Santa Ninpha (lato nord)/ Santa Oliva (lato sud), Santa Ninpha (lato nord)/ Santa Oliva (lato sud) (scultura, serie) by Serpotta Procopio (attribuito) - ambito tardo-barocco (primo quarto XVIII)

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scultura, serie, statua di Santa Ninfa/ statua di Sant'Oliva Santa Ninpha (lato nord)/ Santa Oliva (lato sud)
Santa Ninpha (lato nord)/ Santa Oliva (lato sud), Santa Ninpha (lato nord)/ Santa Oliva (lato sud) (scultura, serie) di Serpotta Procopio (attribuito) - ambito tardo-barocco (primo quarto XVIII) 
Santa Ninpha (lato nord)/ Santa Oliva (lato sud), Santa Ninpha (lato nord)/ Santa Oliva (lato sud) (scultura, serie) by Serpotta Procopio (attribuito) - ambito tardo-barocco (primo quarto XVIII) 
Santa Ninpha (lato nord)/ Santa Oliva (lato sud), Santa Ninpha (lato nord)/ Santa Oliva (lato sud) (scultura, serie) 
Santa Ninfa (nell'opera in esame indicata come NYMPHA) è individuata tra le protettrici di Palermo e come tale, scolpita la sua statua, fu collocata prima del 1661 nel cantone occidentale del "teatro del sole", all'incrocio tra il Cassaro e la via Maqueda (correntemente denominato 4 Canti) Nel 1655 Gaspare Guercio scolpì la statua della Santa destinata con le altre protettrici di Palermo alla recinzione del piano della Cattedrale a mezzogiorno del Duomo normanno. In questo clima di fede, intensificato dalla controriforma, i confrati dell'oratorio di Santa Caterina, disposero l'inserzione di Santa Ninfa e di Santa Oliva nella ristrutturazione di Santa Caterina all'Olivella. Anche Sant'Oliva ebbe posto nel cantone settentrionale dei 4 Canti, e nel 1656 Gaspare Guercio scolpì una statua della santa per il piano della Cattedrale. Il martirio di Santa Ninfa,(che nella statua in esame è rievocato con la palma del martirio) è collocato in epoca vandalica (seconda metà V sec. d.c.), o in epoca Costantiniana (I quarto d.c.). La sua storia è connessa a quella di San Mamiliano vescovo di Palermo, che insieme alla Santa sarebbe fuggito in Africa, fuggendo nuovamente e rifugiandosi nell'isola del Giglio, nella zona toscana del tirreno. Da qui si sarebbero trasferiti a Sovana (centro- -Italia) dove avrebbero convertito gli abitanti. Nel 1593 una reliquia di Santa Ninfa fu trasportata a Palermo, nella Cattedrale che ne custodisce il corpo e né festeggia la memoria nella terza domenica di settembre, (Lancia di Brolo 1880-ed. mod. pp.279-282). Anche per Sant'Oliva, vergine e martire palermitana, è incerto se, inviata in esilio in africa dove fu martirizzata, l'evento debba collocarsi durante la persecuzione vandalica (V sec. d.c.) o addirittura dopo l'invasione Mussulmana dell'isola (IX sec.). Anche Oliva è raffigurata con una palma del martirio ed un libro la leggenda la tramanda sepolta a Palermo presso le mura cittadine, nella zona occupata oggi dalla chiesa di San Francesco di Paola (Lancia di Brolo op.cit.pp.283-285) 
post 1719/00/00-ante 1725/00/00 
1900264834 
scultura 
00264834 
19 
1900264834 
Il Mongitore assegna la decorazione dell'oratorio a Giacomo Serpotta (Mongitore A. ed. mod. 1977 p.93). Dai documenti ritrovati nel secolo scorso da Filippo Meli risulta invece inconfutabile l'attribuzione a Procopio Serpotta e l'esecuzione tra il 1719 ed il 1725, allorché G. Serpotta, in aspro contrasto con il figlio operava fondamentalmente ad Alcamo. L'attribuzione è stata successivamente confermata dalla Davì (Davì G.1978 p.14) e dal Garstang (Garstang D. trad.it. 1990 pp.264-265). Recenti studi sull'oratorio del Sabato a Casa Professa a Palermo, assegnato in base ai documenti ritrovati a Procopio Serpotta, confermano anche stilisticamente l'attribuzione a Procopio degli stucchi di Santa Caterina. Già nell'oratorio del Sabato, il Procopio si distanzia dal padre per una attenuazione del plasticismo effuso di matrice barocca e l'immersione della forma nello spazio, assumendone la figura slancio e torsione. Procopio infatti, pur restando vicino al grande genitore, preannuncia modi più ariosi, e liberi meno significanti, ma formalmente diversi, per l'accennata compenetrazione di figure e spazio che lo distinguono altresì dagli scultori barocchi dei 4 Canti e del piano della Cattedrale 
Santa Ninpha (lato nord)/ Santa Oliva (lato sud) 
Santa Ninpha (lato nord)/ Santa Oliva (lato sud) 
11HH(NINFA): 11HH(OLIVA) 
Santa Ninfa (nell'opera in esame indicata come NYMPHA) è individuata tra le protettrici di Palermo e come tale, scolpita la sua statua, fu collocata prima del 1661 nel cantone occidentale del "teatro del sole", all'incrocio tra il Cassaro e la via Maqueda (correntemente denominato 4 Canti) Nel 1655 Gaspare Guercio scolpì la statua della Santa destinata con le altre protettrici di Palermo alla recinzione del piano della Cattedrale a mezzogiorno del Duomo normanno. In questo clima di fede, intensificato dalla controriforma, i confrati dell'oratorio di Santa Caterina, disposero l'inserzione di Santa Ninfa e di Santa Oliva nella ristrutturazione di Santa Caterina all'Olivella. Anche Sant'Oliva ebbe posto nel cantone settentrionale dei 4 Canti, e nel 1656 Gaspare Guercio scolpì una statua della santa per il piano della Cattedrale. Il martirio di Santa Ninfa,(che nella statua in esame è rievocato con la palma del martirio) è collocato in epoca vandalica (seconda metà V sec. d.c.), o in epoca Costantiniana (I quarto d.c.). La sua storia è connessa a quella di San Mamiliano vescovo di Palermo, che insieme alla Santa sarebbe fuggito in Africa, fuggendo nuovamente e rifugiandosi nell'isola del Giglio, nella zona toscana del tirreno. Da qui si sarebbero trasferiti a Sovana (centro- -Italia) dove avrebbero convertito gli abitanti. Nel 1593 una reliquia di Santa Ninfa fu trasportata a Palermo, nella Cattedrale che ne custodisce il corpo e né festeggia la memoria nella terza domenica di settembre, (Lancia di Brolo 1880-ed. mod. pp.279-282). Anche per Sant'Oliva, vergine e martire palermitana, è incerto se, inviata in esilio in africa dove fu martirizzata, l'evento debba collocarsi durante la persecuzione vandalica (V sec. d.c.) o addirittura dopo l'invasione Mussulmana dell'isola (IX sec.). Anche Oliva è raffigurata con una palma del martirio ed un libro la leggenda la tramanda sepolta a Palermo presso le mura cittadine, nella zona occupata oggi dalla chiesa di San Francesco di Paola (Lancia di Brolo op.cit.pp.283-285) 
Palermo (PA) 
proprietà mista pubblica/privata 
Santa Ninpha (lato nord)/ Santa Oliva (lato sud), Santa Ninpha (lato nord)/ Santa Oliva (lato sud) 
stucco/ modellatura 
bibliografia specifica: Davì Giulia - 1978 
bibliografia di confronto: Garstang Donald - 1990 
bibliografia specifica: Meli Filippo - 1934 
bibliografia specifica: Mongitore Antonino - 1977 
bibliografia specifica: Lancia di Brolo, Domenico Gaspare - 1979 

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