altare maggiore, opera isolata - ambito Italia meridionale (prima metà sec. XVIII)

https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/1700166928-0 an entity of type: HistoricOrArtisticProperty

altare maggiore, opera isolata
altare maggiore, opera isolata - ambito Italia meridionale (prima metà sec. XVIII) 
altare maggiore, opera isolata - ambito Italia meridionale (prima metà sec. XVIII) 
altare maggiore (opera isolata) 
L'altare è ampio e solenne; presenta, infatti, una mensa con paliotto a forma trapezoidale, color ocra, decorato da una doppia coppia di volute, eseguite in stucco bianco. Ha, inoltre, una pedana a tre gradini: al centro dei primi due è ricavato il tabernacolo, incorniciato da una coppia di paraste e, in alto, da due teste d'angelo. Al di sopra di queste è posta la colomba delle Spirito Santo, color argento. Il tabernacolo si staglia su uno sfondo azzurro. Il dossale è delimitato, all'estremità, da due volute. L'intera superficie dell'altare ha una base color ocra, decorata con motivi vegetali, geometrici e, nell'ultimo gradino, con quattro valve di conchiglie. Sul lato dell'altare, che dà sul coro, sono poste delle teste alate 
ca 1700-ca 1749 
1700166928-0 
altare maggiore 
00166928 
17 
1700166928 
La presenza dell'altare maggiore "con il Coro dietro e palaustrata innanzi" è testimoniata dal Vinaccia, che scrive nel 1728, ripreso da Giannone che descrive sommariamente la chiesa di S. Maria del Gesù, notando negli anni in cui egli scrive l'esistenza di sei altari, oltre a questo, tre per navata (Giannone, 1978, p. 167, p. 169). A dire il vero, l'esistenza dell'altare maggiore, è deducibile, tanto dal Sommario dello Statuto di tutti i Conventi della riformata Provincia di Basilicata, del 1723 (Ciotta, in Insed. francescani, p. 156; Greco, 1998, p. 252), quanto dalla Visita Pastorale del 1738, dove è detto del SS.mo (Greco, 1998, p. 251). La tipologia dell'altare con ciborio centrale, nasce durante la Controriforma, ma ha ancora largo seguito, soprattutto in queste forme e con questo materiale, lo stucco, nel Settecento (Giannatempo M, in Insediamenti francescani in Basilicata, 1988, I, p. 102). Un esempio simile a quello della chiesa di S. Antonio ad Oppido è presente nella chiesa di S. Maria del Piano a Calvello, opera però della seconda metà del Settecento (Petrizzi, 1996, p. 60), a dimostrazione di come determinate tipologie, in ambito francescano, vengano mantenute anche per decenni. Sulla porta d'ingresso alla chiesa è incisa una data 1746, anno in cui è possibile sia stato modificato l'edificio religioso. Con buona approssimazione possiam ritenere che l'altare sia stato realizzato nella prima metà del Settecento e che quella data segni il completamento della maggior parte dei lavori riguardanti la chiesa 
48 A 98 78 3: 11 G 19 2 (+13) 
L'altare è ampio e solenne; presenta, infatti, una mensa con paliotto a forma trapezoidale, color ocra, decorato da una doppia coppia di volute, eseguite in stucco bianco. Ha, inoltre, una pedana a tre gradini: al centro dei primi due è ricavato il tabernacolo, incorniciato da una coppia di paraste e, in alto, da due teste d'angelo. Al di sopra di queste è posta la colomba delle Spirito Santo, color argento. Il tabernacolo si staglia su uno sfondo azzurro. Il dossale è delimitato, all'estremità, da due volute. L'intera superficie dell'altare ha una base color ocra, decorata con motivi vegetali, geometrici e, nell'ultimo gradino, con quattro valve di conchiglie. Sul lato dell'altare, che dà sul coro, sono poste delle teste alate 
Oppido Lucano (PZ) 
proprietà Ente religioso cattolico 
altare maggiore 
stucco/ pittura 
bibliografia specifica: Insediamenti francescani - 1988 
bibliografia specifica: Giannone F - 1978 
bibliografia specifica: Greco G - 1998 
bibliografia di confronto: Petrizzi C - 1996 

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