La porta di Dolo, veduta prospettica (dipinto, opera isolata) di Guardi Francesco (ultimo quarto sec. XVIII)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/0100350774 entità di tipo: HistoricOrArtisticProperty
dipinto, opera isolata veduta prospettica
enit
La porta di Dolo, veduta prospettica (dipinto, opera isolata) di Guardi Francesco (ultimo quarto sec. XVIII)
post 1780-ante 1793
Tela di supporto montata su telaio ligneo a incastro
La porta di Dolo, veduta prospettica (dipinto, opera isolata)
418
589
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00350774
01
0100350774
Il dipinto en pendant con L’interno del cortile di un palazzo (inv. 417) fu acquistato dalla Galleria Sabauda dal conte Ippolito Cibrario nel 1875. Jacobsen (1897), vedendoli esposti nel Palazzo dell’Accademia delle Scienze di Torino, li giudicava “geniali” creazioni del maestro veneziano insieme al Capriccio con case rustiche in riva alla laguna (inv. 632). Simonson (1904) confermava pienamente l’autografia del quadro, così come Pacchioni (1932), Buscaroli (1935) e la Gabrielli (1971), la quale però riferiva anche le perplessità espresse oralmente dall’Arslan, sottolineando a sua volta uno stato di conservazione non ottimale della pellicola pittorica, impoverita dei colori originari e viceversa caratterizzata dall’eccessivo risalto dei bruni e delle biacche. Morassi (1973), come la Rossi Bortolatto (1974), lo inseriva nel corpus delle opere tarde del pittore nonostante la qualità a suo giudizio modesta e lo accostava nel taglio orizzontale della veduta e nella disposizione delle figure a una tavola di collezione privata inglese (Morassi, 1973, p. 254). Rilevava inoltre che lo scorcio rappresentato, con la chiusa d’acqua sul fiume Brenta in prossimità di Dolo, fosse stato più volte replicato da Guardi in un disegno preparatorio del Museo Correr di Venezia che reca un’iscrizione probabilmente autografa (Cfr. Zampetti, 1965, p. 264) e in una serie di almeno otto varianti pittoriche, accostabili al genere del capriccio piuttosto che alla veduta vera e propria. Ipotizza infatti che il pittore avesse potuto trarre generica ispirazione dal quadro di Canaletto dell’Ashmnolean Museum di Oxford e dalle dall’incisioni canalettiane del Porto di Dolo e di Mestre, scegliendo però di spostare più indietro il punto di vista e misurandosi in una sorta di “‘divertimento pittorico’, anziché in una veduta d’impegno (…) ricca di elementi topografici e figurali”. Tra queste le versioni di maggior pregio si conservano presso la collezione Worms di Parigi, la Fondazione Calouste Gulbenkian di Lisbona - che invero prevede una riduzione del formato - e presso l’Arts Institute di Detroit. Sono altresì note le redazioni della National Gallery of Victoria di Melbourne, quella un tempo presso Agnew di Londra, di Assheton Bennett (già Fauchier-Magnan) e la versione miniaturizzata su tavola già di collezione James de Rothschild a Parigi, battuta all’asta del Palais Galliera il 1 dicembre 1966 e alla quale Morassi riconosceva il primato per finezza esecutiva (Morassi, 1973, p. 254, 435-436)
25 II 1 (+1)
veduta prospettica
La porta di Dolo
Tela di supporto montata su telaio ligneo a incastro
veduta prospettica, La porta di Dolo
Torino (TO)
0100350774
dipinto
proprietà Stato
tela/ pittura a olio
bibliografia di confronto: Zampetti, Pietro - 1965
bibliografia specifica: Bernardi, Marziano - 1968
bibliografia specifica: Buscaroli, Rezio - 1935
bibliografia specifica: Gabrielli, Noemi - 1959
bibliografia specifica: Gabrielli, Noemi - 1965
bibliografia specifica: Gabrielli, Noemi - 1971
bibliografia specifica: Gamba, F - 1879
bibliografia specifica: Morassi, Antonio - 1973
bibliografia specifica: Simonson, Georg A - 1904
bibliografia specifica: Rossi Bortolatto, Luigina - 1974
bibliografia specifica: Pacchioni, Guglielmo - 1932
bibliografia specifica: [Baudi di Vesme, Alessandro] - 1909
bibliografia specifica: Baudi di Vesme, Alessandro - 1897
bibliografia specifica: [Baudi di Vesme, Alessandro] - 1899