Cristo crocifisso (crocifisso, opera isolata) - ambito Italia meridionale (fine/inizio secc. XVII/ XVIII)
https://w3id.org/arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/1700166937 an entity of type: HistoricOrArtisticProperty
crocifisso, opera isolata Cristo crocifisso
Cristo crocifisso (crocifisso, opera isolata) - ambito Italia meridionale (fine/inizio secc. XVII/ XVIII)
Cristo crocifisso (crocifisso, opera isolata) - ambito Italia meridionale (fine/inizio secc. XVII/ XVIII)
crocifisso (opera isolata)
Cristo è rappresentato in maniera realistica; sono infatti stati resi i muscoli, le vene delle braccia e delle gambe. Del torace sono ben visibili le costole, mentre l'addome è contratto. Il volto è sereno; ha capelli lunghi, che scendono sulle spalle, e barba folta. Sul suo capo è posta una corona di spine. Veste il solo perizoma
ca 1690-ca 1710
1700166937
crocifisso
00166937
17
1700166937
Lo scultore del Crocifisso di Oppido si mostra attento a rendere in maniera naturale l'anatomia del corpo di Cristo: si osservi il modo in cui sono stati realizzati il costato, l'addome, con quanta attenzione vengono delineati i muscoli delle braccia, delle gambe, con quanta naturalezza sono scolpite le dita dei piedi, contratte come si addice ad un corpo morto. Si guardi anche alla naturalezza del perizoma, annodato sul fianco destro, che scende sulle gambe di Cristo, formando numeorose pieghe. Infine, molto bello è il trattamento del suo volto, emaciato, ma non dolente, dal pathos contenuto. Padre Damiano Neri, nel parlare della diffusione del Crocifisso nelle chiese francescane, ha notato un certo ritardo dell'entusiasmo verso la Passione di Cristo tra i francescani della Basilicata, rispetto a quanto verificatosi in Sicilia e Calabria (Neri, 1952, p. 163). Proprio nella seconda metà del sec. XVII, si attesta la diffusione di croci dal pathos marcato, per poi diffondersi una tipologia, tipicamente conventuale, in legno e commesso di madreperla (Grelle, 2001, p. 331). Proprio l'attenzione che mostra lo scultore per la resa naturale del corpo di Cristo, per la ricerca di una forte espressività, elemento questo caro ai francescani, fa comprendere come egli respiri le trasformazioni artistiche, che da Napoli, anche attraverso altri artisti, come il pittore Pietrafesa, giungono in Basilicata. Inoltre, bisogna tener presente che, in ambito francescano, i Crocifissi di Fra Stefano da Piazza Armerina o quelli del suo allievo, Fr. Angelo da Pietrafitta (che realizza Crocifissi lignei dopo il 1685), dalla maggiore carica espressiva, dovettero certamente fare scuola in tutta l'Italia meridionale e soprattutto nella provincia di S. Niccolò di Puglia, dove l'artista ebbe forse modo di recarsi, e dove si trovano sue opere, come il Crocifisso della chiesa del SS. Crocifisso a Forenza (Neri, 1952, pp. 142-163). Proprio a questa provincia apparteneva anche il convento di Oppido Lucano (Ciotta, in Ins. francescani, 1988, p. 154). Tutti questi elementi inducono a riflettere sulla possibilità che il Crocifisso sia stato realizzato da uno scultore, partecipe di questo complesso mélange culturale, alla fine del sec. XVII o, al massimo, entro i primi decenni del sec. XVIII, datazione questa in linea con quella proposta per l'altare
Cristo crocifisso
11 D 35
Cristo è rappresentato in maniera realistica; sono infatti stati resi i muscoli, le vene delle braccia e delle gambe. Del torace sono ben visibili le costole, mentre l'addome è contratto. Il volto è sereno; ha capelli lunghi, che scendono sulle spalle, e barba folta. Sul suo capo è posta una corona di spine. Veste il solo perizoma
Oppido Lucano (PZ)
proprietà Ente religioso cattolico
Cristo crocifisso
legno/ pittura
bibliografia specifica: Insediamenti francescani - 1988
bibliografia specifica: Grelle Iusco A - 2001
bibliografia specifica: Neri D - 1952