vegetali sbalzati su fondo granito, formanti tre cartelle intervallate da teste di cherubini. Nelle cartelle sono raffigurati la Vergine Annunziata, l'Angelo (a mezzo busto) e l'iscrizione in lettere capitali. Un motivo a foglie rovesciate orna il raccordo al fusto, costruito a nodi baccellati e a gole, il nodo centrale a vaso, ornato di tre teste di cherubini e corone di rose. Il reggi-coppa riprende, in lamina sbalzata e tagliata, rami e cherubini. Coppa dorata; fusto e coppa sono avvitati
calice (opera isolata)
00034459
01
0100034459
Il punzone dell'argentiere è segnalato dal Bargoni (cfr. A. Bargoni, Mastri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino, 1976), né compare nell'elenco dei maestri da lui pubblicato un nome con le iniziali S e M cui sia attribuito un marchio come quello rilevato su questo calice. Tuttavia, il modello dello stesso, il tipo del nodo, il disegno delle fogie rovesciate sul bordo esterno del piede, in assenza di elementi di gusto rocailles, suggeriscono una collocazione entro il primo quarto del secolo XVIII, poiché ripetono una formula ancora seicentesca, comune sia nella Francia di Luigi XIV, sia negli esemplari di primo Settecento, individuati nel territorio dei Savoia, da Chambery alla Valle di Susa (cfr. G. Romano, in Valle di Susa. Arte e Storia dall'XI al XVIII secolo, catalogo della mostra, Torino, 1977, pp. 166-167). Il marchio d'assaggio, con lo scudo sabaudo coronato e una lettera G a sinistra, per quanto incompleto, può suggerire, in questo contesto stilistico, sia il nome di Gaspare DeRiva, assaggiatore alla Zecca di Torino dal 1679 a tutto il 1716, sia quello di un membro della famiglia Rasetto, attiva nella prima metà del secolo XVIII. La qualità dell'oggetto non è tale da far pensare ad un argentiere di gran nome, ma si tratta con ogni probabilità - e la presenza di altri tre esemplari molto simili nella stessa SS. Annunziata (cfr. le schede cartacee 140 e n. 0100034458 e 0100034459) lo comproverebbe - di produzione di modesto impegno, eseguita per l'uso corrente e quindi di gusto tradizionale e di prezzo accessibile. Tenendo conto di queste considerazioni, sarebbe possibile proporre l'identificazione della sigla dell'argentiere con le iniziali di Stefano Meissonnier, attivo per decenni a Torino, fra Seicento e Settecento (le notizie su di lui finora pubblicate lo danno residente a Torino nel 1705, quarantacinquenne e ancora attivo nel 1734, cfr. A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1968, vol. III, ad vocem). Tuttavia una gentile comunicazione orale dello studioso olandese Peter Führing ha segnalato la prsenza, nell'Archivio di Stato di Torino dei documenti relativi alla famiglia, da cui risulta che Stefano Meissonnier morì a Torino nel 1745. Nell'Archivio della Confraternita della SS. Annunziata, nel libro dei "conti del Sindaco Francesco Antonio Stroppiana anni 1706-08", al n. 3 del 15 marzo 1706, si citano due calici d'argento, uno "riffatto" e uno nuovo pagati al "S.r Stefano Messon." e di questi due pagamenti si conserva quietanza nello stesso libretto, a firma di Stefano Meissonier. Del secondo pagamento si dice: "più al med. per prezzo d'altro calice d'arg.to et patena di peso onc. 22 e 3/8 a 7 cad. onc. inclusa la fattura come per altra quitt. del med. ultimo Xbre 1706, L. 155.17.6". In assenza di possibili confronti con opere certe dell'argentiere Meissonier, l'accostamento del documento all'oggetto vale quanto la constatazione di una coincidenza, tuttavia, da segnalarsi. Rimane aperto il problema del terzo marchio, del quale non sono state rintrcciate possibili spiegazioni. Va comunque sottolineata l'ambiguità di lettura del marchio di assaggio che potrebbe anche appartenere ad un funzionario successivo al De Riva, intorno agli anni '20-'30 del secolo, fatto che non escluderebbe, in qualità di autore il Meissionier, ma escluderebbe la connessione con il documento del 1706
Base circolare con bordo a gradino e fascia bombata a foglie d'acanto rovesciate, seguita da un altro gradino; specchio bombato con motivi vegetali sbalzati su fondo granito, formanti tre cartelle intervallate da teste di cherubini. Nelle cartelle sono raffigurati la Vergine Annunziata, l'Angelo (a mezzo busto) e l'iscrizione in lettere capitali. Un motivo a foglie rovesciate orna il raccordo al fusto, costruito a nodi baccellati e a gole, il nodo centrale a vaso, ornato di tre teste di cherubini e corone di rose. Il reggi-coppa riprende, in lamina sbalzata e tagliata, rami e cherubini. Coppa dorata; fusto e coppa sono avvitati
calice
Torino (TO)
0100034459
calice
proprietà Ente religioso cattolico
argento/ doratura/ sbalzo/ cesellatura/ fusione/ punzonatura
bibliografia specifica: Baudi di Vesme A - 1968
bibliografia specifica: Bargoni A - 1976
bibliografia specifica: Romano G - 1977