scala by Mazzola Bedoli Girolamo (terzo quarto sec. XVI)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/0800142486 an entity of type: HistoricOrArtisticProperty
scala
scala by Mazzola Bedoli Girolamo (terzo quarto sec. XVI)
scala di Mazzola Bedoli Girolamo (terzo quarto sec. XVI)
ca 1566-ca 1568
Balaustra costituita da eleganti coppie di colonnine in marmi policromi e pilstri modanati con decorazione a cartella di marmo bianco come il corrimano
scala
00142486
08
0800142486
Il 14 gennaio 1567, il 15 settembre 1567 ed il 24 dicembre 1568, Mazzola Bedoli ricevette dalla Fabbriceria del duomo pagamenti "pro recognitione et mercede (...) in faciendo designa scala magnae marmoree cum suis portellis descendentibus in confessionalibus (...) et pro aliis etia designjis factis pro collocatione Altaris magni, et reformatione et ornatum Chori dicta Ecclesia" (Notizie diverse concernenti alle pitture fatte nella chiesa cattedrale..., Ms. 1599, presso Biblioteca Palatina di Parma; cit. in A. R. Milstein, The Paintings of Girolamo Mazzola Bedoli, New York 1978, p. 10). Le guide ottocentesche (Donati 1824; Bertoluzzi 1830, p. 86 ed altri) però insistono nell'attribuire le "due belle scale di marmo fornite di eleganti balaustri e di acconci scorniciamenti" (Allodi 1854-1856, I, p. 166) che conducono alla cripta, allo scultore reggiano Bartolomeo Spani detto il Clemente, documentato nella prima metà del '500 per diversi lavori nel duomo di Parma, ma morto nel 1538, cioé molto prima che iniziasse il riassetto della cattedrale (1566 circa), riassetto che invece vide (e sono i documenti giunti fino a noi a testimoniarlo) Mazzola Bedoli nelle vesti di ingegnere ed architetto. L'estremamente versatile artista viadanese, che prima di cimentarsi nella progettazione architettonica aveva disegnato parecchie ancone lignee per i suoi dipinti, un organo e monumenti sepolcrali (in Milstein 1978, p. 10), realizza colonne con diametri, basi e capitelli diversi sbizzarrendosi anche nella scelta di altrettanto svariati marmi preziosi dalle tinte sgargianti: "la lumachella di Sicilia che v'è in gran copia, la lava vulcanica di quell'isola, il pentalico nuvoloso ed il venato, il cipollino, il giallo antico e l'antico orientale; il bianco carrarese, il rosso di Verona, il mischio di Serravezza e da ultimo il granito comune di Sicilia" (Scarabelli Zunti, nota manoscritta a G. Bertoluzzi, Guida..., 1830, p. 87, ed. custodita presso la Sopr. di Parma e Piacenza; ma vedi anche Allodi 1854-1856, I, p. 166). Per parecchio tempo però le colonne della balaustra rimasero intonacate e rese simili a cotto a causa della calce: solo l'11 marzo 1834 i Fabbriceri della cattedrale, con a capo il Conte Canonico Bernieri, si decisero di incaricare il chierico capitolare Giuseppe Martini affinché togliesse quel pesante strato che per anni le aveva svilite e rese tutte uguali (Allodi 1854-1856, I, p. 166). Per ulteriori notizie riguardo l'attività di Girolamo Mazzola Bedoli in duomo si vedano le schede nn. 628 e 639
Balaustra costituita da eleganti coppie di colonnine in marmi policromi e pilstri modanati con decorazione a cartella di marmo bianco come il corrimano
scala
Parma (PR)
0800142486
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proprietà Ente religioso cattolico
marmo rosso di Verona/ intaglio
marmo bianco di Carrara/ intaglio
bibliografia specifica: Lasagni R - 1999
bibliografia specifica: Testi L - 1934
bibliografia specifica: Allgemeines Lexikon - 1907-1950
bibliografia specifica: Allodi G.M - 1854
bibliografia specifica: Bertoluzzi G - 1830
bibliografia specifica: Di Giampaolo M - 1997
bibliografia specifica: Donati P - 1824
bibliografia specifica: Malaspina C - 1869
bibliografia specifica: Milstein A. R - 1978
bibliografia specifica: Pelicelli N - 1906
bibliografia specifica: Testi L - 1907
bibliografia di confronto: Gasparotto D - 2003
bibliografia specifica: Benassi U - 1899/ 1906
bibliografia specifica: Quintavalle A.C - 1974