Castità (dipinto, opera isolata) by Vacca Luigi, Gonin Francesco (metà sec. XIX)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/0100142110 an entity of type: HistoricOrArtisticProperty
dipinto, opera isolata Castità
Castità (dipinto, opera isolata) by Vacca Luigi, Gonin Francesco (metà sec. XIX)
Castità (dipinto, opera isolata) di Vacca Luigi, Gonin Francesco (metà sec. XIX)
1840-1860
Figura femminile avvolta in un manto rosso-verde, che le copre il capo lasciando nude le spalle. Con la mano destra regge un frustino, mentre con la sinistra sembra stringere al petto un teschio
dipinto (opera isolata)
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Non ha un'identificazione iconografica precisa: la più probabile è quella della Castità. E' maggiormente evidente l'intervento di un aiuto. Sostituisce con gli altri lacunari affrescati una decorazione plastico-pittorica (Craveri G.G.,1753) rimossa verosimilmente in anni prossimi all'intervento pittorico sulla cupola (Casalis G., 1851). Tenendo conto che i lacunari si alternano a finestre e riquadri marmorei, da riferire, per l'omogeneità del disegno e dei marmi utilizzati, al rivestimento parietale sottostante, è probabile che sostituiscano le cariatidi ricordate ancora da Stefani G. e Mondo D. (1852) e da Baricco P. (1869). La figura è parte di una serie di riquadri (complessivamente sei), ognuno con soggetti differenti e di non sempre chiara identificazione. Per questro motivo è difficile riconoscere un programma iconografico preciso.La Confraternita della SS. Trinità fu fondata nel 1577 nella chiesa di S. Pietro del Gallo, trasferita nel 1598 presso la chiesa di S. Agnese. In questi anni la moglie del pittore Carracha aveva donato alla chiesa di S. Pietro la tavola della Madonna del Popolo, poi rivendicata dalla parrocchia di S. Pietro e dalla Confraternita della SS. Trinità, e ora conservata presso l'altare sinistro della chiesa. In questa stessa epoca la Confraternita bandì un concorso per la costruzione della chiesa, ma non essendo rimasta soddisfatta dell'esito attribuì l'incarico ad Ascanio Vitozzi, già iscritto alla Confraternita e successivamente sepolto nella chiesa. Nel 1606 la chiesa fu aperta al culto, anche se mancante ancora della cupola. Nel 1627 furono immessi i Teatini, secondo il desiderio del Card. Maurizio, priore della compagnia, e tre anni dopo furono costretti ad andarsene. Nel 1635 si iniziò la sistemazione dell'altare della Madonna del Popolo, finanziata dal confratello Silvestro Monteoliveto, sepolto nella chiesa, che incaricò dei lavori Carlo Castellamonte. L'anno precedente la cappella antistante, dedicata ai SS. Stefano e Agnese, era stata concessa all'astigiano Marcantonio Gambetta. La cupola fu compiuta soltanto nel 1664. Nel 1699 fu iniziato l'altare maggiore, eseguito dal luganese Francesco Aprile sul modello di Giovanni Valle. Nel 1707 fu eseguito il pavimento, su disegno dell'ingegner Bertola, sostituito poi tra il 1848 e il 1850. Entro i primi due decenni del XVIII secolo venne eseguita la decorazione a stucco del coro, destinata a fungere da cornice ad una galleria di dipinti, con l'ovato della Trinità di Daniel Seiter e due sculture di Carlo Antonio Tantardini. (segue in OSS)
33 C 81 20 : 31 F 11
Castità
Figura femminile avvolta in un manto rosso-verde, che le copre il capo lasciando nude le spalle. Con la mano destra regge un frustino, mentre con la sinistra sembra stringere al petto un teschio
Castità
Torino (TO)
0100142110
dipinto
proprietà Ente religioso cattolico
muratura/ pittura
bibliografia specifica: Baricco P - 1869
bibliografia specifica: Casalis G - 1851
bibliografia specifica: Craveri G.G - 1753
bibliografia specifica: Stefani G./ Mondo D - 1852