Sacra famiglia (dipinto, opera isolata) di Andrea d'Agnolo detto Andrea del Sarto (attribuito) - ambito fiorentino (secondo quarto XVI)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/1201363090 entità di tipo: HistoricOrArtisticProperty
dipinto, opera isolata Sacra famiglia
enit
Sacra famiglia (dipinto, opera isolata) di Andrea d'Agnolo detto Andrea del Sarto (attribuito) - ambito fiorentino (secondo quarto XVI)
1525-1526
Tavola su supporto ligneo rettagolare
dipinto (opera isolata)
675
2332
F.N. 42378
01363090
12
1201363090
L’opera è stata identificata con quella eseguita dal pittore per Zanobi di Giovambattista Bracci (Firenze, 1488 - notizie fino al 1531), della cui esistenza racconta anche Vasari (1550; 1568). L’istante rappresentato coglie Gesù Giuseppe e Maria in un momento di riposo, mentre lei allatta il bambino. Una leggera tensione nei gesti e negli sguardi, tuttavia, rivela un’inquietudine che non risponde a ragioni psicologiche, bensì simboliche, prefigurando la sofferenza che segnerà l’epilogo della parabola religiosa del Salvatore. Un altro rimando metaforico è costituito da un intreccio di radici posto dietro la Madonna, che alluderebbe al legno della croce. Nella Alte Pinakothek di Monaco esiste uno studio con la testa del San Giuseppe che conserva memoria della sua genesi creativa. In origine collocata all’interno della cappella privata della Villa di Zanobi, situata a Rovezzano, venne venduta dal figlio Antonio nel 1580 a Jacopo Salviati. Anche l’altra Sacra Famiglia che faceva parte della loro collezione era stata liquidata, donata nel luglio del 1579 al cardinale Ferdinando de' Medici, venendo in questo caso sostituita da una copia eseguita da Alessandro Allori. Bocchi nel 1591 la riconduce al patrimonio artistici di Salviati, citato nel testamento del duca (Roma, 6 aprile 1672), mentre Cinelli nel 1677 lo inscrive erroneamente ancora alla proprietà di Zanobi. L’opera successivamente, nel corso del Settecento, confluisce nella Collezione Colonna, citata all’interno del Catalogo della Galleria Colonna (1783). Viene vista da Titi, Ramdohr, Martyn, Riccardo e Manazzale, quest'ultimo nel 1816 (anche se potrebbe aver ripetuto delle informazioni non debitamente aggiornate). La Sacra Famiglia viene successivamente presentata all’interno dell’“Inventario generale di Quadri dell’Eccma Casa Barberini redatto per ordine di S. Eccza il Sig. Principe di Palestrina D. Francesco Barberini l’Anno 1844”, realizzato da Enrico Di Dominici, citata al numero 675 nell’ala sud nella “3 camera con quarti n. 13". Infine, l’opera entra a far parte della serie di acquisti barberiniani compiuti da parte dello stato nel 1935, venendo per lungo tempo esposto a Villa Borghese. Per tale ragione non viene citata da De Rinaldis (1936) all’interno della sale del Palazzo. La datazione dell’opera oscilla fra il 1525 (come sostenuto da Sherman) e il 1529 (secondo quanto afferma Freedberg). Antonio Natali e Alessandro Cecchi nel catalogo dedicato all’artista sostengono la prima datazione, facendo appello a motivazioni di ordine formale, collocando l’opera al termine della produzione di Del Sarto
73B81
Sacra famiglia
Tavola su supporto ligneo rettagolare
Sacra famiglia
Roma (RM)
1201363090
dipinto
proprietà Stato
tavola/ pittura a olio