decorazione pittorica, ciclo - ambito campano (inizio sec. XII)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/1500863394-0 an entity of type: HistoricOrArtisticProperty
decorazione pittorica, ciclo, Affreschi della facciata della Chiesa Superiore
decorazione pittorica, ciclo - ambito campano (inizio sec. XII)
decorazione pittorica, ciclo - ambito campano (inizio sec. XII)
ante 1110-ante 1110
La decorazione pittorica della facciata è situata ad una quota di 13 metri dal livello stradale e di 4 metri rispetto alla chiesa inferiore (con la quale quella superiore condivide orientamento e ingresso laterale). Essa è organizzata in registri e riquadri, dai soggetti non ben identificabili. Al di sopra della monofora lo stemma è sovrapposto alle pitture più antiche. Prima dell'intervento di restauro degli anni Ottanta del secolo scorso, curato dalla Soprintendenza BAAAS di Salerno, l'intera parete era coperta da scialbature
Affreschi della facciata della Chiesa Superiore (decorazione pittorica)
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L'evoluzione del complesso in forma più organizzata, in senso monastico, è successiva al 1087, anno in cui esso venne concesso dal duca Ruggero Borsa, figlio di Roberto il Guiscardo, a Pietro Pappacarbone, abate della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni. In tale stagione va inserito l'ampliamento verso l'alto delle strutture, e quindi la costruzione della chiesa superiore, probabilmente dedicata alla Vergine. Non è dato conoscere la decorazione complessiva della facciata, che nel corso dei secoli è stata rovinata dall'umidità e dalle scialbature ordinate già nel 1602 dall'arcivescovo di Amalfi Giulio Rossini (1576-1616), che nella visitatio localis imponeva una serie di interventi manutentivi. La facciata della chiesa è ritratta come totalmente imbiancata in un dipinto di Consalvo Carelli del 1856, Veduta amalfitana (riprodotto in Bergman 1995, p. 15), ove emerge un complesso ormai in rovina. Nel dipinto del Carelli si distingue uno stemma sulla porta d'ingresso, che rimanda ad un vescovo per i suoi elementi esteriori, ovvero il cappello, i cordoncini e i ciuffetti, di cui però oggi non si ha traccia: tale presenza potrebbe documentare ulteriori interventi, oppure una certa confusione da parte dell'artista che ha fatto slittare lo stemma che noi oggi vediamo, testimonianza delle scialbature moderne, dalla monofora alla porta. Il restauro della Soprintendenza salernitana ha svelato la superficie originaria e la sua ornamentazione. Quest'ultima era strutturata in registri e riquadri, divisi da cornici lineari di colore rossiccio, bruno e blu, e probabilmente si estendeva su buona parte della facciata alternando spazi bianchi a spazi decorati. Essa arrivava almeno fino alla bifora destra e doveva essere interrotta, sula lato sinistro, in corrispondenza della cappella di San Nicola, ove troviamo altre figure che afferiscono ad anni ancora successivi. L'epigrafe a ridosso della monofora riporta la data 1110, spesso non considerata dalla critica, che in realtà consentirebbe di collocare cronologicamente l'erezione della chiesa e quindi i suoi affreschi entro il primo decennio del XII secolo (Braca 2003, pp. 34-35)
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La decorazione pittorica della facciata è situata ad una quota di 13 metri dal livello stradale e di 4 metri rispetto alla chiesa inferiore (con la quale quella superiore condivide orientamento e ingresso laterale). Essa è organizzata in registri e riquadri, dai soggetti non ben identificabili. Al di sopra della monofora lo stemma è sovrapposto alle pitture più antiche. Prima dell'intervento di restauro degli anni Ottanta del secolo scorso, curato dalla Soprintendenza BAAAS di Salerno, l'intera parete era coperta da scialbature
Affreschi della facciata della Chiesa Superiore
Maiori (SA)
1500863394-0
decorazione pittorica
proprietà Stato
intonaco/ pittura a fresco
bibliografia specifica: Bergman, R. P - 1995
bibliografia specifica: Braca, A - 2003
bibliografia di corredo: Guillaume, P - 1877