soggetto assente (dipinto, complesso decorativo) by Maestro della Dormitio di Terni (attribuito) - ambito umbro (fine/ inizio sec. XIV/ XV)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/1000196838-20 an entity of type: CulturalPropertyComponent
dipinto, complesso decorativo, Camera Pinta, lato est, registro sup., II scena a destra soggetto assente
soggetto assente (dipinto, complesso decorativo) di Maestro della Dormitio di Terni (attribuito) - ambito umbro (fine/ inizio sec. XIV/ XV)
soggetto assente (dipinto, complesso decorativo) by Maestro della Dormitio di Terni (attribuito) - ambito umbro (fine/ inizio sec. XIV/ XV)
ante 1396-post 1416
Trattasi della seconda scena a sinistra del registro superiore del lato est della Camera pinta. In questa scena, al cui ambientazione è analoga alle scene precedenti, si assiste al rientro da parte dei due cavalieri nella città, accompagnati dalla dama cacciatrice riconoscibile dal falcone e dalla tunica. I tre personaggi, i due cavalieri e la dama, sono anticipati nell'entrare nel palazzo fortificato della città, dal sovrano che li precede e che presumibilmente potrebbe essere lo stesso che compare nella scena seconda scena del registro superiore del lato nord. Sul fondo, il corteo è seguito da altri personaggi, forse cortigiani della corte. L’affresco è inquadrato in una cornice, definito attraverso un modulo a mascherina, presente in tutto il ciclo cavalleresco della metà settentrionale della Camera pinta
Camera Pinta (dipinto)
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L’episodio narrato nella terza scena del ciclo superiore della Camera pinta, tuttavia, non viene menzionato dalla Benazzi che dà seguito alla narrazione dei tre personaggi che vengono accolti alla corte di un re nel suo palazzo “da cui poi si snoda un corteo guidato dal re” (1997, p.32). Nel 2004, Fratini, riprendendo quanto già affermato dalla Benazzi, sulla non facile interpretazione iconografica (ivi, p. 32), avanzò per gli episodi del lato nord, una fonte letteraria narrante le vicende della leggenda di Tristano e Isotta (2004, p. 263) ma non solo, la disamina che quest’ultimo fa a proposito del ciclo spoletino, mette in evidenza la presenza di una vera e propria bottega del Maestro della Dormitio di Terni, il cui numero di opere e la distribuzione nell’Umbria centro meridionale e nelle Marche, non possono che rilevare la presenza di diverse personalità che operavano presso l’artista. Il ciclo spoletino, secondo Fratini, rappresenta un unicum, poiché da un lato, testimonia una committenza di alta levatura e dall’altra, tradisce “la presenza di diversi esecutori” (op. cit. p. 264). Contestualmente al Fratini, Marilena Fiori nell'anno accademico 2003-2004, pubblicò nella tesi di laurea, uno studio sui contribuiti per la lettura iconografica della Camera pinta. Affermò che alcune scene dell'ambiente nord, si riferissero alla storia dei genitori di Tristano, Rivalin e Biancofiore, nella versione fornita da Gottfried von Strassburg. Nel 2013, la De Luca, tuttavia, smentisce le due interpretazioni fornite a distanza di dieci anni, poichè afferma nel primo caso, che nessun dei testi letterari che abbiano narrato le gesta di Tristano e Isotta, fornissero una lettura unitaria del ciclo spoletino. Proseguendo, parla anche dell’estraneità del ciclo anche rispetto ai volgarizzamenti italiani arricchiti dalla narrazione contaminata della storia di due amanti con quelle di Tristano e Isotta. A proposito della lettura della Fiori, invece, la De Luca, vuole far notare come le corrispondenze individuate in alcuni affreschi fosse "una lettura applicabile soltanto ad una parte degli episodi raffigurati" e collocati in modo non contiguo (2013, pp. 77-78). A questo punto, propone la sua lettura iconografica, supponendo che ad aver ispirato il ciclo spoletino della Camera pinta sia una fonte letteraria ben precisa, un'opera epica del Boccaccio, il Teseida. Proseguendo con la lettura iconografica dell’affresco preso in esame, la De Luca titola la scena con “Il ritorno di Atene”, (op.cit., p.163, fig.18) secondo la quale si narra che Teseo, dopo aver raggiunto il luogo del duello dei due cavalieri, il “folto boschetto”, li interrompa per domandare loro cosa li abbia spinti al duello e venuto a conoscenza della loro identità e dell’amore nutrito per la bella Emilia, li inviti a partecipare ad un torneo nella città di Atene a distanza di un anno. In occasione dell’evento, ciascun cavaliere potrà scegliere cento cavalieri per il torneo e il vincitore si aggiudicherà la mano della bella Emilia; la scena ritrae, secondo la De Luca, il passo narrativo preciso del consenso dato a Teseo dai due innamorati che invitati dallo stesso ad Atene, sono a fianco di Emilia, seguiti da due cacciatori. In corrispondenza della figura del sovrano e della dma cacciatrice compaiono dei cartellini. Su quello dell'imperatore compare la parola "ratur" o "rator", che potrebbe essere letto come la parola finale di "Imperator" (op. cit., p. 98)
soggetto assente
soggetto assente
Trattasi della seconda scena a sinistra del registro superiore del lato est della Camera pinta. In questa scena, al cui ambientazione è analoga alle scene precedenti, si assiste al rientro da parte dei due cavalieri nella città, accompagnati dalla dama cacciatrice riconoscibile dal falcone e dalla tunica. I tre personaggi, i due cavalieri e la dama, sono anticipati nell'entrare nel palazzo fortificato della città, dal sovrano che li precede e che presumibilmente potrebbe essere lo stesso che compare nella scena seconda scena del registro superiore del lato nord. Sul fondo, il corteo è seguito da altri personaggi, forse cortigiani della corte. L’affresco è inquadrato in una cornice, definito attraverso un modulo a mascherina, presente in tutto il ciclo cavalleresco della metà settentrionale della Camera pinta
lato est, registro sup., II scena a destra
soggetto assente
Spoleto (PG)
1000196838-20
dipinto
proprietà Stato
intonaco/ pittura a fresco
bibliografia specifica: Benazzi, Giordana - 1996
bibliografia specifica: De Luca, Silvia - 2013
bibliografia specifica: Fratini, Corrado - 2004