Ganimede e l'aquila di Giove (dipinto murale, opera isolata) by Romegialli Giovanni Pietro (attribuito) (sec. XVIII)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/0300214132 an entity of type: HistoricOrArtisticProperty
dipinto murale, opera isolata Ganimede e l'aquila di Giove
Ganimede e l'aquila di Giove (dipinto murale, opera isolata) di Romegialli Giovanni Pietro (attribuito) (sec. XVIII)
Ganimede e l'aquila di Giove (dipinto murale, opera isolata) by Romegialli Giovanni Pietro (attribuito) (sec. XVIII)
1761-1762
La parte interna del contorno mistilineo è affrescata di grigio con modanatura dorata, dal limitato risultato prospettico; esternamente una reale cornice in stucco dorato definisce la sagoma della medaglia. In un cielo azzurro, Ganimede con drappo rosso è rapito dall'aquila di Giove, Ebe seduta tra le nubi, accanto alla mensa degli dei, si dispera; Giove avvolto in un drappo azzurro, sulle nubi bianco- rosato, assiste all'arrivo di Ganimede
dipinto murale (opera isolata)
00214132
03
0300214132
Ancora una volta è possibile confermare le memorie manoscritte di Ascanio Malacrida, circa "la bella medaglia" che raffigurerebbe il Ratto di Ganimede, per mano di Romegialli. La critica è umanime nell'attribuzione e nel riferimento cronolgico, per cui rimanda alla scheda 03/ 00214163. Il confronto con l'Aurora evidenzia, oltre all'indentica impostazione prospettica, altre significative similitudini, il medesimo tratto disegna braccia e gambe (Giove, Ganimede, Aurora), memori di tipologie ligarianr, si confronti, in particolare, con la gestualità delle protagoniste femminili degli affreschi di Cesare Ligari, nello stesso palazzo; un medesimo rieccheggiare di memorie emiliane accomuna ancora i volti di Ganimede, Giove e Aurra, che tuttavia si risolve in una minore fluidità e morbidezza, caratterizzandosi nei volti più spigolosi, nei nasi appuntiti e nelle bocche acute; uno stesso gusto cromatico segue i toni accesi di azzurro, rosa, giallo e arancione. A confermare l'influsso di Cesare Ligari e contemporaneamente a provare ulteriormente l'esattezza della cronologia i questi primi lavori del Romegialli in Palazzo Malacrida, è una lettera del 14/ 08/ 1765 (termine post quem) che Romegialli invia a Cesare, dal suo secondo soggiorno romano, e in cui parla di "obbligazioni seco lei incontrate a Morbegno" riferendosi, con ogni probabilità, ad un aiuto che il giovane Romegialli avrà ricevuto da Cesare più esperto ed affermato, nei lavori in Palazzo Malacrida (P. Glaviano, 1964, p. 93)
Ganimede e l'aquila di Giove
La parte interna del contorno mistilineo è affrescata di grigio con modanatura dorata, dal limitato risultato prospettico; esternamente una reale cornice in stucco dorato definisce la sagoma della medaglia. In un cielo azzurro, Ganimede con drappo rosso è rapito dall'aquila di Giove, Ebe seduta tra le nubi, accanto alla mensa degli dei, si dispera; Giove avvolto in un drappo azzurro, sulle nubi bianco- rosato, assiste all'arrivo di Ganimede
Ganimede e l'aquila di Giove
Morbegno (SO)
0300214132
dipinto murale
proprietà Ente pubblico territoriale
intonaco/ pittura a fresco