Ritratto di Margherita di Savoia-Genova (positivo) by Poncy François (studio) (terzo quarto XIX)

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Ritratto di Margherita di Savoia-Genova (positivo) by Poncy François (studio) (terzo quarto XIX) 
Ritratto di Margherita di Savoia-Genova (positivo) di Poncy François (studio) (terzo quarto XIX) 
post 1858-ante 1860 
L’opera è conservata entro una cornice di formato e luce rettangolare, con angoli smussati, in legno intagliato e parzialmente dorato. Battuta liscia; unica fascia modanata con profilature dorate. Superiormente cimasa con nastro piatto annodato con disposizione simmetrica dei lembi 
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R 2828  XR 710 
00399699 
01 
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Margherita di Savoia-Genova 
L’opera, secondo quanto indicato sul retro della cornice e dell’inventario compilato da Noemi Gabrielli nel 1951, raffigura Margherita di Savoia-Genova (Torino, 1851-Bordighera, 1926) in età infantile. Figlia primogenita di Ferdinando di Savoia – Genova, fratello di Vittorio Emanuele II, e di Maria Elisabetta di Sassonia. Rimase orfana di padre a soli quattro anni nel 1855, e crebbe, con il fratello Tomaso, sotto la tutela del Re tra Torino, Stresa ed Agliè, seguita dalla sua intelligente e raffinata istitutrice , Rosa Arbesser. Sapeva parlare correntemente francese, tedesco e inglese ed amava la letteratura, la musica e la poesia. Nel 1867 venne scelta come sposa dell’erede al trono, il cugino Umberto, quasi a voler consolidare la forza di Casa Savoia nell’arduo compito del compimento dell’unificazione italiana in tutte le sue sfaccettature. Le nozze furono celebrate a Torino 22 aprile 1868 ma, pochi giorni dopo, la coppia partì per la nuova capitale, Firenze. Margherita, seppur non ancora regina, fu la prima donna di Casa Savoia, a cui spettava l’arduo compito di attrarre se consensi e creare una raffinata corte italiana. Seppe perfettamente incarnare tale ruolo, dapprima a Firenze e poi nella definitiva capitale Roma, luogo dove trovò diverse resistenze da parte della nobiltà papale e dove dovette trasformare l’antico palazzo pontificio del Quirinale in un Palazzo Reale. Riuscì perfettamente nella sua missione a tal punto che non solo la nobiltà si avvicinò al nuovo casato, ma addirittura poeti come Giosuè Carducci, di fede repubblicana, composero odi in suo onore. Dal 1878 fu dunque la prima Regina d’Italia, Maria Adelaide era infatti morta prima del compimento dell’unità nazionale; seppe incarnare perfettamente questo ruolo facendo innamorare di se le masse. Ebbe una personalità molto forte e ligia al suo dovere e seppe abbandonare la scena istituzionale quando nell’estate del 1900 accolse a Monza, all’indomani del regicidio, il figlio Vittorio Emanuele III e la nuora Elena, a cui cedette il passo in quanto nuova Regina. Trovò quindi dimora nel palazzo di via Veneto a Roma, che venne chiamato appunto Palazzo Margherita, dove creo la sua piccola corte della “Casa della regina Madre”, ma continuò ad amare la sua terra natia trascorrendo diversi periodi dell’anno tra Torino, Stupinigi e l’amata Gressoney. L’opera fu concepita a pendent con il ritratto del fratello, Tomaso, duca di Genova, e non si tratta di una miniatura, bensì una fotografia scattata dal fotografo M o F Poncy, appartenente a una dinastia di fotografi di Ginevra, primati in varie esposizioni universali quali Londra, Parigi, Vienna. In considerazione della giovane età dell’effigiato potrebbe risalire al 1858-60, periodo in cui è ben attestata l’attività del fotografo. La fotografia si colloca in una sala che venne riallestita all’inizio del Novecento, in una fase in cui, dopo decenni di abbandono e dopo l’assassinio di Umberto I a Monza, che determinò l’abbandono della villa lombarda come luogo di villeggiatura della famiglia reale, il castello di Racconigi fu oggetto di un nuovo interesse da parte dei Savoia. Gli appartamenti dell’area di ponente furono destinati a ospitare principi in visita o ospiti illustri. Successivamente, a partire dagli anni Trenta del Novecento, subirono ulteriori trasformazioni, dopo la donazione della residenza al principe ereditario Umberto II. La serie dei ritratti degli infanti di Casa Savoia di varia epoca qui posizionati, rientra, probabilmente, tra gli acquisiti effettuati da parte di Umberto II dagli anni Venti del Novecento per completare la quadreria dinastica 
61BB2(MARGHERITA SAVOIA-GENOVA) : 31D112 
Ritratto di Margherita di Savoia-Genova 
L’opera è conservata entro una cornice di formato e luce rettangolare, con angoli smussati, in legno intagliato e parzialmente dorato. Battuta liscia; unica fascia modanata con profilature dorate. Superiormente cimasa con nastro piatto annodato con disposizione simmetrica dei lembi 
Ritratto di Margherita di Savoia-Genova, Il personaggio è rappresentato frontalmente, con lo sguardo rivolto verso l’osservatore. E’ seduto su una sedia chiavarina. Un braccio è appoggiato su un tavolino rotondo, coperto da tovaglia sul quale è posto un vaso contenente fiori appena accennati. Porta i capelli semiraccolti, trattenuti da nastro, con scriminatura centrale e orecchini. Indossa una camicia e dei larghi mutandoni al ginocchio e al di sopra una veste chiusa anteriormente con ampie maniche. Sfondo privo di ambientazione sfumato 
Racconigi (CN) 
0100399699 
positivo 
proprietà Stato 
ambrotipo 
Il personaggio è rappresentato frontalmente, con lo sguardo rivolto verso l’osservatore. E’ seduto su una sedia chiavarina. Un braccio è appoggiato su un tavolino rotondo, coperto da tovaglia sul quale è posto un vaso contenente fiori appena accennati. Porta i capelli semiraccolti, trattenuti da nastro, con scriminatura centrale e orecchini. Indossa una camicia e dei larghi mutandoni al ginocchio e al di sopra una veste chiusa anteriormente con ampie maniche. Sfondo privo di ambientazione sfumato 

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