Il battesimo del figlio di Nazaradeol (dipinto) by Pecheux Laurent (sec. XVIII)

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dipinto Il battesimo del figlio di Nazaradeol
Il battesimo del figlio di Nazaradeol (dipinto) by Pecheux Laurent (sec. XVIII) 
Il battesimo del figlio di Nazaradeol (dipinto) di Pecheux Laurent (sec. XVIII) 
1777-1784 
Tela di forma rettangolare raffigurante l'arcivescovo Moriconi che battezza il figlio di Nazaradeol, re delle Baleari. La scena si svolge all'interno della cattedrale, al cospetto di una fitta folla di astanti che assistono all'evento 
dipinto 
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Nel 1116, al ritorno dalla guerra vittoriosa intrapresa dai Pisani contro i Saraceni stanziati nelle Baleari, fu affidato all'arcivescovo, che aveva guidato la flotta, "il giovinetto figlio del morto Re" di quelle isole "il quale con le continue esortazioni di questo buon Prelato risolse a farsi Christiano"; il dipinto lo raffigura nel mentre viene battezzato dal Moriconi col nome di Lamberto (TRONCI 1682, p. 43; ma cfr. anche MATTEI 1768, I, pp. 199-200). Poco prima "della sua partenza da Roma", il Pecheux ricevette, l'l1 luglio 1777, un anticipo di 700 lire sull' esecuzione della tela; nel "corso del viaggio verso Torino" si fermò a Pisa dove risiedette per tre giorni, "bien content des belles choses que cette ville, principalement la Cathedrale renferme". Il dipinto (firmato Laurent Pecheux Lugdunensis Victorii Amadei III Sardiniae Regis protopictor faciebat Taurini 1784 ["Laurent Pecheux di Lione protopittore di Vittorio Amedeo 111 re di Sardegna dipinse a Torino nel 1784"] fu portato a termine parecchi anni più tardi, e risulta collocato in Duomo in data 23 ottobre 1784 (secondo i documenti citati e la ricostruzione proposta da SICCA 1990, pp. 273,282-283, nota 115). La formazione del pittore è legata agli sviluppi della corrente accademica che, nella seconda metà del Settecento, unisce, a Roma, pittori differenti sotto l'influsso prevalente del Corvi, da Tommaso Conca a Pietro Angeletti. In essa, il controllo razionalistico delle strutture della figurazione, in parte originato, più che direttamente sulle opere, di seguito alle teorizzazioni del Mengs, appare condotto con tale rigore, nel rilievo che assumono le forme, quasi costrette entro contorni nitidamente definiti, nella semplificazione degli schemi compositivi, da preludere al Neoclassicismo. Un simile orientamento aveva ricevuto più di un'anticipazione nell'opera in particolare di Gaetano Lapis che pure, nei dipinti più tardi, se ne mostra debitore: si consideri la vistosa simmetria distributiva, la rigida uniformità classicizzante dei tipi fisici nella Nascita di Venere (Roma, palazzo Borghese). Ne deriva, più che uno stile, un'inclinazione del gusto "contraddistinto da una gamma cromatica assai soave e da un numero ridotto di figure, tornite e accomodate con euritmìa in composizioni bidimensionali" (RUDOLPH 1982, p. 37), del quale sono un valido esempio Le nozze di Bacco e Arianna del Pecheux (Roma, palazzo Borghese). Modi di così rigorosa disciplina stilistica appaiono contemperati, nel dipinto pisano, per l'accentuazione delle fogge desuete degli abiti, che assumono funzione di arcaismo storicizzante così da garantire un maggior grado di verosimiglianza alla scena. Un simile intento è direttamente accordato su una tendenza, riaffiorante per tutto il corso del secolo nella pittura romana, che dal Luti -del quale il Pecheux avrà attentamente considerato La vestizione di S. Ranieri (cfr. scheda n. 40000967) durante la permanenza a Pisa- arriva sino al Corvi: si confronti in particolare, come fonte diretta dell'opera, la tela inviata a Torino raffigurante Vittorio Amedeo I, duca di Savoia, scaccia la peste con la lampada della Madonna delle Grazie (chiesa di San Domenico), ripresa anche nell'ordito compositivo che lascia ampio spazio alla rappresentazione dello sfondo architettonico. L'accentuato particolarismo nella resa di alcune fisionomie rimanda alla specializzazione del Pecheux, ricercato ritrattista, con oscillazione tra Batoni, la donna con le mani conserte, e Mengs, il chierico di profilo sulla destra. Un modello della composizione è conservato a Pisa, Museo Nazionale di San Matteo 
Il battesimo del figlio di Nazaradeol 
Tela di forma rettangolare raffigurante l'arcivescovo Moriconi che battezza il figlio di Nazaradeol, re delle Baleari. La scena si svolge all'interno della cattedrale, al cospetto di una fitta folla di astanti che assistono all'evento 
Il battesimo del figlio di Nazaradeol 
Pisa (PI) 
0900665696 
dipinto 
proprietà privata 
tela/ pittura 
bibliografia di confronto: Rudolph S - 1982 
bibliografia di confronto: Tronci P - 1682 
bibliografia di confronto: Sicca C. M - 1990 
bibliografia specifica: Ambrosini A - 1995 
bibliografia specifica: Duomo Pisa - 1995 
bibliografia di confronto: Mattei A. F - 1768-1772 

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