reliquiario - a ostensorio, opera isolata - bottega piemontese (metà sec. XIX)

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reliquiario, a ostensorio, opera isolata
reliquiario - a ostensorio, opera isolata - bottega piemontese (metà sec. XIX) 
reliquiario - a ostensorio, opera isolata - bottega piemontese (metà sec. XIX) 
1850-1850 
Il reliquiario è costituito da un'anima in legno coperta sul fronte da un sottile foglio di lamina di colore rosso-viola, su cui è applicata a sua volta una lamina in rame argentato, sbalzato e cesellato. Su una base li8gnea dorata sul fronte si innestano due peducci con profili mistilinei, decorati sul fronte con ghirlande floreali e volute e con al centro il simbolo del Sacro Cuore. Analoghi motivi sono ripresi sullo stelo che congiunge il corpo inferiore alla mostra. Questa è formata da una corona di nuvole arricchita sui bordi da una raggiera e conclusa nella parte superiore da una crocetta con i bracci trilobati. Attualmente manca la teca per le raliquie, che doveva essere posta al centro, nrllo spazio a giorno definito da una cornice a volute 
reliquiario (a ostensorio, opera isolata) 
00037827 
01 
0100037827 
Vescovo di Mondovì dal 1842 al 1873, il domenicano Tommaso Gilardi è già stato ricordato per i numerosi acquisti con cui tenta, proseguendo l'opera iniziata dal vescovo Vitale e quindi dal Buglione, di ricostruire il tesoro del Santuario andato quasi completamente disperso in seguito alle spoliazioni napoleoniche (cfr. A. Quazza, "Un tempo vescovo... ora patrono in cielo: mito e testimonianze ghisleriane a Mondovì", in C. Spantigati-G. Ieni (a cura di), "Pio V e Santa Croce di Bosco - Aspetti di una committenza papale", catalogo della mostra, Alessandria 1985; per l adispersione del tesoro del Santuario cfr. A. Michelotti, "Storia di Mondovì" Mondovì 1921). Non sono però note le circostanze in cui il reliquiario passò al Santuario dalla Confraternita di S. Filippo Neri, la cui sede era presso la parrocchiale di S. Donato di Vico (cfr. G. Casalis, "Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna", Torino 1842, vol. XXV). A Vicoforte il Vescovo è anche ricordato da un dipinto ad olio su tela firmato da un certo sacerdote Matteo Vachero e datato "Chiusa Pesio 1923", conservato nel museo del Santuario. Dal punto di vista stilistico il reliquiario ripropone alcuni motivi già diffusi all'inizio del secolo(per cui si veda ad esempio il reliquiario di Giovanni Riccardi del 1816 conservato nella Cattedrale di Mondovì e reso noto da A. Quazza (op. cit), alternati però ad elementi diversi, in una profusione decorativa caratteristica del gusto eclettico ottocentesco. Del tutto originale appare infine l'esecuzione tecnica, soprattutto per la presenza della lamina violacea che crea una bicromia per ora inedita nei repertori degli argentieri del XIX secolo 
Il reliquiario è costituito da un'anima in legno coperta sul fronte da un sottile foglio di lamina di colore rosso-viola, su cui è applicata a sua volta una lamina in rame argentato, sbalzato e cesellato. Su una base li8gnea dorata sul fronte si innestano due peducci con profili mistilinei, decorati sul fronte con ghirlande floreali e volute e con al centro il simbolo del Sacro Cuore. Analoghi motivi sono ripresi sullo stelo che congiunge il corpo inferiore alla mostra. Questa è formata da una corona di nuvole arricchita sui bordi da una raggiera e conclusa nella parte superiore da una crocetta con i bracci trilobati. Attualmente manca la teca per le raliquie, che doveva essere posta al centro, nrllo spazio a giorno definito da una cornice a volute 
reliquiario 
Vicoforte (CN) 
0100037827 
reliquiario a ostensorio 
proprietà Ente religioso cattolico 
metallo/ laminazione 
legno/ intaglio/ argentatura/ doratura 
rame/ sbalzo/ argentatura 
bibliografia di confronto: Michelotti A - 1921 
bibliografia di confronto: Spanticati C./ Ieni G - 1985 

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