preparato ostetrico, apparato genitale femminile by Manzolini Giovanni, Morandi Anna (sec. XVIII)
https://w3id.org/arco/resource/ScientificOrTechnologicalHeritage/0800691366 an entity of type: MovableCulturalProperty
preparato ostetrico, apparato genitale femminile
preparato ostetrico, apparato genitale femminile di Manzolini Giovanni, Morandi Anna (sec. XVIII)
preparato ostetrico, apparato genitale femminile by Manzolini Giovanni, Morandi Anna (sec. XVIII)
ca 1746-ante 1750
Utero gravido con collo e vagina dilatati. L'utero è selezionato anteriormente per permettere di osservare le manovre di versione del feto
preparato ostetrico (apparato genitale femminile)
14
B54
MPPOS014
00691366
08
0800691366
Nel 1757 papa Benedetto XIV decise di acquisire i materiali ostetrici di Giovanni Antonio Galli (1708-1782), per implementare le collezioni didattiche dell'Istituto delle Scienze di Bologna. Professore di Chirurgia presso l'Università, Galli aveva tenuto, per otto anni presso la propria abitazione, una scuola di ostetricia, nella quale la "scienza de' parti" veniva insegnata sia a medici, sia a levatrici. Il metodo didattico da lui ideato si avvaleva dell'ausilio di tavole in cera tridimensionali - commissionate, tra gli altri, a Giovanni Manzolini (1700-1755) - e di modelli d'utero in argilla, realizzati da Giovan Battista Sandi. Oltre al costo meno gravoso, la suppellettile in argilla risultava, rispetto a quella in cera, più manipolabile e quindi didatticamente più efficace; i modelli, infatti, erano realizzati in modo tale da consentire non solo la visualizzazione dei fenomeni in oggetto, ma anche la loro esplorazione tattile. Fu un approccio particolarmente importante in campo ostetrico: la conoscenza della disposizione del feto nell'utero è cruciale nell'assicurare un parto di successo. Insieme all'acquisto dei preparati, il pontefice Benedetto XIV provvide, inoltre, a mettere in attività un corso di Ostetricia presso lo stesso Istituto delle Scienze, affidandolo a Galli. L'Istituto si apriva così ad un pubblico nuovo, quello delle levatrici; il loro accesso alla Camera dell'Ostetricia - situata al pianterreno di Palazzo Poggi - avveniva attraverso una piccola porticella in corrispondenza del lato posteriore del palazzo; l'entrata era, in tal modo, mantenuta separata da quella degli studenti universitari, dei professori e dei nobili, ovvero gli abituali frequentatori dell'Istituto.Quasi un secolo più tardi nel 1872 venne completato il lavoro di cottura dei modelli d'argilla, prima solo induriti per disseccamento. La suppellettile inoltre venne riparata e ridipinta a colori naturali dal modellatore Cesare Bettini.L'inventario degli oggetti, compilato dallo stesso Galli nel 1776, permette di individuare, attraverso il proprio ordinamento, la progressione didattica dei principali nuclei della collezione.La prima serie della collezione (1-14) è costituita da preparati naturali e modelli in cera che dovevano fornire l'introduzione anatomica all'insegnamento ostetrico rappresentando gli organi della generazione, sia in stato normale sia morboso. La successiva serie (15-23) mostra i mutamenti proporzionali nell'accrescimento delle dimensioni dell'utero e del feto durante la gravidanza dal primo mese sino al momento del parto. I modelli dal 24 al 30 introducono ulteriori cognizioni anatomiche e fisiologiche sulla struttura della placenta, la sua connessione uterina, sulle membrane e le posizioni fetali. Dal 31 al 40 si osservano le mutazioni che subisce la bocca dell'utero prima del parto, al comparire del sacco amniotico. Dal 41 al 46 si ha la serie dei preparati naturali, poi sostituiti da argille, con feti di cinque, sette e nove mesi. I nn. 47-52 sono modelli lignei che rappresentano l'involucro fetale e la placenta nei diversi periodi della gravidanza. Infine, con il 53, si osserva come può presentarsi l'utero dopo il parto e l'espulsione delle membrane. La serie sul parto gemellare (54-57) mostra l'utero gravido con le posizioni fetali e le loro connessioni placentari. I nn. 58-62 illustrano il parto, i nn. 63-74 le fasi progressive dell'espulsione della placenta e delle contrazioni uterine, oltre ai funesti risultati derivanti da operazioni di estrazione placentare eseguite da mani inesperte (75-76). Dal 78 al 81 si hanno le figurazioni del feto che viene alla luce naturalmente, senza complicazioni. La parte più consistente della suppellettile (82-132) è poi costituita dalla serie di modelli impiegati per trattare il parto preternaturale. Si hanno le differenti presentazioni al vertice (82-91), seguite da quelle facciali e laterali (92-100).I preparati anatomici attribuiti alla paternità di Giovanni Manzolini - coadiuvato nel lavoro dalla moglie Anna Morandi - sono databili tra il 1746, anno in cui, secondo le fonti, il ceroplasta ricevette la commissione da Galli, ed il 1750, quando il chirurgo aprì nella sua dimora la scuola di ostetricia
Utero gravido con collo e vagina dilatati. L'utero è selezionato anteriormente per permettere di osservare le manovre di versione del feto
preparato
preparato ostetrico
Bologna (BO)
0800691366
preparato ostetrico apparato genitale femminile
proprietà Ente pubblico non territoriale
legno/ pittura
tela/ pittura
cera/ pittura
bibliografia specifica: Armaroli M - 1981
bibliografia specifica: Luoghi Conoscere - 1988
bibliografia specifica: Sanlorenzo O - 1988
bibliografia specifica: Tega W - 2007
bibliografia specifica: Materiali Istituto Scienze - 1979
bibliografia specifica: Museo Ostetrico G. A. Galli - 1988