Madonna in trono con Bambino e santi, Madonna in trono con Bambino e santi (polittico) by Maestro dei Polittici Crivelleschi (attribuito) (ultimo quarto sec. XV)

https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/1300020081-0 an entity of type: HistoricOrArtisticProperty

polittico Madonna in trono con Bambino e santi
Madonna in trono con Bambino e santi, Madonna in trono con Bambino e santi (polittico) by Maestro dei Polittici Crivelleschi (attribuito) (ultimo quarto sec. XV) 
Madonna in trono con Bambino e santi, Madonna in trono con Bambino e santi (polittico) di Maestro dei Polittici Crivelleschi (attribuito) (ultimo quarto sec. XV) 
post 1482-post 1482 
Il polittico è a due ordini sovrapposti di cinque scomparti ciascuno, racchiusi entro una cornice dorata, intagliata e traforata, ad archi ribassati trilobati, sostenuti da colonnine a tortiglione nella parte inferiore, archi acuti decorati con fogliame e intervallati da pinnacoli nella parte superiore. Le tavole originariamente a fondo oro, dato in foglia, perduta quasi completamente l'originale doratura, presentano solo la preparazione a bolo rosso. Nell'ordine inferiore, al centro, la Vergine in trono con Bambino benedicente e committente in basso a sinistra. Da sinistra, nel primo e nel secondo scomparto sono rispettivamente San Francesco d'Assisi e San Michele Arcangelo. A destra della Vergine, S. Girolamo e S. Antonio da Padova con un giglio ed un libro. Nel secondo ordine, al centro vi è Cristo emergente dal sepolcro, a sinistra San Bernardino da Siena e San Ludovico da Tolosa; a destra San Bonaventura e San Giovanni da Capestrano. Nella Predella sei apostoli per ciascun lato, fiancheggiano il Redentore benedicente 
Madonna in trono con Bambino e santi, Madonna in trono con Bambino e santi (polittico) 
19 
00020081 
12 
13 
1300020081 
Il polittico, descritto dal Leosini nel 1848 quale opera appartenente al Convento di Sant'Angelo d'Ocre, si ritrova nell'inventario del Municipio aquilano redatto a mano nel 1908 , ivi trasportato dopo la soppressione degli Ordini Minori nel 1865 ed il conseguente trasferimento dei Beni al Comune. Fu attribuito concordemente del Van Marle (1924, vol. XV, p. 103), dal Serra ( 1929, p. 104) dal Berenson 1932), dalla Gabbrielli (1934, p. 43), più per tradizione che per conferma stilistica a Cola dell'Amatrice. Ma nel 1936 già il Borenius, confrontando il polittico di Harewood, arrivato in Inghilterra nel 1916 proveniente dalla zona di Chieti, con quest'opera ed un'altra proveniente dal Convento di San Giovanni da Capestrano, ora nello stesso Museo, li riteneva tutti ugualmente lontani dalla maniera di Cola nelle sue opere certe e ne scorgeva invece affinità con le opere di Pietro Alamanno. Successivamente il Chini(1934, p. 23) ed il Carli (1942, p. 29) individuavano l'autore nell'abruzzese Giacomo da Campli, in un tentativo di ricostruzione della personalità pittorica di questo artista, datando l'opera verso la fine del XV sec. F. Bologna ( 1948), ricostruito un piccolo gruppo di opere tolte al catalogo di Giacomo da Campli, le riferiva ad un pittore che denominava provvisoriamente "Maestro dei Polittici Crivelleschi", pittore dalla personalità ben precisa, di scuola crivellesca, ma di un crivellismo vissuto isolatamente lontano dalle Marche, lungo la vallata aquilana.Accettata dalla critica successiva,( Berenson 1968; Moretti 1968; Torlontano 1987; Settimi 1998) tale attribuzione è stata rinnovata di recente dallo stesso studioso con nuove argomentazioni ( Bologna 2009). L.Arbace( 2011)nel riesaminare la questione attributiva, ripropone il nome di Giacomo da Campli anche sulla scorta di un contributo di E. Ludovici (2003) pubblicato nella rivista " Arte cristiana" . Nell'ambito delle argomentazioni proposte dalla Ludovici, appare di particolare interesse l'attribuzione a Giacomo da Campli degli affreschi nella chiesa di Santa Giusta di Bazzano a l'Aquila raffiguranti "San Giorgio che sconfigge il drago" e "Sant'Antonio Abate" con il committente da identificarsi con ogni probabilità con il giureconsulto Nicola Porcinari, nominato da re Ferdinando Commissario Generale contro i delinquenti di tutto il Regno e Gran Giustiziere del Regno nel 1475. Del resto se il tema degli affreschi appare coerente con le cariche del nobile abruzzese, la stessa data del 1475 appare rafforzare il ruolo di tale opera, come l'anello di congiunzione tra le opere giovanili, in particolar modo il polittico di Campli, databile verso il 1465-70, e il gruppo "aquilano". Ludovici affronta anche il problema della scansione cronologica, proponendo una successione del tutto condivisibile: l'attività di Giacomo da Campli, e anche quella del suo omologo "Maestro dei Polittici Crivelleschi", ricostruita da Ferdinando Bologna, si conclude con il dipinto raffigurante "La Madonna del Suffragio" proveniente dalla chiesa di San Francesco di Chieti, oggi custodito presso il Museo d'Arte Costantino Barbella, opera che può senz'altro collocarsi alla fine dell'intero percorso, anche in funzione della novità del paesaggio roccioso in sostituzione del fondo oro. Nella suddetta opera, come nel polittico di Sant'Angelo d'Ocre, il Bambino Gesù viene raffigurato in piedi, circondato da un'aureola crociata in rosso, nudo e benedicente, l'unica differenza sostanziale il rametto di corallo che il Bambino Gesù reca al collo (nel polittico). Ciò potrebbe sottintendere la conoscenza dell'analoga soluzione adottata da Piero della Francesca nella "Madonna di Senigallia", forse sulla base della trasmissione orale della notizia ma anche una specifica richiesta da parte del committenza 
11 F 6 
Madonna in trono con Bambino e santi 
Madonna in trono con Bambino e santi 
Il polittico è a due ordini sovrapposti di cinque scomparti ciascuno, racchiusi entro una cornice dorata, intagliata e traforata, ad archi ribassati trilobati, sostenuti da colonnine a tortiglione nella parte inferiore, archi acuti decorati con fogliame e intervallati da pinnacoli nella parte superiore. Le tavole originariamente a fondo oro, dato in foglia, perduta quasi completamente l'originale doratura, presentano solo la preparazione a bolo rosso. Nell'ordine inferiore, al centro, la Vergine in trono con Bambino benedicente e committente in basso a sinistra. Da sinistra, nel primo e nel secondo scomparto sono rispettivamente San Francesco d'Assisi e San Michele Arcangelo. A destra della Vergine, S. Girolamo e S. Antonio da Padova con un giglio ed un libro. Nel secondo ordine, al centro vi è Cristo emergente dal sepolcro, a sinistra San Bernardino da Siena e San Ludovico da Tolosa; a destra San Bonaventura e San Giovanni da Capestrano. Nella Predella sei apostoli per ciascun lato, fiancheggiano il Redentore benedicente 
Madonna in trono con Bambino e santi, Madonna in trono con Bambino e santi 
L'Aquila (AQ) 
1300020081-0 
polittico 
proprietà Stato 
tavola/ pittura a tempera 
bibliografia specifica: Berenson B - 1968 
bibliografia specifica: Gabbrielli M.R - 1934 
bibliografia specifica: MORETTI, M - 1968 
bibliografia specifica: Matthiae G - 1959 
bibliografia specifica: ARBACE L./ et alii - 1998 
bibliografia specifica: Bologna F - 1948 
bibliografia specifica: Borenius T - 1939 
bibliografia specifica: CARLI E - 1942 
bibliografia specifica: Chini M - 1949 
bibliografia specifica: E. CARLI - 1998 
bibliografia specifica: F. BOLOGNA - 2009 
bibliografia specifica: Federico Zeri - 1987 
bibliografia specifica: Inventario a mano - 1908 
bibliografia specifica: LUDOVICI E - 2003 
bibliografia specifica: Leosini A - 1848 
bibliografia specifica: MANIERI G. B - 1918 
bibliografia specifica: Massimi A - 1939 
bibliografia specifica: R. VAN MARLE - 1923-1928 
bibliografia specifica: SERRA L - 1912 
bibliografia specifica: Zampetti P - 1971 
bibliografia specifica: Rinascimento danzante. Michele Greco - 2011 

data from the linked data cloud

Licensed under Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0). For exceptions see here