cornice - bottega Italia centrale (sec. XVIII)

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cornice - bottega Italia centrale (sec. XVIII) 
cornice - bottega Italia centrale (sec. XVIII) 
1700-1799 
La cornice presenta una sagoma a cassetta con battuta aggettante a cordone liscio dorato; il profilo si rileva dalla fascia piatta dipinta con cordoni e gole 
cornice 
inv., n. I.G.4012 
00205391 
11 
1100205391 
La cornice, verosimilmente coeva al dipinto settecentesco che ospita, ha una semplice sagoma a cassetta ampiamente diffusa dal 1500 alla fine del 1700, anche se spesso molti esemplari, in particolare marchigiani, presentano la fascia non semplicemente dipinta a monocromo come nell'oggetto in esame, ma a finto marmo, decorazione che a partire dalla fine del XVI secolo inizia ad essere largamente usata anche per le grandi incorniciature d'altare e conoscerà nel secolo successivo il momento di massima diffusione, anche con le varianti a finto legno o a finta tartaruga. La tipologia della cornice definita comunemente `a cassetta` nasce a cavallo tra il XV e il XVI secolo come evoluzione di quella a edicola: si semplificano gli elementi architettonici, spariscono le colonne, il frontone e la base si riducono e i quattro lati tendono a somigliarsi creando una cornice molto lineare, con la forma base costituita dai profili esterno ed interno rialzati rispetto alla fascia piatta che può essere arricchita con decori in pastiglia, con motivi bulinati o incisi, colorata solitamente in toni scuri e poi arricchita con racemi dorati. Già nella seconda metà del Quattrocento la cassetta inizia a qualificarsi, rispetto alle cornici a edicola e ai tondi, come cornice da collezione e risulta la più usata per i ritratti, il genere moderno che fu in costante ascesa per tutto il secolo dal momento che nessun artista o collezionista avrebbe inserito un ritratto in un tabernacolo o in una cornice d'altare perchè esso richiedeva una cornice di listelli più o meno riccamente profilati, come si riscontra ad esempio nella 'Dama che mostra un ritratto virile' di Bernardino Licinio (Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco). La facilità di esecuzione e le innumerevoli possibilità di variazioni decorative tipiche di questa cornice ne favorirono l'affermazione in tutta la penisola fino al XVIII secolo. (Zambrano P., 1992). Relativamente all'acquisizione del pezzo da parte dei Musei Civici di Pesaro si è scelto di indicare genericamente come terminus post quem l'anno di morte della marchesa Vittoria Toschi Mosca (1885), anche se si segnala che fin dal 1877 l'illustre cittadina stilò un testamento in cui lasciava alla città il Palazzo Mazzolari da lei acquistato per collocarvi la propria collezione artistica con l'obbligo espresso di stabilirvi subito un pubblico museo rivolto alla studiosa gioventù (Barletta C.-Marchetti A., 1994) 
La cornice presenta una sagoma a cassetta con battuta aggettante a cordone liscio dorato; il profilo si rileva dalla fascia piatta dipinta con cordoni e gole 
cornice 
Pesaro (PU) 
1100205391 
cornice 
proprietà Ente pubblico territoriale 
legno/ intaglio/ pittura/ doratura 
bibliografia di confronto: Zambrano P - 1992 

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