resurrezione di Lazzaro (dipinto) by Naldini Giovanni Battista (sec. XVI)

https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/0900194143 an entity of type: HistoricOrArtisticProperty

dipinto resurrezione di Lazzaro
resurrezione di Lazzaro (dipinto) di Naldini Giovanni Battista (sec. XVI) 
resurrezione di Lazzaro (dipinto) by Naldini Giovanni Battista (sec. XVI) 
1583-1583 
Personaggi: Gesù Cristo; Santa Marta; Lazzaro. Figure: figure maschili; figure femminili. Attributi: (Santa Marta) velo monacale. Architetture fantastiche 
dipinto 
00194143 
09 
0900194143 
Il quadro, posto dopo il restauro nella sala del Capitolo, fu voluto da Giovanni di Bartolomeo di Piero Davanzati nel 1583, come ricorda una lapide posta sotto l'altare maggiore della chiesa (cfr. scheda n. 24). Infatti questo esponente della famosa famiglia fiorentina patrona del monastero lasciò i suoi averi al medesimo, ma ancora in vita s'impegnò in lavori di ristrutturazione e abbellimento: egli volle così anche una moderna "pala d'altare per la chiesa che venisse a coprire l'antica Crocifissione trecentesca. La lapide, memoria di quest'evento, non menziona il nome del pittore: lacuna ovviata da Raffaello Borghini (Il Riposo, Siena 1787, tomo III, p. 198) che nella sua opera (1584) dice che "… il Naldino in età d'anni quarantasette-età corrispondente a quella che Giovan Battista Naldini realmente aveva nel 1584 - dipinge con gran lode.." e, nominate alcune tavole, continua "..un'altra ne ha fra mano Bernardo Davanzati che va in Santa Marta a Montughi, della Resurrezione di Lazzero..". Si tratta senza dubbio della nostra opera anche se ci sono due piccole discrepanze ovvero la data ricordata dalla lapide "1583" anziché "1584" e il nome del committente "Giovanni" anziché "Bernardo", la prima attribuibile ad una esatta informazione, data la pratica per il Naldini, come per gli altri pittori del suo tempo, di dipingere numerose opere contemporaneamente, la seconda ad un banale scambio di nome. Definito "lavoro lodatissimo" dal Torrigiani (Il Comune di Bagno a Ripoli, Prato 1901, parte I, vol. III, p. 136), la Resurrezione di Lazzaro si pone nell'ultimo decennio di produzione dell'artista: il Naldini, attraverso varie esperienze tra le quali non trascurabile il secondo viaggio a Roma avvenuto dopo il 1577, ma prima degli affreschi nella Cappella Salviati in San Marco (1580)si è allontanato dal suo primo manierismo prezioso ed elegante per dirigersi, soprattutto nelle composizioni di un certo rilievo, verso una "convenienza" più aggiornata. Se nella Resurrezione di Lazzaro di San Marco (1580) l'eco della pittura romana contemporanea si concretizza in un linguaggio monumentale e aulico, nel nostro dipinto del 1583 risulta un'esperienza già acquisita e soprattutto assimilata in relazione anche all'evolversi generale della cultura pittorica fiorentina, ormai intessuta di pensieri controriformati. I gesti sono ancora bloccati nelle loro pose, privi di quella scioltezza formale che distingueva il Naldini tra tutti i manieristi, ma sono tali anche perché sono "dimostrativi", come vogliono i nuovi dettami e come tali li dobbiamo riconoscere, in particolare quello del Cristo, di Lazzaro e un po' di tutti gli astanti. D'altro canto, per quanto la composizione sia ben strutturata, si nota una tendenza al riempimento di tutto il quadro, caratteristica ancora relativa alla cultura manierista dell'artista 
73 C 52 3 
resurrezione di Lazzaro 
Personaggi: Gesù Cristo; Santa Marta; Lazzaro. Figure: figure maschili; figure femminili. Attributi: (Santa Marta) velo monacale. Architetture fantastiche 
resurrezione di Lazzaro 
Firenze (FI) 
0900194143 
dipinto 
proprietà Ente religioso cattolico 
tavola/ pittura a olio 
bibliografia specifica: Borghini R - 1730 
bibliografia specifica: Dintorni Firenze - 1983 
bibliografia specifica: Moreni D. M - 1791-1795 

data from the linked data cloud

Licensed under Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0). For exceptions see here