Diana cacciatrice (sovrapporta) - ambito napoletano (ultimo quarto sec. XVIII)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/1700133287 an entity of type: HistoricOrArtisticProperty
sovrapporta Diana cacciatrice
Diana cacciatrice (sovrapporta) - ambito napoletano (ultimo quarto sec. XVIII)
Diana cacciatrice (sovrapporta) - ambito napoletano (ultimo quarto sec. XVIII)
sovrapporta
sovrapporta
1775-1799
1700133287
sovrapporta
00133287
17
1700133287
Il dipinto è parte di un ciclo di dodici tele che decorano il salone di ra ppresentanza del palazzo. Gattini (1882) menziona "la magnifica galleria in stoffa bianca e gialla, con bellissimi ornati di stucco bianco ed oro, e con istupendi soprapporti di soggetti mitologici a chiaroscuro su fondo nero" e ricorda che vi "fu ospitato dal Barone Giuseppe Firrao il 1806 Gi u seppe Bonaparte, che vi ordinò una festa da ballo la sera del 6 maggio". Anche Morelli (1963) riferisce di "magnifici saloni regalmente addobbati e splendidamente decorati". In assenza di documentazione specifica, il 180 6 è da considerare quale termine ante quem collocare l'esecuzione della de c orazione e l'allestimento degli arredi del salone, detto "sesta stanza, ch e è la Galleria" in un Inventario del 1811. In tale inventario, stilat o p er volontà di Marianna Caracciolo vedova di Giuseppe Ferraù alla prese nza del notaio e di periti artigiani, pubblicato da Miraglia (2004), si in dica no "otto sopraporte rappresentanti i Falsi Dei con cornice indorata v aluta te per ducati settantadue", cui vanno aggiunti "quattro tremò con co rnice di legno indorato e pittura al di sopra rappresentanti le Favole de' falsi Dei..." eseguiti, probabilmente, su commissione del barone Giovann i Batt ista Ferraù, padre di Giuseppe, secondo un programma di gusto e cul tura ne oclassici. Miraglia (2004) riconosce il tema dell'amore sponsale sotteso all'impresa decorativa nel suo complesso ed indica Diana quale mod ello di moralità femminile che, rifiutando l'amore per gli uomini, punisce Atteone reo di aver osato spiarla mentre si bagnava. Sarebbe dunque una versione meno cruenta del mito nel quale il giovane, tramutato in cervo, è sbranat o dai suoi stessi cani o, più probabilmente, la semplice raffigur azione di Diana a caccia. Si ipotizza la derivazione da un'opera di altro artista, come evidenziato per le altre tele del salone. Per Miraglia (20 04) l'aut ore potrebbe essere riconosciuto in Alessandro Fischetti. Impre scindibile il confronto con le quattordici tele di soggetto mitologico ed epico del palazzo Malvinni Malvezzi di Matera prodotte se non dalla stessa mano quan tomeno dalla stessa bottega nella quale circolavano disegni e s tampe di ri produzione di dipinti di pittori dei secoli precedenti. Comun i la soluzio ne compositiva della lastra di pietra che funge da basamento ed il fondo s curo dal quale emergono i personaggi
Diana cacciatrice
92 C 35 11
sovrapporta
Matera (MT)
proprietà privata
Diana cacciatrice
tela/ pittura a olio
bibliografia specifica: Gattini G - 1882
bibliografia specifica: Morelli M - 1963
bibliografia specifica: Miraglia A - 2004