Cristo resuscita il figlio della vedova di Naim (dipinto, ciclo) di Corenzio Belisario (sec. XVII)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/1500671607-21 entità di tipo: CulturalPropertyComponent
dipinto, ciclo, interno Cristo resuscita il figlio della vedova di Naim
enit
Cristo resuscita il figlio della vedova di Naim (dipinto, ciclo) di Corenzio Belisario (sec. XVII)
1611-1611
L'affresco ottagonale mostra una scena che non si discosta dal racconto evangelico per quanto rigurda l'ambientazione: infatti il miracolo si compie vicino alla porta della città, che è raffigurata sul fondo. L'artista però si allontana dal testo non dipingendo la vedova e non dando al defunto resuscitato il volto di un fanciullo. Gesù è rappresentato in primo piano sulla sinistra con l'aureola luminosa e, dietro di Lui, una grande folla
dipinto (ciclo)
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Tra Belisario Corenzio e D. Fontana c'erano notevoli incomprensioni ma, nel corso dei lavori, l'artista mostrò un'arroganza tale da far sospettare una protezione molto alta, quella del Vicerè. L'incarico gli fu dato il 9 aprile 1603; ricevette dal Fontana 150 ducati e doveva terminare il lavoro in un anno. Il Fontana fu leggero nel fissare un termine così breve all'artista; inoltre Nuvolone, Vassallo e Merliani, che già da un anno lavoravano agli stucchi, si trasferirono per altri lavori a Napoli, dove restarono fino al 1605. Di conseguenza il Corenzio a sua volta si allontanò da Salerno e vi fece ritorno con gli stuccatori nel 1606. Egli sapeva che la sua carica a pittore di corte rendeva difficile trovare un altro artista che fosse disposto a prendere il suo posto e D. Fontana dovette riconfermargli l'incarico e dargli anche un acconto di cento ducati. Nel 1608 G. Cesare Fontana, che aveva sostituito nella direzione dei lavori il padre, morto nell'anno precedente, concesse al Corenzio altri 100 ducati. Ad ogni modo alla fine l'artista aveva ricevuto in totale 1550 ducati. "Gli affreschi di Salerno riflettono lo spirito e le contraddizioni proprie dell'artista: versatile, decorativo e discontinuo"(M. Causa Picone, Disegni della Società Napoletana di Storia Patria, Napoli 1974, p. 34). Vi si alternano così quadri che rivelano uno studio accuarato delle proporzioni e degli atteggiamenti e altri che sembrano condotti con superficialità. Il dialogo con l'arte del Tintoretto ritorna, anche a Salerno, negli affreschi migliori. "L'artista umanizza, spesso all'estremo, i tratti espressivi e spesso cade nel grottesco, nel repellente e certo l'attività salernitana del Corenzio rispecchia la mediocrità, che la critica riconosce alla produzione pittorica dell'artista. Forse il suo temperamento, che lo portava a lavorare di getto, e la sua notoria venalità non sono fattori estranei ai difetti presenti negli affreschi della Cripta"(A. Carucci-U. Pecoraro, p.128). Studi recenti spostano la datazione del ciclo al 1611(cfr Il Centro Storico di Salerno)
Cristo resuscita il figlio della vedova di Naim
L'affresco ottagonale mostra una scena che non si discosta dal racconto evangelico per quanto rigurda l'ambientazione: infatti il miracolo si compie vicino alla porta della città, che è raffigurata sul fondo. L'artista però si allontana dal testo non dipingendo la vedova e non dando al defunto resuscitato il volto di un fanciullo. Gesù è rappresentato in primo piano sulla sinistra con l'aureola luminosa e, dietro di Lui, una grande folla
interno
Cristo resuscita il figlio della vedova di Naim
Salerno (SA)
1500671607-21
dipinto
proprietà Ente religioso cattolico
intonaco/ pittura a fresco
bibliografia specifica: Soprintendenza beni ambientali architettonici artistici storici di Salerno e Avellino - 2000
bibliografia di confronto: Carucci A./ Pecoraro U - 1977
bibliografia di confronto: D'Addosio G. B - 1909
bibliografia di confronto: De Angelis M - 1937