stauroteca, opera isolata - bottega piemontese (seconda metà sec. XVIII)

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stauroteca, opera isolata
stauroteca, opera isolata - bottega piemontese (seconda metà sec. XVIII) 
stauroteca, opera isolata - bottega piemontese (seconda metà sec. XVIII) 
1750-1799 
Il reliquiario è dorato a foglia su una preparazione tradizionale di stucco e bolo. Su un supporto ovale a due scalini sono fissati due peducci a voluta che salendo si intrecciano asimmetricamente e si ricongiungono in prossimità della parte inferiore della teca. Questa è incorniciata da un ovale perlinato e contornata sui lati da due lobi simmetrici con profili a volute. Dalla mostra pende un festone decorato con motivi di foglie lanceolate. Sul fastigio si innesta una crocetta a terminali trilobati sostenuta sul retro da un listino di legno incollato. La reliquia lignea a forma di croce è racchiusa all'interno della teca in una croce di cristallo incorniciata da una filigrana d'argento e appoggiata su uno sfondo di damasco rosso. Sul retro la teca è chiusa da un pezzo di crtone fermato da quattro lunette in metallo sigillate con della carta incollata. Il reliquiario è racchiuso in una custodia di vetro poggiante su un piedistallo circolare in legno verniciato 
stauroteca (opera isolata) 
00037836 
01 
0100037836 
Il reliquiario, di forme aggraziate, è costruito secondo un modello compositivo molto diffuso durante tutto l'arco del XVIII secolo, come è stato osservato a proposito di due reliquiari di struttura simile a questo conservati nella chiesa di S. Lorenzo di Trino (cfr. A. Bondi, "Inventario Trinese. Fonti e documenti figurativi", catalogo della mostra, Trino 1980, scheda n° 37 di L. Angelino). Un confronto più preciso per quanto riguarda i motivi decorativi si trova però nella serie di tr cartegloria datate tra 1770 e 1790 conservate nella chiesa parrocchiale di Testona, che presentano lo stesso tipo di perlinatura e di ghirlanda vegetale, oltre che ad una più generica affinità nell'utilizzo delle volute (cfr. A. Panzetta in AA.VV., "Ricerche a Testona", catalogo della mostra, Testona 1980-1981, scheda n° 75). Viste le discrete analogie il reliquiario sembrerebbe databile ad un giro di anni non troppo lontano da quella data. Prima di giungere al Santuario la stauroteca apparteneva a Dino Carboneri, dalla cui moglie fu donato nel 1981 (comunicazione orale di don Nasi) 
Il reliquiario è dorato a foglia su una preparazione tradizionale di stucco e bolo. Su un supporto ovale a due scalini sono fissati due peducci a voluta che salendo si intrecciano asimmetricamente e si ricongiungono in prossimità della parte inferiore della teca. Questa è incorniciata da un ovale perlinato e contornata sui lati da due lobi simmetrici con profili a volute. Dalla mostra pende un festone decorato con motivi di foglie lanceolate. Sul fastigio si innesta una crocetta a terminali trilobati sostenuta sul retro da un listino di legno incollato. La reliquia lignea a forma di croce è racchiusa all'interno della teca in una croce di cristallo incorniciata da una filigrana d'argento e appoggiata su uno sfondo di damasco rosso. Sul retro la teca è chiusa da un pezzo di crtone fermato da quattro lunette in metallo sigillate con della carta incollata. Il reliquiario è racchiuso in una custodia di vetro poggiante su un piedistallo circolare in legno verniciato 
stauroteca 
Vicoforte (CN) 
0100037836 
stauroteca 
proprietà Ente religioso cattolico 
carta 
cristallo 
cotone 
legno/ intaglio/ doratura/ verniciatura 
argento/ filigrana 
seta/ damascata 
bibliografia di confronto: Angelino L - 1980 
bibliografia di confronto: Panzetta A - 1980 

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