Apollo e le muse tra paesaggi (dipinto murale, ciclo) by Motta Raffaellino detto Raffaellino da Reggio (e aiuti), Lombardelli Giovanni Battista detto Montano, Nogari Paris detto Paris Romano (sec. XVI)
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dipinto murale, ciclo Apollo e le muse tra paesaggi
Apollo e le muse tra paesaggi (dipinto murale, ciclo) di Motta Raffaellino detto Raffaellino da Reggio (e aiuti), Lombardelli Giovanni Battista detto Montano, Nogari Paris detto Paris Romano (sec. XVI)
Apollo e le muse tra paesaggi (dipinto murale, ciclo) by Motta Raffaellino detto Raffaellino da Reggio (e aiuti), Lombardelli Giovanni Battista detto Montano, Nogari Paris detto Paris Romano (sec. XVI)
ca 1575-ante 1579
Fregio con riquadri di paesaggio alternati a dieci figure femminili e figura virile di divinità: alle pareti Ovest ed Est figura centrale fiancheggiata da paesaggi in riquadri orizzontali a rettangolo mistilineo; alle pareti Nord e Sud specchiatura a grottesca centrale con paesaggi in riquadri verticali intercalati da due figure femminili, poste in corrispondenza delle architravi del soffitto. Le restanti quattro figure femminili sono agli angoli. Il fregio è impostato su cornice dipinta, modanata in modo da simulare piedistalli aggettanti su peducci in corrispondenza delle figure
dipinto murale (ciclo)
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Il ciclo pittorico della Stanza della Poesia è ritenuto dalla critica (Brugnoli in "La villa Lante di Bagnaia",1961; C. Lazzaro Bruno, The Villa Lante at Bagnaia, 1974; Alessi in "Bollettino d'Arte", 2004, ) opera di Raffaellino da Reggio, sebbene in parte eseguito da pittori della sua cerchia (sono stati proposti i nomi di Paris Nogari, Giovan Battista Lombardelli, Baldassarre Croce). L'influenza stilistica e iconografica del modello di Caprarola è particolarmente evidente rispetto al Gabinetto dell'Hermathena dipinto da Federico Zuccari. Il programma iconografico costituisce una dichiarazione manifesta della finalità della stanza quale "studio", come viene definito nell'inventario del 1587. Il tema è infatti quello della ricerca artistica e intellettuale, cui si riferiscono chiaramente le muse e Apollo ma anche le divinità Minerva, protettrice delle arti e Mercurio, patrono dell'eloquenza, inventore della lira e figura di educatore (insegna la lettura a Cupido). Pegaso simboleggia la fama ed è anche all'origine della fonte Ippocrene, sorgente dell'ispirazione poetica. Relativamente agli attributi iconografici delle muse, essi sono coerenti con quanto contenuto nell'Iconologia di Cesare Ripa - edita circa quindici anni più tardi - e rispecchiano alcuni aggiornamenti che dal Seicento diverranno consueti (ad esempio la maschera per Talia, precedentemente rappresentata con il cartiglio o la viola)
92 B 37 3 1 : 25 HH : 48 A 98 72
Apollo e le muse tra paesaggi
Fregio con riquadri di paesaggio alternati a dieci figure femminili e figura virile di divinità: alle pareti Ovest ed Est figura centrale fiancheggiata da paesaggi in riquadri orizzontali a rettangolo mistilineo; alle pareti Nord e Sud specchiatura a grottesca centrale con paesaggi in riquadri verticali intercalati da due figure femminili, poste in corrispondenza delle architravi del soffitto. Le restanti quattro figure femminili sono agli angoli. Il fregio è impostato su cornice dipinta, modanata in modo da simulare piedistalli aggettanti su peducci in corrispondenza delle figure
Apollo e le muse tra paesaggi
Viterbo (VT)
1201220217-0
dipinto murale
proprietà Stato
intonaco/ pittura a fresco
bibliografia specifica: Alessi A - 2004
bibliografia specifica: Alessi A - 2005
bibliografia specifica: Benocci C - 2010
bibliografia specifica: Brugnoli M.V - 1961
bibliografia specifica: Lazzaro Bruno C - 1974
bibliografia specifica: Salerno L - 1969
<https://w3id.org/arco/resource/PhotographicDocumentation/1201220217-0-photographic-documentation-1>
<https://w3id.org/arco/resource/PhotographicDocumentation/1201220217-0-photographic-documentation-2>