scena di caccia (dipinto) di Frescante della Torre di San Zeno (attribuito) (metà sec. XIII)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/0500127999 entità di tipo: HistoricOrArtisticProperty
dipinto scena di caccia
enit
scena di caccia (dipinto) di Frescante della Torre di San Zeno (attribuito) (metà sec. XIII)
1240-1260
Nella zona inferiore della parete meridionale si snoda una scena -probabilmente una caccia- con animali e piante, giunta incompleta. Nel riquadro in oggetto si distingue un levriero in atto di spiccare un balzo
dipinto
00127999
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0500127999
Gli affreschi della torre abbaziale di San Zeno costituiscono uno dei principali problemi nella ricostruzione della cultura figurativa veronese del sec. XIII; dell'originaria decorazione, di cui ignoriamo l'effettiva estensione, ci sono pervenuti solo alcuni brani, di assoluto rilievo, sulle pareti ovest e sud dell'edificio, residuo della più articolata fabbrica abbaziale, in gran parte distrutta. Se pochi sono i resti nella parete occidentale, in quella meridionale sono ancora chiaramente leggibili, malgrado uno stato conservativo non otiimale, affreschi di alto livello qualitativo, dove insieme a più tradizionali schemi compositivi (come nell'affresco in oggetto) compare una veriegata "Processione", un articolato corteo profano che si conclude con l'omaggio ad un sovrano. La mancanza di iscrizioni esplicative, stemmi o precisi connotati storici ha impedito finora alla letterratura artistica di collocare storicamente l'episodio, e negli ultimi tempi si è fatta strada l'ipotesi -ripresa da Zuliani, autore dell'unica sistematica analisi del ciclo sinora intrapresa- che la scena sia una rappresentazione simbolica dell'"omagio dei popoli della terra al potere iperiale". Di certo l'abbazia di San Zeno è stata un punto di riferimento del potere imperiale, ed in particolare Federico II vi soggiornò in diverse occasioni: per questo Zuliani accosta la decorazione agli anni estremi dell'imperatore svevo, teso nella sua politica culturale ad esaltare l'universalità dell'impero. Già Arslan ( 943) aveva accostato l'utore di questo ciclo -per cui è stato ripreso qui il nome generico proposto da Zuliani- a due codici vaticani di mano veronese (A IV 74e Vat. Lat. 39); ma l'autore conosce bene anche le proposte della miniatura del Nord Europoa del primo '200, e qualche asprezza pittorica, che ha spinto la Romanini (1964) a giudicare "rozzi" questi affreschi in realtà notevoli, deriva probabilmente proprio dalla "traduzione" su scala più ampia di motivi e schemi propri della pagina miniata. Nella ripetitiva, e a tratti stanca pittura del Duecento, il frescante della torre di San Zeno appare come un isolato e complesso artista che prova, con scarso seguito, un innesto con diverse culture pittoriche
scena di caccia
Nella zona inferiore della parete meridionale si snoda una scena -probabilmente una caccia- con animali e piante, giunta incompleta. Nel riquadro in oggetto si distingue un levriero in atto di spiccare un balzo
scena di caccia
Verona (VR)
0500127999
dipinto
proprietà Ente religioso cattolico
intonaco/ pittura a fresco
bibliografia specifica: ARSLAN E - 1943
bibliografia specifica: ROMANINI A. M - 1964
bibliografia specifica: Simeoni L - 1909
bibliografia specifica: Sandberg Vavalà E - 1926
bibliografia specifica: DA LISCA A - 1941
bibliografia specifica: SIMEONI L. 1 - 1909
bibliografia specifica: Bettini S - 1966
bibliografia specifica: CUPPINI M.T - 1965
bibliografia specifica: Demus O - 1968
bibliografia specifica: Gerola G - 1927
bibliografia specifica: MAGAGNATO L - 1962
bibliografia specifica: Morassi A - 1933
bibliografia specifica: Zuliani F - 1974