ritratto di Umberto di Villars (dipinto, ciclo) di Pianello Giovanni Battista (secondo quarto sec. XIX)

https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/0100204114 entità di tipo: HistoricOrArtisticProperty

dipinto, ciclo ritratto di Umberto di Villars
enit
ritratto di Umberto di Villars (dipinto, ciclo) di Pianello Giovanni Battista (secondo quarto sec. XIX) 
1842-1843 
Dipinto entro cornice lignea intagliata, dorata, da cui pende cartiglio entro cornicetta dorata con iscrizione a penna sul lato anteriore "Umberto di Villars-Seyssel/ 445". Ritrae Umberto di Villars a mezzo busto, leggermente di tre quarti, con corazza e gorgiera bianca, sullo sfondo di un tendone di colore verde. Nella parte inferiore del dipinto fascia chiara con iscrizione in stampatello 
dipinto (ciclo) 
1830  282  s.n  5921 
00204114 
01 
0100204114 
Il dipinto appartiene alla serie di settantadue tele raffiguranti Cavalieri dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata commissionate dalla regina Maria Cristina, vedova di Carlo Felice, per la Galleria della Chiesa del Castello di Agliè. Il ciclo fu inaugurato dal ritratto del "governatore di Torino Sallier de La Tour, il comandante delle truppe nel 1821, e ministro degli esteri di Carlo Felice, dipinto nel 1841 dal Capisani (bozzetto a Racconigi)" (cfr. E. Castelnuovo-M. Rosci, a cura di, "Cultura figurativa e architettonica negli stati del Re di Sardegna 1773-1861", catalogo della mostra, Torino 1980, v. I p. 396 di Marco Rosci). Al dipinto di grandi dimensioni (cm. 176 x 108) furono accostati, come pendant, il ritratto di Guglielmo di Grandson (226 x 158 cm.) realizzato da Francesco Sampietro e poi il gruppo di tele più piccole (cm. 70 x 50 circa). La scelta tematica della serie s'inserisce nel filone programmatico di esaltazione dinastica condiviso dal nuovo sovrano Carlo Alberto, promotore di progetti analoghi a decorazione della Galleria del Daniele e della Sala del Caffè di Palazzo Reale a Torino, distinguendosi però nella scelta degli artisti coinvolti. La regina infatti, in autonomia dalla sfera ufficiale, predilesse giovani pittori degli stati sardi e vincitori del pensionato a Roma come Angelo Capisani, Gaetano Gallino, Michelangelo Pittatore, Carlo Frigiolini, Francesco Sampietro e Francesco Cusa. Nell'inventario del 1984 redatto da Elena Ragusa e Barbara Fioravanti l'attribuzione del dipinto è data a Francesco Cusa, (Rimella (VC) 29 giugno 1803 o 1813 - Torino febbraio 1850) artista valsesiano di formazione romana fratello del più noto Michele, che avrebbe dipinto anche altri tredici ritratti catalogati in questa occasione. In una serie archivistica in fase di riordino (ASTO, Archivio Duca di Genova, Casa di Maria Cristina, Carte varie, m. 42, fasc. 5) è stata però reperita una scrittura privata firmata a Roma il 18 aprile 1842 da Giovanni Battista Pianello per "otto ritratti dei primi cavalieri del collare della SS.ma Nunziata", tra cui anche il dipinto in questione. Nel documento si legge che i ritratti furono valutati 144 scudi romani (18 l'uno) e che dovevano essere terminati "parte nel corrente dell'anno 1842 e parte nell'anno 1843". I soggetti scelti erano "i seguenti cavalieri creati da Amedeo VIII nell'anno 1410: 1. Antonio di Grolée Signore di Grolée/ 2. Gerardo di Ternier Signor di Ternier/ 3. Giovanni de la Chambre Signore de la Chambre/ 4. Gioanni di Lugny Signore di Lugny. Cavalieri creati nell'anno 1413: 5. Giacomo di Villette Signore di Chevron/ 6. Gasparre de Montmajeur Signore di Villar-Salet/ 7. Umberto di villars Signore di Thoire (?)/ 8. Giacomo Miolans Signore della Valle di Miolans". L'ipotesi attributiva primaria qui formulata dunque si basa su tale documento, pur non escludendo la possibilità che all'incarico possa non essere seguita l'esecuzione delle opere. Giovanni Battista Pianello (Genova 1812 - Chiavari 1866), dopo vari viaggi a Bologna, Spoleto, Perugia e Macerata al seguito di monsignor Adriano Fieschi, durante i quali intraprese lo studio delle arti figurative e letterarie, frequentò l'Accademia di San Luca a Roma come allievo di Coghetti e del Minardi. Tornato in patria dipinse soggetti sacri a Lavagna e Chiavari, poi tornò a Roma, dove lavorò in San Paolo fuori le mura, e dopo ancora, intorno al 1860, fece definitivamente ritorno in Liguria dipingendo a Chiavari, Santa Margherita Ligure e Genova-Sestri. La tela ritrae Umberto di Villars, Signore di Thoire, Rossillion e Montdidier, investito da Amedeo VIII negli anni 1414-1430 
61 B 2 (UMBERTO DI VILLARS) 11 
ritratto di Umberto di Villars 
Dipinto entro cornice lignea intagliata, dorata, da cui pende cartiglio entro cornicetta dorata con iscrizione a penna sul lato anteriore "Umberto di Villars-Seyssel/ 445". Ritrae Umberto di Villars a mezzo busto, leggermente di tre quarti, con corazza e gorgiera bianca, sullo sfondo di un tendone di colore verde. Nella parte inferiore del dipinto fascia chiara con iscrizione in stampatello 
ritratto di Umberto di Villars 
Agliè (TO) 
0100204114 
dipinto 
proprietà Stato 
tela/ pittura a olio 
bibliografia di confronto: Bellini E - 1998 
bibliografia di confronto: Castelnuovo E./ Rosci M - 1980 
bibliografia di confronto: Michelangelo Pittatore - 1983 
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seguo le relazioni inverse