cinepresa by Pathé Frères (prima metà XX)

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cinepresa
cinepresa by Pathé Frères (prima metà XX) 
cinepresa di Pathé Frères (prima metà XX) 
ca 1923-ca 1935 
Oggetto: ​​cinepresa di piccole dimensioni in metallo e rivestita in pelle dalla forma rettangolare con bordi arrotondati e maniglia per il trasporto. All'interno dell'apparecchio è montato un motore con carica a molla. Nella parte alta della scatola è inserito un mirino a traguardo che attraversa longitudinalmente tutto l'apparecchio e, sotto al visore, è installato il contametro. Sul lato destro sono inserite una chiave per la carica della molla del motore contenuto all'interno, una rotella per l'avanzamento manuale della pellicola e una leva di blocco/sblocco. Il lato sinistro è incernierato ed apribile per consentire l'accesso al vano porta caricatore, con apposito fuso rotante, per la pellicola da 9,5 mm. L'obiettivo “Stellor Berthiot” 1:3,5 f=20 mm è a fuoco fisso con diaframma a iride regolabile mediante una levetta posta sotto all'obiettivo stesso (aperture 3.5, 5, 7, 10, 14); per distanze di 0.5, 1, 2 metri venivano adoperate lenti di avvicinamento. Funzione: cinepresa portatile per usi amatoriali da utilizzare con pellicole formato 9,5 mm racchiuse in caricatori contenenti 10 m di pellicola, corrispondenti a circa 25 m di pellicola standard (35 mm), e quindi in grado di realizzare riprese della durata di 83 secondi. Con una sola carica della molla si svolge tutto il film contenuto nel caricatore. Motore: a molla con carica a chiave. Modalità d’uso: preparare la cinepresa inserendo il caricatore contenente la pellicola. Bloccare la molla e caricarla ruotando l'apposita chiave. Inquadrare il soggetto desiderato, selezionare il diaframma scelto, sbloccare la molla ed effettuare la ripresa. La pellicola va poi fatta sviluppare da un laboratorio fotografico prima della visione possibile tramite un proiettore 
Pathé-Baby Camera (cinepresa, STRUMENTI PER LA RIPRODUZIONE DEL SUONO) 
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L'azienda francese Pathé venne fondata da Charles Pathé insieme ai fratelli Émile, Théophile e Jacques nel 1896, anche se l’attività rimase ben presto in mano a Charles ed Émile. La società venne fondata inizialmente per vendere macchine per riprodurre il suono quali fonografi e grammofoni: Charles aveva ottenuto, a metà degli anni Novanta dell’Ottocento, un grande successo nella vendita dei fonografi Edison e dei grafofoni di Bell per lo più contraffatti. Presto iniziò a vendere anche un’altra invenzione di Edison, il cinetoscopio, ​​divenendone in pochi mesi il maggiore importatore e venditore in Francia. Fino ai primi anni del secolo successivo, quindi, la Pathé Frères si occupò prevalentemente del commercio di prodotti relativi al mondo del suono riprodotto ma già a partire dal 1899 la società decise di investire nel mondo del cinema realizzando una piccola produzione di macchine e accessori cinematografici (cinetoscopi, proiettori, lanterne magiche, cineprese); risale, inoltre, al 1906 l’inaugurazione della fabbrica di Joinville per la produzione di film, documentari e materiale vario. In particolare, nel 1921 la Pathé iniziò la produzione di film nel formato 9,5 mm (il formato standard era di 35 mm), un nuovo calibro specificamente progettato per uso domestico con la particolarità di avere i fori per il fissaggio sulla bobina al centro della pellicola. La Pathé Frères denominò la sua nuova invenzione brevettata nel 1921 con il nome “Improved Motion Picture Projection Apparatus” e un anno dopo, nel dicembre 1922, la società lanciò sul mercato il proiettore cinematografico “Pathé-Baby”, inizialmente sviluppato come sistema per la proiezione di stampe a casa, al quale, due anni dopo, affiancò la vendita di una cinepresa commercializzata con lo stesso nome. I brevetti che portarono alla produzione del proiettore Pathé-Baby e successivamente della sua cinepresa per la produzione di filmati amatoriali sono due: il Fr 542 180 “Magasin-bobine pour films” e il Fr 541 664 “Cinématographe-jouet”, rispettivamente depositati il 10 e il 21 febbraio 1921 all’ Institut National de la Propriété Intellectuelle (INPI). I due brevetti del 1921 stabiliscono il funzionamento generale del Pathé-Baby tramite l’inserimento nel proiettore di un caricatore a bobina, la presenza di un caricatore ricevente che consente il riavvolgimento rapido della pellicola direttamente sull'apparecchio e un sistema di blocco sull’immagine: Il caricatore per la bobina, costituito da una scatolina in metallo all’interno della quale è già avvolto un nastro pronto all’uso, e il caricatore ricevente, che riavvolge in automatico la pellicola, rendono il sistema adatto alle esigenze della ripresa domestica. Inoltre, il secondo brevetto, che propone la possibilità di bloccare l’immagine, consente di fermare la ripresa a seconda delle esigenze e di proiettare a immagine fissa qualsiasi fotogramma. In questo modo la ripresa e la proiezione cinematografica è estremamente semplice, “per bambini” come suggerisce il nome della macchina. Rispetto ai precedenti proiettori home cinema, il Pathé Baby offriva un sistema di alta qualità, economico, sicuro e relativamente facile da usare che avrebbe permesso a coloro che lo possedevano di portare il cinema in casa, “le cinéma chez soi” come pubblicizzava all'epoca l’azienda Pathé. Insieme al piccolo calibro 16 mm di Kodak, rilasciato negli stessi anni, il sistema di film Pathé 9,5 mm avrebbe cambiato efficacemente la proiezione, la distribuzione e la produzione di home cinema e film amatoriali. In questa scheda viene descritta una cinepresa Pathé-Baby 
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Oggetto: ​​cinepresa di piccole dimensioni in metallo e rivestita in pelle dalla forma rettangolare con bordi arrotondati e maniglia per il trasporto. All'interno dell'apparecchio è montato un motore con carica a molla. Nella parte alta della scatola è inserito un mirino a traguardo che attraversa longitudinalmente tutto l'apparecchio e, sotto al visore, è installato il contametro. Sul lato destro sono inserite una chiave per la carica della molla del motore contenuto all'interno, una rotella per l'avanzamento manuale della pellicola e una leva di blocco/sblocco. Il lato sinistro è incernierato ed apribile per consentire l'accesso al vano porta caricatore, con apposito fuso rotante, per la pellicola da 9,5 mm. L'obiettivo “Stellor Berthiot” 1:3,5 f=20 mm è a fuoco fisso con diaframma a iride regolabile mediante una levetta posta sotto all'obiettivo stesso (aperture 3.5, 5, 7, 10, 14); per distanze di 0.5, 1, 2 metri venivano adoperate lenti di avvicinamento. Funzione: cinepresa portatile per usi amatoriali da utilizzare con pellicole formato 9,5 mm racchiuse in caricatori contenenti 10 m di pellicola, corrispondenti a circa 25 m di pellicola standard (35 mm), e quindi in grado di realizzare riprese della durata di 83 secondi. Con una sola carica della molla si svolge tutto il film contenuto nel caricatore. Motore: a molla con carica a chiave. Modalità d’uso: preparare la cinepresa inserendo il caricatore contenente la pellicola. Bloccare la molla e caricarla ruotando l'apposita chiave. Inquadrare il soggetto desiderato, selezionare il diaframma scelto, sbloccare la molla ed effettuare la ripresa. La pellicola va poi fatta sviluppare da un laboratorio fotografico prima della visione possibile tramite un proiettore 
manutenzione 
T 18° - 20°C UR 35 - 45% 
cinepresa 
Roma (RM) 
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cinepresa 
proprietà Stato 
carta 
cuoio 
metallo 
vetro 
tecniche varie 

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