San Sebastiano (scultura, opera isolata) by Silvestro di Giacomo di Paolo da Sulmona detto Silvestro dell'Aquila - ambito toscano, ambito umbro-marchigiano (ultimo quarto sec. XV)

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scultura, opera isolata San Sebastiano
San Sebastiano (scultura, opera isolata) di Silvestro di Giacomo di Paolo da Sulmona detto Silvestro dell'Aquila - ambito toscano, ambito umbro-marchigiano (ultimo quarto sec. XV) 
San Sebastiano (scultura, opera isolata) by Silvestro di Giacomo di Paolo da Sulmona detto Silvestro dell'Aquila - ambito toscano, ambito umbro-marchigiano (ultimo quarto sec. XV) 
scultura (opera isolata) 
Il santo è rappresentato a tutto tondo, il peso del corpo sostenuto dalla gamba sinistra, le braccia legate al'altezza della vita al tronco dell'albero, posto sul retro della figura, secondo l'iconografia tradizionale. Ha la testa incorniciata da una folta capigliatura, lo sguardo rivolto verso l'alto e la bocca semiaperta. La policromia originale è integralmente conservata 
1478-1478 
1300026802 
scultura 
00026802 
13 
1300026802 
L'opera è una delle più importanti espressioni dell'arte rinascimentale in Abruzzo, realizzata da Silvestro Di Giacomo, conosciuto come Silvestro dell'Aquila in occasione della fine della pestilenza del 1478, come attesta anche l'iscrizione lacunosa sulla base della scultura. Il contratto, stipulato nel dicembre di quell'anno, e pubblicato dal Leosini (1848) che ne ha rinvenuto la trascrizione nei manoscritti dell'Agnifili nella Biblioteca Provinciale dell 'Aquila (cfr. Chini, 1927), reca il nome dell'autore della scultura e dei committenti, l'abate del monastero di Santa Maria del Soccorso e Domenico Antonio Caprini d'Ariscula. Esposta nella Mostra d'arte antica abruzzese tenutasi a Chieti nel 1905, questa scultura è stata al centro della discussione sulla formazione di Silvestro di Giacomo. Il Rusconi (1906) vi ha riscontrato generici caratteri toscani; il Venturi (1908) ha considerato Silvestro un seguace di Antonio Rossellino e ha confrontato quest'opera con la scultura raffigurante San Sebastiano nella Collegiata di Empoli, del Rossellino (1457). Questi riferimenti sono stati ripresi dalla critica successiva (Serra, 1922; ID, 1929; Inventario, 1934). Il Balzano (1924) ha collegato il San Sebastiano ad un dipinto di scuola del Botticelli nella Pinacoteca Vaticana; il Mariani (1930) vi ha notato "evidenti ricordi" del Verrocchio e del Rossellino, seguito dal Chini (1954). La Mack Bongiorno (1942) ha escluso il rapporto con la scultura del Rossellino; i modi verrocchieschi di Silvestro e la conoscenza dell'opera di Desiderio da Settignano che ella riscontra nelle sculture di Silvestro la inducono a proporre un soggiorno dell'artista a Firenze tra il 1471 e il 1476. In particolare, il San Sebastiano sarebbe da collegare al tipo popolare diffuso nell'Italia centrale, culminato alcuni anni più tardi nelle patetiche raffigurazioni del Perugino. Il Rotondi (1952) ha ritenuto, invece, l'influenza del Verrocchio mediata attraverso lo scultore Francesco di Simone Ferrucci, presso la cui bottega si sarebbe trattenuto lo scultore aquilano negli anni 1471-1476. Anche il Carli (1960) ha escluso il collegamento con il Rossellino e ha accostato Silvestro a Matteo Civitali, seguito dal Seymour (1966); il Moretti (1968) ha riscontrato nel San Sebastiano elementi verrocchieschi rielaborati nello spirito di modelli umbro- marchigiani. Il Carli (1998) ritiene che quest’opera sia stata la prima di una lunga serie di San Sebastiano lignei realizzati per chiese e confraternite di tutto l’Abruzzo. Di Gennaro (2010) riconosce nell’opera di Silvestro Aquilano il più alto grado di assimilazione della lezione verrocchiesca per la “volontà di ricondurre il furore energetico, la vivacità espressiva all’interno di un sereno controllo formale”. Lo studioso sostiene, inoltre, che il San Sebastiano abruzzese conservi echi del David bronzeo realizzato dal Verrocchio nel 1465 a Firenze 
San Sebastiano 
11 H (SEBASTIANO) 
Il santo è rappresentato a tutto tondo, il peso del corpo sostenuto dalla gamba sinistra, le braccia legate al'altezza della vita al tronco dell'albero, posto sul retro della figura, secondo l'iconografia tradizionale. Ha la testa incorniciata da una folta capigliatura, lo sguardo rivolto verso l'alto e la bocca semiaperta. La policromia originale è integralmente conservata 
L'Aquila (AQ) 
proprietà Stato 
San Sebastiano 
legno/ pittura 
legno/ intaglio 
bibliografia specifica: Venturi A - 1908 
bibliografia specifica: C. TROPEA - 2000 
bibliografia specifica: Gabbrielli M.R - 1934 
bibliografia specifica: M. MACCHERINI - 2010 
bibliografia specifica: MORETTI, M - 1968 
bibliografia specifica: Matthiae G - 1959 
bibliografia specifica: Moretti M - 1971 
bibliografia specifica: E. CARLI - 1998 
bibliografia specifica: L. SERRA - 1929 
bibliografia specifica: Leosini A - 1848 
bibliografia specifica: SERRA L - 1912 
bibliografia di corredo: AA. VV - 1990 
bibliografia di corredo: BALZANO, V - 1910 
bibliografia di corredo: BINDI V - 1894 
bibliografia di corredo: Balzano V - 1903 
bibliografia di corredo: Bonanni T - 1874 
bibliografia di corredo: CHINI M - 1909 
bibliografia di corredo: Carli E - 1960 
bibliografia di corredo: Chini M - 1912 
bibliografia di corredo: Gavini I.C - 132 
bibliografia di corredo: Mariani V - 1930 
bibliografia di corredo: Mariani V - 1932 
bibliografia di corredo: Rusconi J - 1906 
bibliografia di corredo: Seymour Jr. C - 1966 
bibliografia di corredo: Thieme-Becker V - 1937 
bibliografia di corredo: V. BINDI - 1883 
bibliografia di corredo: Venturi A - 1905 
bibliografia di corredo: Venturi A, - 1905 
bibliografia specifica: Balzano V - 1924 
bibliografia specifica: Boffi G - 2012 
bibliografia specifica: Bologna F - 1996 
bibliografia specifica: CHINI M - 1924 
bibliografia specifica: De Nicola G - 1908 
bibliografia specifica: L. MACK BONGIORNO - 1942 
bibliografia specifica: M. CHINI - 1954 
bibliografia specifica: MANIERI G. B - 1918 
bibliografia specifica: Pansa G - 1894 
bibliografia specifica: Rotondi P - 1952 
bibliografia di corredo: O. LEHMANN-BROCKHAUS - 1983 

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