Nerone davanti al corpo di Agrippina, Nerone davanti al corpo di Agrippina (dipinto - olio su tela, opera isolata) by Ferrari Luca (attribuito) - ambito bolognese-emiliano (secondo quarto XVIi)

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dipinto, olio su tela, opera isolata, Nerone davanti al corpo di Agrippina di Luca Ferrari, Galleria Estense di Modena Nerone davanti al corpo di Agrippina
Nerone davanti al corpo di Agrippina, Nerone davanti al corpo di Agrippina (dipinto - olio su tela, opera isolata) by Ferrari Luca (attribuito) - ambito bolognese-emiliano (secondo quarto XVIi) 
Nerone davanti al corpo di Agrippina, Nerone davanti al corpo di Agrippina (dipinto - olio su tela, opera isolata) di Ferrari Luca (attribuito) - ambito bolognese-emiliano (secondo quarto XVIi) 
1644-ca 1649 
Dipinto ad olio su tela - Provenienza Modena, Palazzo Ducale, ante 1854; Modena, Palazzo dei Musei, 1894 (inventariato in R.C.G.E. nel 1924) Altri inventari Inventario 1866 n. 554 
Nerone davanti al corpo di Agrippina, Nerone davanti al corpo di Agrippina (dipinto, opera isolata) 
Inventario R.C.G.E. n. 276 
00675957 
08 
0800675957 
Questa tela, insieme al suo pendant raffigurante «La Regina Tomiri con la testa di Ciro», venne registrata per la prima volta da Ferdinando Castellani Tarabini, nel 1854, con la giusta attribuzione a Luca Ferrari. Fino a tempi recenti il soggetto dell’opera venne interpretato come «La morte di Cleopatra». Siamo però di fronte a un soggetto meno frequente e consueto: «lo sbigottimento di Nerone dinanzi al cadavere ancora avvenente della madre Agrippina», un episodio di storia romana tratto dagli Annales di Tacito: Agrippina chiese ai suoi assassini di pugnalarla «[…] nel ventre che partorì cotal mostro. Dopo le quali parole miseramente piangendo, e dopo avere havere molte crudeli ferite ricevuto, mandò fuori lo spirito […]». Nerone fa dunque uccidere la propria madre dal suo ex schiavo Aniceto e, giunto ad esaminarne il cadavere, resta comunque ammaliato dalla bellezza delle sue forme femminili. L’opera, dall’esuberante cromatismo, è un magnifico esempio del virtuosismo del pittore e della sua capacità di affrontare scene ricche di dettagli preziosi. Il dipinto, alla luce degli elementi stilistici, per la rilevante eloquenza, per l’esibizione lussureggiante dei panneggi dei tessuti, per il lucore delle armature, rimanda a una frequentazione della pittura veneta. L’opera è dunque riferibile a un periodo successivo al 1644. La tela si inserisce, di conseguenza, in un gruppo di dipinti destinati al collezionismo privato, raffiguranti temi storici, ripresi o dalla letteratura greca o latina, noti solo a pochi eruditi. Massimo Pirondini sottolinea l’ascendenza veneta anche sulla base dei riferimenti iconografici, che sembrano legati all’ambiente ricco e colto della società veneta, di cui era espressione l’Accademia degli Incogniti, circolo letterario aperto alle più svariate suggestioni. Negli anni del suo primo soggiorno padovano l’artista iniziò a dipingere quadri da stanza, con raffigurazioni di episodi classici o biblici, coniugando una tradizione emiliana, appresa forse dal Reni, con l'emblematica naturalezza, sottilmente malinconica, delle figure femminili del Vouet romano, conosciuto attraverso la versione, amplificata in senso patetico, che Nicolas Regnier andava attuando a Venezia. In questo genere di dipinti, spesso replicati anche dalla bottega in una vasta produzione, l’artista occupò tutto l'arco della sua attività, con una progressiva trasformazione dei soggetti in rappresentazioni sontuose, piacevoli e allusive. Una copia antica di questa opera è conservata nella sala della giunta comunale di Reggio Emilia. Bibliografia Ferdinando Castellani Tarabini, Cenni storici e descrittivi intorno alle pitture della Reale Galleria Estense, Regio-Ducal Camera, Modena, 1854, p. 104 n. 372. Serafino Ricci, La R. Galleria Estense di Modena. Parte I. La Pinacoteca, Orlandini, Modena, 1925, p. 34 n. 65. Rodolfo Pallucchini, I dipinti della Galleria Estense di Modena, Cosmopolita, Roma, 1945, p. 113 n. 239. Augusta Ghidiglia Quintavalle, La Galleria Estense di Modena, Istituto poligrafico dello Stato, Roma, 1967, p. 20. L'arte degli Estensi: la pittura del Seicento e del Settecento a Modena e Reggio: catalogo critico, Catalogo della mostra (Modena, Palazzo comunale, Palazzo dei Musei, Galleria e Museo Estense, Galleria civica, giugno-settembre 1986), Panini, Modena, 1986, pp. 223-224 n. 143. Paola Ceschi Lavagetto, Luca da Reggio tra Emilia e Veneto, in La pittura veneta negli stati estensi, a cura di Jadranka Bentini, Sergio Marinelli, Angelo Mazza, Banco popolare di Verona, Banco S. Geminiano e S. Prospero, Verona, 1996, fig. 22. Maria Grazia Bernardini, La Galleria Estense di Modena. Guida storico-artistica, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI), 2006, pp. 73-74 n. 33. La Galleria Estense. Guida breve, Panini, Modena, 2015, p. 68 n. 51, fig. 51 
98C(AGRIPPINA THE YOUNGER)68 
Nerone davanti al corpo di Agrippina 
Nerone davanti al corpo di Agrippina 
Dipinto ad olio su tela - Provenienza Modena, Palazzo Ducale, ante 1854; Modena, Palazzo dei Musei, 1894 (inventariato in R.C.G.E. nel 1924) Altri inventari Inventario 1866 n. 554 
Galleria Estense di Modena 
Nerone davanti al corpo di Agrippina, Nerone davanti al corpo di Agrippina 
Modena (MO) 
0800675957 
dipinto olio su tela 
proprietà Stato 
olio su tela 

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