San Bartolomeo nell'atto di Sanare gli storpi e altri ammalati (pala d'altare, opera isolata) by Discepoli Giovan Battista detto Zoppo di Lugano (attribuito) (sec. XVII)

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pala d'altare, opera isolata, sopra l'altare San Bartolomeo nell'atto di Sanare gli storpi e altri ammalati
San Bartolomeo nell'atto di Sanare gli storpi e altri ammalati (pala d'altare, opera isolata) by Discepoli Giovan Battista detto Zoppo di Lugano (attribuito) (sec. XVII) 
San Bartolomeo nell'atto di Sanare gli storpi e altri ammalati (pala d'altare, opera isolata) di Discepoli Giovan Battista detto Zoppo di Lugano (attribuito) (sec. XVII) 
1643-1643 
pala d'altare (opera isolata) 
00202206 
03 
0300202206 
La bella tela, tipicamente seicentesca, di impasto corposo, avvolta in un profondo velo atmosferico, che rappresenta S. Bartolomeo nell'atto di sanare gli storpi e altri ammalati non ha ancora trovato una attribuzione convincente. Il primo storico che ne parla è Francesco Bartoli (in "La Pittura, scultura ed architettura delle Chiese e di altri Luoghi Pubblici di Bergamo", Vicenza 1774, p. 6), che la dice opera di Giovan Battista Discepoli detto lo Zoppo di Lugano (1490-1650 ca.) e questa attribuzione è rimasta incollata fino ai nostri giorni. Ma già Andrea Pasta (in "Le pitture notabili di Bergamo, che sono esposte alla vista del pubblico", Bergamo 1775, p. 110) la dice "opera ben concepita, toccata di gusto, forte e insieme limata, che viene attribuita ma senza positiva certezza a G. B. Discepoli". E aggiunge poi a piè di pagina, nella nota 2, una importante notizia: "Nell' archivio del convento dei Domenicani non si trova chi abbia dipinto il quadro di S. Bartolomeo; si sa solamente che il padre Costanzo Maria Ubiali da Verdello fece pagare al Reverendissimo Commissario del S. Ofizio in Roma l'anno 1643 lire 275 a conto del suddetto quadro, fatto quivi fare a sue spese per lo prezzo di 80 scudi romani". La nota del Pasta trova corrispondenza nel fatto che il Rev. Commissario del S. Uffizio in Roma in quegli anni era fra Giovanni Battista da Martinengo (in provincia di Bergamo), quindi un lombardo ben noto ai padri domenicani di San Bartolomeo, eletto il 7 luglio 1639 e morto nel novembre del 1649 (da P. Innocentio Taurisano 0. P., Hierarchia Ordinis Predicatorum, Romae 1916, p.74). Sappiamo pure che in attesa dell'arrivo del dipinto a Bergamo "p. Costanzo Maria da Verdello spese per far fare il telaro del quadro con ferri, et coperte di tela, corda e fatture L. 64" (P. Basilio Bottagisi, Cro-naca, 1643, f. 55 r.). Gli studiosi recenti non condividono l'attribuzione al Discepoli: Marco Bona Castellotti negli Scritti in onore di F. Zeri (II, 1984, p. 568) e nella biografia del Discepoli (in "Dizionario Biografico degli Italiani") lo dice " forse opera di un pittore emiliano seguace del Guercino"; altri, verbalmente, suggeriscono un pittore romano, della cerchia di Giovanni Lanfranco o Andrea Sacchi. Di quest'ultimo vi sono alcuni dipinti che presentano una notevole affinità con la pala di S. Bartolomeo di Bergamo: vedi il S. Antonio che resuscita un morto in Santa Maria della Concezione a Roma, ma soprattutto la pala d'altare della sagrestia della chiesa domenicana di Santa Maria sopra Minerva con la Crocifissione e i SS. Domenico, Tommaso d'Aquino, Pietro Martire, un padre domenicano e Caterina da Siena, datata negli anni tra il 1637-1642, "l'ultimo e forte momento dell'impulso barocco nell'attività del Sacchi". (A. d'AVOSSA, Andrea Sacchi, Roma 1985, p. 32; A. SUTHERLAND HARRIS, Andrea Sacchi, Pheidon-Oxford 1977, p. 79) 
11 H (BARTOLOMEO) : 73 F 27 22 
San Bartolomeo nell'atto di Sanare gli storpi e altri ammalati 
sopra l'altare 
San Bartolomeo nell'atto di Sanare gli storpi e altri ammalati 
Bergamo (BG) 
0300202206-2 
pala d'altare 
proprietà Ente religioso cattolico 
tela/ pittura a olio 
bibliografia specifica: Pasta A - 1775 
bibliografia specifica: Bartoli F - 1774 
bibliografia di confronto: Sutherland H.A - 1977 
bibliografia specifica: Bona Castellotti M - 1984 

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