Enrico VIII contro i cattolici d'Inghilterra (dipinto) - ambito romano (sec. XIX)
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dipinto, parete del matroneo Enrico VIII contro i cattolici d'Inghilterra
enit
Enrico VIII contro i cattolici d'Inghilterra (dipinto) - ambito romano (sec. XIX)
post 1866-ante 1888
Personaggi: Enrico VIII. Figure maschili: monaci martirizzati. Figure: carnefici
dipinto
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I dipinti furono eseguiti nel corso della ristrutturazione ottocentesca (1886-1888) da un'équipe di frescanti attivi a Roma in quegli anni. Ciò che più interessa in questa serie è che essa costituisce l'esatta copia ad affresco di una serie a stampa incisa nel 1584 da Giovan Battista Cavalieri (1525-1601). Nel frontespizio di detta serie, conservata nel Fondo Corsini del Gabinetto Nazionale delle Stampe di Roma in un esemplare del 1608 (FC 3700-3735), si legge: ECCLESIAE/ ANGLICANAE/ TROPHEAE sive / Sanctos Martyrum, qui pro Christo/ Cathilicae fidei veritate asserenda/ antiquo recentiori. Persecutionum/ tempore mortem in Anglia subierunt/ Passiones/ Romae in Collegio Anglico per NIcolaum Circinianum depictae/ nuper autem/ Per Io Bap. de Cavallerijs/ aeneis typis repraesentatae./ Cum privilegio Gregorij/ XIII P.M. Segue quindi la dedica in cui appare la data MDLXXXIII. L'esemplare tardo della Farnesina conserva ancora la sequenza delle scene, cui premette la riproduzione, anch'essa all'acquaforte, dalla pala di Durante Alberti, già in opera quindi nel 1584. In questa seconda tavola della serie una didascalia illustra il fine didattico degli affreschi e, parallelamente delle incisioni. Si tratta di opere eseguite al fine di preparare gli allievi del Collegio Inglese, futuri soldati di Cristo, alle prove più dure nella terre dell'eresia. Tale funzione si lega al ruolo nuovo che Gregorio XIII (1579) aveva affidato alla struttura di Via di Monserrato. Da ospizio a luogo di addestramento dei futuri martiri inglesi, sotto l'alto patronato dei Gesuiti. Non a caso fu incaricato di eseguire gli affreschi illustrativi di tale missione Nicolò Circignani, detto il Pomarancio (1530-1579/99), legato alla tradizione gesuita da assidue collaborazioni con la Compagnia. Al Gesù di Roma Circignani affrescò infatti, nella prima metà degli anni '80, le volte e le lunette della prima e della seconda cappella sinistra. Molti anni prima eseguì, tra il 1562 e il 1563, insieme a Giovanni de Vecchi e Santi di Tito, due storie riguardanti Episodi della vita di Nabucodonosor, nella sala maggiore del Belvedere in Vaticano, dove forse ebbe modo di conoscere Durante Alberti, se è vera la tradizione che volle il giovane toscano attivo nello stesso cantiere. Certo è che Circignani e Alberti furono chiamati a lavorare negli stessi anni per la Chiesa di San Tommaso, nel rispetto di un criterio controriformistico che, dal Decreto sopra le immagini Sacre e Profane, emanato nel 1563 dal Concilio di Trento, voleva l'arte come un veicolo della lotta all'eresia. Sulla precisa ubicazione degli affreschi del Circignani sorgono dubbi a causa delle trasformazioni ottocentesche della chiesa che, pur nel rispetto del tracciato originale, modificarono la decorazione. E' possibile che il profilo tardocinquecentesco fosse stato eseguito sulle pareti della biblioteca che occupava il vano sotto il soffitto, l'attuale matroneo. L'unica testimonianza sull'aspetto originario e sulla sequenza delle scene è costituita dalla serie di Cavalieri, datata 1584 terminus ante quem per la datazione degli affreschi, insieme alla data di morte del committente George Gilbert (m. il 6 ottobre 1583), I nomi di Circignani e Cavalieri sono legati ad altri due cicli ad affresco, di soggetto analogo a quelli di San Tommaso ed eseguiti negli anni '80 del Cinquecento. Si tratta del ciclo di Santo Stefano Rotondo, dipinto tra il 1580 e il 1582 da Pomarancio e Antonio Tempesta (1555-1630), e tradotto in stampanel 1583 da Giovan Battista Cavalieri e di quello in Sant'Apollinare di Circignani, inciso nel 1586. Grazie a queste raccolte di stampe di traduzione è giunta finoa noi la memoria visiva dei tre cicli di cui è sopravvissuto, anche in cattive condizioni, solo quello di Santo Stefano. E' evidente comunque come l'attività degli incisori e dei pittori dell'età della Riforma cattolica assumesse un'importanza fondamentale nella lotta all'eresia nordeuropea. La diffusione delle immagini sacre attraverso le incisioni costituiva un cardine nel programma elaborato da Gregorio XIII Boncompagni (1572-1585) e ripreso dai suoi successori fino a Clemente VIII Aldobrandini (1592-1605), fautore della pittura servo humilis
Enrico VIII contro i cattolici d'Inghilterra
Personaggi: Enrico VIII. Figure maschili: monaci martirizzati. Figure: carnefici
parete del matroneo
Enrico VIII contro i cattolici d'Inghilterra
Roma (RM)
1200230131-25
dipinto
proprietà Ente religioso cattolico
intonaco/ pittura a fresco
bibliografia di confronto: Baglione G - 1642
bibliografia di confronto: Celio G - 1967
bibliografia di confronto: Mancini G - 1956-1957