Architettura - Chiese - Chiesa di San Martino Vescovo (negativo) by Caprioli Giovanni (attribuito), Ongaro Massimiliano (XX)

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Pittori - Italia - Sec. 19. - Santi, Sebastiano (negativo) di Caprioli Giovanni (attribuito), Ongaro Massimiliano (XX) 
Architettura - Chiese - Chiesa di San Martino Vescovo (negativo) by Caprioli Giovanni (attribuito), Ongaro Massimiliano (XX) 
Danni di guerra - Documentazione - 1 Guerra Mondiale (negativo) di Caprioli Giovanni (attribuito), Ongaro Massimiliano (XX) 
Veneto – Cornuda (negativo) by Caprioli Giovanni (attribuito), Ongaro Massimiliano (XX) 
Danni di guerra - Documentazione - 1 Guerra Mondiale (negativo) by Caprioli Giovanni (attribuito), Ongaro Massimiliano (XX) 
Architettura - Chiese - Chiesa di San Martino Vescovo (negativo) di Caprioli Giovanni (attribuito), Ongaro Massimiliano (XX) 
Pittori - Italia - Sec. 19. - Santi, Sebastiano (negativo) by Caprioli Giovanni (attribuito), Ongaro Massimiliano (XX) 
Veneto – Cornuda (negativo) di Caprioli Giovanni (attribuito), Ongaro Massimiliano (XX) 
negativo 
post 1918/12/01-ante 1918/12/12 
0500346733 
negativo 
00346733 
05 
0500346733 
La fotografia in esame appartiene ad un nucleo di fotografie archivisticamente raggruppato sotto la denominazione “Territori Liberati”: si tratta di una campagna realizzata dal Gabinetto Fotografico della Soprintendenza ai Monumenti di Venezia tra il Dicembre del 1918 e il mese di Febbraio del 1919 per testimoniare i danni causati dalla Grande Guerra agli edifici presenti sul territorio del Veneto orientale e del Friuli, allora sotto la giurisdizione della Soprintendenza veneziana. Incaricato di realizzare le riprese fu Giovanni Caprioli, allora fotografo della Soprintendenza, verosimilmente sotto la supervisione del soprintendente Massimiliano Ongaro, che compare più volte nelle inquadrature accanto agli edifici. La campagna si svolse secondo un preciso percorso, che si snodava lungo l’asse del Piave, in un arco temporale relativamente breve in relazione alle modalità di trasporto dell’epoca e alle tecniche di ripresa, che comportavano l’impiego di un’attrezzatura poco maneggevole, quali cavalletti e supporti di vetro. Gli immobili documentati sono per la maggior parte edifici di culto, ma compaiono anche alcune ville di particolare interesse storico artistico. Numerose immagini confluirono nell’apparato iconografico del volume di Andrea Moschetti “ I danni ai monumenti e alle opere d'arte delle Venezie nella guerra mondiale 1915-1918” (Venezia, 1929), conseguendo così una più larga diffusione. Dalla documentazione conservata presso l’Archivio Storico della Soprintendenza di Venezia si può dedurre che la fotografia che ritrae la chiesa di Cornuda sia stata eseguita entro il 12 dicembre 1918, data della minuta indirizzata alla Direzione Generale Antichità e Belle Arti relativa a “una gita fatta seguendo l’itinerario Susegana, Pieve di Soligo, Follina, Vittorio, Belluno, Feltre, Quero, Cornuda”, nella quale il Soprintendente Massimiliano Ongaro cita le “fotografie fatte e che mi riservo di inviare quanto prima”. Dal momento che Giovanni Caprioli ottenne il congedo dall’esercito il 1 dicembre del 1918 e risultava già in funzione come fotografo presso la Soprintendenza ai Monumenti di Venezia il 14 dicembre 1918, è possibile attribuirgli l’esecuzione materiale di queste riprese 
Architettura - Chiese - Chiesa di San Martino Vescovo 
Pittori - Italia - Sec. 19. - Santi, Sebastiano 
Veneto – Cornuda  
Danni di guerra - Documentazione - 1 Guerra Mondiale 
Cornuda. Campanile e Chiesa 
Venezia (VE) 
proprietà Stato 
Danni di guerra - Documentazione - 1 Guerra Mondiale ; Veneto – Cornuda ; Architettura - Chiese - Chiesa di San Martino Vescovo ; Pittori - Italia - Sec. 19. - Santi, Sebastiano, Cornuda: la chiesa parrocchiale danneggiata dai bombardamenti della Prima Guerra Mondiale. Oltre la facciata crollata è ancora visibile l’affresco dell’abside di Sebastiano Santi raffigurante il santo titolare. A sinistra le macerie del campanile 
vetro 
gelatina bromuro d'argento 
Cornuda: la chiesa parrocchiale danneggiata dai bombardamenti della Prima Guerra Mondiale. Oltre la facciata crollata è ancora visibile l’affresco dell’abside di Sebastiano Santi raffigurante il santo titolare. A sinistra le macerie del campanile 

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