altare maggiore by Trivelloni Giovanni, Della Meschina Domenico, Brianti Antonio, Barbieri Stefano, Lottici Maurizio (sec. XVIII)
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altare maggiore
altare maggiore by Trivelloni Giovanni, Della Meschina Domenico, Brianti Antonio, Barbieri Stefano, Lottici Maurizio (sec. XVIII)
altare maggiore di Trivelloni Giovanni, Della Meschina Domenico, Brianti Antonio, Barbieri Stefano, Lottici Maurizio (sec. XVIII)
altare maggiore
Altare: marmi intarsiati e riquadri con brecce varie entro cornici in marmo dorato, ornati a volute e foglie. Due cherubini alati in legno dorato sono collocati sotto la prima alzata. Ciborio: portella d'argento sbalzato su fondo dorato raffigurante la Fede che regge il calice e la croce. Sotto la mensa è collocata un'urna in marmo contenente le reliquie di S. Giustino
1751-1765
0800001908
altare maggiore
00001908
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Già all'inizio del XVII secolo fu chiesto un progetto a Giovan Battista Magnani per un nuovo altare da dedicarsi alla Madonna della Steccata che andasse a sostituire quello ormai considerato superato del D'Agrate, databile al 1537 circa. Anche sotto Ranuccio II si pensò di realizzare un'opera più sontuosa e fu chiesto un parere a Giacomo Monti, il quale ormai prossimo alla morte non riuscì a portare a termine il progetto. Fu il duca Francesco Farnese a prendere definitivamente in mano la situazione, incaricando Mauro Oddi di studiare e meditare sui progetti degli architetti romani Felice Del Lino e Carlo Fontana per eseguire l'altare. Fra il 1696 e il 1697 Oddi realizzò il progetto definitivo dell'ancona, un piccolo modello dell'opera ed una grande ossatura in legno che permettesse di mostrare in loco i risultati del suo lavoro. Oddi però morì poco dopo, nel 1702, senza aver ancora concluso l'opera ed inizialmente si pensò di chiedere l'intervento di Ferdinando Galli Bibiena, di cui ci rimane il progetto conservato presso l'Archivio dell'Ordine Costantiniano, che comunque non fu mai realizzato. I lavori si bloccarono per un certo periodo di tempo e fu chiesto un parere anche all'architetto romano, ma attivo a Milano, Giovanni Ruggeri, il quale propose di chiudere la porta a sud e di collocare l'altare maggiore nel nicchione orientale, come effettivamente avverrà. L'opera attuale risale alla definitiva realizzazione affidata a Maurizio Lottici nel 1751, il quale portò a termine il lavoro con la collaborazione di Giovanni Trivelloni (colonne tortili e contropilastri), di Domenico barbieri (capitelli in lastra d'argento) e di Carlo Bossi (stucchi, poi sostituiti dal marmo da Domenico e Andrea della Meschina). L'ancona risulta compiuta l'8 agosto 1753. Dello sportello del tabernacolo, realizzato nel 1721 per l'altare di San Giorgio e successivamente qui trasferito, si occupò l'argentiere parmense Stefano Barbieri, del quale sono anche 5 rosoni collocati nel presbiterio agli archi di accesso al Coro dei cavalieri.Compagno di lavoro di Michele Cruer (documentato a Parma fra il 1690 e il 1735) e documentato solo in Steccata e per importanti incarichi negli anni 1722-1731 da parte dei Gesuiti di Borgo San Donnino, il Barbieri fu artigiano di indubbio valore, rivelando nei suoi lavori una grande raffinatezza di modi insieme ad una altissima perizia tecnica
Altare: marmi intarsiati e riquadri con brecce varie entro cornici in marmo dorato, ornati a volute e foglie. Due cherubini alati in legno dorato sono collocati sotto la prima alzata. Ciborio: portella d'argento sbalzato su fondo dorato raffigurante la Fede che regge il calice e la croce. Sotto la mensa è collocata un'urna in marmo contenente le reliquie di S. Giustino
Parma (PR)
proprietà Ente pubblico non territoriale
altare maggiore
marmo
breccia
argento/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ doratura
bibliografia specifica: Lasagni R - 1999
bibliografia specifica: Adorni B - 1982
bibliografia specifica: Fornari Schianchi L - 1990
bibliografia specifica: Mambriani C - 2000
bibliografia specifica: Mordacci A - 1997
bibliografia specifica: Ronchini A - 1863
bibliografia specifica: Testi L - 1922