Pittura - Dipinti (unicum) by Anonimo (XIX)

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Pittura - Dipinti (unicum) by Anonimo (XIX) 
Pittura - Dipinti (unicum) di Anonimo (XIX) 
Iconografia cristiana - Madonna con Bambino e San Giovannino (unicum) di Anonimo (XIX) 
Pittori - Italia - Sec. 15.-16. - Raibolini, Francesco detto Francesco Francia (scuola) (unicum) di Anonimo (XIX) 
Pittori - Italia - Sec. 15.-16. - Raibolini, Francesco detto Francesco Francia (scuola) (unicum) by Anonimo (XIX) 
Iconografia cristiana - Madonna con Bambino e San Giovannino (unicum) by Anonimo (XIX) 
ca 1846-ca 1846 
Dagherrotipo con montaggio europeo (french frame), vetro di protezione, foglio di fondo in carta e cartone con occhiello per appendere a parete in tessuto verde. Sigillato con nastro in carta con iscrizioni manoscritte a inchiostro 
unicum 
FB004077 
01388609 
12 
1201388609 
Madonna col Bambino e San Giovannino - Scuola di Francesco Francia 
Dagherrotipo che riproduce una Madonna col Bambino e San Giovannino di scuola del Francia, opera devozionale da collocarsi negli ultimi anni di attività di Francesco Raibolini, periodo in cui l’impostazione del maestro è quasi sempre portata a compimento dalla bottega. La tavola, attualmente presso la Cummer Art Gallery di Jacksonville in Florida, proviene dalla collezione romana del conte Francesco Cini, con successiva acquisizione di Lord Aldenham nel 1846. Questo dato è molto importante per collocare cronologicamente la ripresa del dipinto. L’esemplare appartiene a una serie di cinque dagherrotipi che riproducono opere pittoriche, uno di essi è riconducibile alla mano dal francese Philibert Perraud (firma sulla lastra e sul passe-partout - FB004873). Questa certezza ha dato il via, per analogia e contesto, a una catena attributiva partita dallo stesso Becchetti e supportata anche in seguito (si veda il sito Daguerreobase dove l’attribuzione a Perraud è citata per tutti gli esemplari). Se analizziamo con attenzione i cinque dagherrotipi notiamo analogie importanti su quattro di essi ma una differenza sostanziale rispetto a quello di Perraud circa la modalità di ripresa: per quattro dei dipinti, inquadrati con perfetta frontalità, è stato usato un prisma, o specchio invertitore, interposto tra l’obbiettivo e la lastra, in modo da ristabilire la versione corretta, invertita durante il normale processo fotografico; l’immagine di Perraud è invece riflessa orizzontalmente rispetto al dipinto, senza alcun correttivo, inoltre la ripresa non è frontale ma leggermente scorciata. Il tipo di montaggio complica ulteriormente la questione in quanto quattro dei dagherrotipi conservano una sigillatura originale estremamente interessante realizzata con carta gommata di colore chiaro che riporta iscrizioni in lingua francese (in italiano solo per l’esemplare di Perraud) sulle opere raffigurate: l’autore, l’indicazione precisa delle misure senza cornice e un numero progressivo in alto a sinistra che lascia intuire l’appartenenza a una serie e alla creazione di una sorta di “archivio” di riproduzioni; il quinto esemplare (la Maddalena del Giampietrino - FB004875) è privo di questo elemento, forse perdutosi nel corso del tempo e non ripristinato durante il restauro. Questo tipo di montaggio, con riferimenti espliciti all’opera, riconduce senz’altro all’ambito collezionistico (Bonetti 2003): oltre a quello riprodotto nell’esemplare in esame, anche un secondo dipinto proviene dalla Collezione Cini, con passaggio successivo in quella di Lord Aldenham nel 1896 (Madonna col Bambino e cardellino - FB004879). Si suppone pertanto che anche gli altri possano essere appartenuti alla stessa collezione e riprodotti contestualmente, per mantenerne una immagine di riferimento in previsione di eventuali attività di cessione. Circa l’individuazione dell’autore, dopo la generica attribuzione a Perraud, è stato avanzato il nome di Antonio Gambina Fici, dagherrotipista itinerante documentato anche a Roma prima del suo trasferimento in Sicilia, tra Palermo, Messina e Catania. L’ipotesi è molto suggestiva, ma per il momento non suffragata da fonti certe e senz’altro da approfondire data la mancanza di elementi sull’oggetto (punzonature, iscrizioni) che possano confermarne con sicurezza la paternità. Inoltre la presenza di Antonio Gambina Fici nella capitale è documentata tra la fine del 1847 e l’anno seguente (Micalizzi 2008) e non nel 1846, data che viene ipotizzata per la riproduzione dei dipinti, anche in relazione alla vendita proprio in quell’anno a Lord Aldenham del dipinto in oggetto. Questa mancata coincidenza temporale apre di nuovo la strada a una ricerca attributiva che faccia luce su questo interessante gruppo di esemplari legati da omogeneità formale e iconografica: l'utilizzo della dagherrotipia per la riproduzione di opere pittoriche, nonostante le molteplici difficoltà tecniche nella restituzione tonale e cromatica, si riscontra in artisti contemporanei per la documentazione dei propri dipinti, mentre in questo caso va scandagliato il contesto antiquario e la circolazione di opere sul mercato 
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Pittura - Dipinti 
Pittori - Italia - Sec. 15.-16. - Raibolini, Francesco detto Francesco Francia (scuola) 
Iconografia cristiana - Madonna con Bambino e San Giovannino 
Dagherrotipo con montaggio europeo (french frame), vetro di protezione, foglio di fondo in carta e cartone con occhiello per appendere a parete in tessuto verde. Sigillato con nastro in carta con iscrizioni manoscritte a inchiostro 
Conservato in ambiente climatizzato e in scatola conservativa a norma 
Pittura - Dipinti ; Iconografia cristiana - Madonna con Bambino e San Giovannino ; Pittori - Italia - Sec. 15.-16. - Raibolini, Francesco detto Francesco Francia (scuola) 
Roma (RM) 
1201388609 
unicum 
proprietà Stato 
dagherrotipo 
rame argentato 

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