tappezzeria by Palagi Pelagio, Manifattura Solei (secondo quarto sec. XIX)

https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/0100401358 an entity of type: HistoricOrArtisticProperty

tappezzeria
tappezzeria di Palagi Pelagio, Manifattura Solei (secondo quarto sec. XIX) 
tappezzeria by Palagi Pelagio, Manifattura Solei (secondo quarto sec. XIX) 
tappezzeria 
Il tessuto riveste tutte le pareti della sala per l’intera altezza, al di sopra del lambriggio e fino all’imposta della volta. La tappezzeria è composta da una serie di teli, accostati nel senso dell’altezza, in damasco di seta. Disegno a grosso modulo, entro maglie romboidali costituite da corolle floreali e fogliette. Si alternano file con un'infiorescenza che riprende la stessa forma a losanga, costituita da foglie che ricordano i pampini e bacche, e file in cui entro una seconda cornice romboidale è posto un cesto dalla forma troncoconica contenente pomi e uva. Tralci di vite con pampini scendono ai lati, simmetricamente, lungo il profilo del cesto. In corrispondenza della cornice di innesto della volta corre una fascia di tessuto differente dal fondo unito rosaceo, con motivo a corolle floreali ricamato e frangia che ne profila il bordo 
post 1837-ante 1848 
0100401358 
tappezzeria 
00401358 
01 
0100401358 
Gabinetto inserito tra gli spazi dell’Appartamento d’Inverno, allestito a partire dal 1733 per la seconda consorte di Carlo Emanuele III, Polissena d’Assia, l’ambiente fu soggetto ai lavori di rifunzionalizzazione che interessarono le sale sei-settecentesche del piano nobile di Palazzo Reale per volontà di Carlo Alberto. Gli interventi impegnarono vari professionisti per circa un decennio, tra il 1837 e il 1848, sotto la direzione del poliedrico Pelagio Palagi, progettista di interni, architetto, collezionista, dal 1833 nominato, per volontà di re Carlo Alberto, “pittore preposto alla decorazione dei Reali Palazzi”. Non sono stati pubblicati dalla storiografia documenti significativi in merito alla trasformazione di questa stanza. La prima guida del Palazzo che descrive l’assetto voluto dal sovrano, compilata da Clemente Rovere, evidenziò la semplicità del mobilio, limitandosi a menzionare come opera degna di nota in questa sala la tavola cinquecentesca della Madonna con Bambino, santi e donatore, qui erroneamente riferita a Macrino d’Alba, e ricordando l’esistenza di “memorie di famiglia del compianto Sovrano: entro alcuni scaffali si veggono le divise de’ suoi ordini equestri”. Gli inventari patrimoniali redatti tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e il primo Novecento restituiscono una serie di elementi d’arredo impiallacciati in mogano, forse in parte originariamente eseguiti da Gabriele Capello detto il Moncalvo, su disegno del Bolognese, per l’appartamento di Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena, allestito in occasione delle nozze con Vittorio Emanuele II, celebrate nel 1842. A metà Ottocento il Rovere riportava quale primo elemento della Camera da Letto di re Carlo Alberto che era “tutta tappezzata di seta verde”. Negli inventari compilati tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e il primo Novecento il parato di rivestimento risulta essere sempre il medesimo e uguale per tipo di tessuto, colore e decoro a quello attualmente presente, en suite con le mantovane. Benché manchino studi specifici, è da ipotizzarsi che il disegno si debba a Pelagio Palagi e che l’esecuzione sia stata affidata a una manifattura torinese, forse quella del noto Bernardo Solei, cui si dovette il rivestimento delle pareti delle vicine Sale del Trono, dell’Udienza e del Consiglio, oppure ad artigiani milanesi cui spesso Palagi si rivolse durante i decenni al servizio di Casa Savoia. Palagi venne richiesto di curare il disegno, la scelta dei materiali e dei professionisti anche per l’esecuzione di parti d’arredo fisse, dalla decorazione dei soffitti ai pavimenti, alle tappezziere, battenti di porte, ai camini, candelabri e “aste per drapperie”, al fine di creare ambienti caratterizzati da una forte unità decorativa in cui le arti “maggiori” e “minori” trovassero una perfetta sintesi espressiva. Non è da escludere, tuttavia, che parti del parato siano state rifatte in occasione dei lavori che interessarono il Palazzo per il centenario dell’Unità d’Italia nel 1961 
soggetto assente 
Il tessuto riveste tutte le pareti della sala per l’intera altezza, al di sopra del lambriggio e fino all’imposta della volta. La tappezzeria è composta da una serie di teli, accostati nel senso dell’altezza, in damasco di seta. Disegno a grosso modulo, entro maglie romboidali costituite da corolle floreali e fogliette. Si alternano file con un'infiorescenza che riprende la stessa forma a losanga, costituita da foglie che ricordano i pampini e bacche, e file in cui entro una seconda cornice romboidale è posto un cesto dalla forma troncoconica contenente pomi e uva. Tralci di vite con pampini scendono ai lati, simmetricamente, lungo il profilo del cesto. In corrispondenza della cornice di innesto della volta corre una fascia di tessuto differente dal fondo unito rosaceo, con motivo a corolle floreali ricamato e frangia che ne profila il bordo 
Torino (TO) 
proprietà Stato 
tappezzeria 
seta/ damasco 
seta/ ricamo 
filo di seta/ attorcigliamento 
filo di seta 
bibliografia specifica: Antonetto, Roberto - 2004 
bibliografia specifica: Rovere, Clemente - 1858 
bibliografia specifica: Palazzo Reale a Torino. Allestire gli appartamenti dei sovrani (1658-1789) - 2016 
bibliografia di confronto: Pelagio Palagi artista e collezionista - 1976 

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