Cristo caccia i mercanti dal tempio (dipinto) di Cinqui Giovanni (bottega) (primo quarto sec. XVIII)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/0900225091 entità di tipo: HistoricOrArtisticProperty
dipinto Cristo caccia i mercanti dal tempio
enit
Cristo caccia i mercanti dal tempio (dipinto) di Cinqui Giovanni (bottega) (primo quarto sec. XVIII)
ante 1723-ante 1723
n.p
dipinto
Inv. 1890, 10654
00225091
09
0900225091
Il dipinto è attribuibile alla bottega di Giovanni Cinqui.Le tele, che att ualmente sono poste in quattro stanze contigue al primo piano del monaste r o (luogo di riunione dell'Associazione Amici della Certosa), sono appes e a lle pareti senza un apparente ordine logico ed iconografico. Un'origin a ria inventariazione , forse nel luogo di provenienze, è invece ricordata d ai numeri apposti sui telai (in rosso con grafia settecentesca, ne sono sp rov viste le tele che risultano rintelate). Collocate alla Certosa dal 188 5 e consegnate nell'aprile al Padre Benelli in seguito all'ordinanza minis teri ale del 29 luglio 1878, e oggetto di parziale documentazione fo tograf ica i n occasione di una campagna sugli arredi della Certosa esegui ta dall a Sopr intendenza fiorentina negli anni Settanta; provengono dalla Villa m edicea dell'Ambrogiana (assente infatti ogni riferimento a queste opere ne lla bib liografia sulla Certosa). Eseguite su commissione di Cos imo III, u nitament e a un grande Giudizio Universale (braccia 3,2 x 1,19) ora disper so, per o rnare il corridoio che ora unisce la Villa dell'Ambr ogiana alla vicina Chi esa di San Pietro d'Alcantara (poi Santi Quirico e Lucia), son o citate in un inventario della Villa del 1732 (A.S.F. Guard aroba Mediceo 1392, cc. 69v - 70 r, cfr. La Madonna nell'arte italiana, C atalogo della mostra sch eda a cura di S. Meloni) e raffigurano, come in u n vangelo ill ustrato, 119 scene della vita di Gesù, della Madonna e di Sa n Giovanni Bat tista; origi nariamente entro cornici lisce tinte di nero e filettate d'or o, con cartel le intagliate e parzialmente dorate, piename nte in sintonia con lo stile C osimo III. La loro esecuzione, che deve es sere precedente al 1732, anno d i redazione dell'inventario citato, è fors e da anteporre a nche al 1723 ann o di morte di Cosimo III. L'autore, indi cato nel document o sopra citato, è Giovanni Cinqui (o Del Cinque), fioren tino, allievo di P ier Dandini e att ivo in Toscana quasi fino alla metà d el Settecento (muor e nel 1743). Le nu merose tele, che furono tolte dalla loro collocazione o riginaria forse in occasione della nuova - e disgrazi ata - destinazione da ta alla Villa, che dopo i fasti medicei e lorenesi d iventerà prima casa di cura per malattie mentali e successivamente (1888) manicomio criminale, v engono consegnate i n deposito alla Certosa dove so no rimaste fino ad oggi . Su Giovanni Cinqui (Scarperia, 1667 - Firenze 17 43) si hanno scarse noti zie. Il Gaburri rico rda il suo alunnato presso P ier Dandini e dice: "fera ce nell'inventare e s pedito nel colorire a olio e a fresco…avendo dato al pubblico opere macchi nose specialmente a fresc o nelle chiese e nei palaz zi in Firenze e per lo stato". Il Richa di lui ricorda solo la decorazione della volta e del coro della chiesa di San Gir olamo delle Poverine esegui ta nel 1721 in collabor azione col quadraturis ta Andrea Landini; e la capp ella dedicata a Santa Ro sa da Viterbo, nella chiesa di Ognissanti IV, p. 268 rinnovata a partire d al 1715. Si possono inoltre attribuire a questo ad oggi poco noto pittore, decorazioni nella Villa di Lappeggi e nel vicin o Casino di Lilliano oltre che nel Palazzo A ltoviti dei Visacci, in Borgo Albizi (R. Spinelli). Altr e opere che la tr adizione ci tramanda sono due lunette nel primo chiostro di Santo Spirito, e forse una partecipazione al le pitture di Palazzo Cappo ni; oltre alla pala nella Cappella della Fatto ria del Terzo a Borgo a Bugg iano, e pittu re nella villa Santini a Lucca ( S. Meloni, com. orale). Fra i dipinti su tela, probabilmente minoritari ne ll'attività del pittore che a ppare più abile come frescante, ci sono noti solo l'autoritratto degli Uff izi (Inv. 1890 n. 2041) e questo gruppo a s oggetto religioso. Le 119 tele in ogget to - che non presentano sulla loro paternità nessuna indicazione, né conte mporanea né postuma - sembrano però doversi attribuire a più mani, tutte n ell'ambito di aiuti più o meno mode sti, dello stesso Cinqui. La mo tivazi one, plausibile anche per il gran nu mero di pitture da portare a com plim ento in tempo abbastanza breve , è de ttata dal confronto fra le medesi me . Diverso è infatti il livello qualita tivo e, iconograficamente, il modo di rappresentare gli stessi protagonist i; anche la tavolozza spazia da co lori brillanti e trasparenti, a grevi c ampiture dense ed opache spesso p ri ve di consistenza nella resa plastica dei corpi. [continua in AN]
73D15
Cristo caccia i mercanti dal tempio
n.p
Cristo caccia i mercanti dal tempio
Poggio a Caiano (PO)
0900225091
dipinto
proprietà Stato
tela/ pittura a olio
bibliografia di confronto: Richa G - 1754-1762
bibliografia di confronto: Uffizi catalogo - 1980
bibliografia di confronto: Palagi G - 1876
bibliografia di confronto: Spinelli R - 1988
bibliografia di confronto: Vasic Vatovec C - 1984